Caso Claps, il fango non coprirà la verità

13 novembre 2023 | 14:56
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Caso Claps, il fango non coprirà la verità
Il ritrovamento del corpo di Elisa il 17 marzo 2010

In alcuni ambienti della città trapela ancora una volta il tentativo di scaricare sulla famiglia di Elisa sospetti, insinuazioni, pettegolezzi

Chiunque abbia fatto esperienza di conflitto con un qualunque Sistema di potere, spesso si è trovato nella condizione di difendersi da attacchi meschini. L’arma preferita dall’apparato offensivo è il fango. Buttare fango addosso a chi si mette di traverso sulla loro strada. Lo fanno dapprima con insinuazioni e pettegolezzi artatamente affidati, per la diffusione, a persone comuni dotate di mediocrità e cattiveria. Subito dopo armano giornali e tv asserviti all’apparato di potere affinché sparino sull’opinione pubblica argomentazioni a conferma delle insinuazioni e dei pettegolezzi. La semina dei dubbi sulle persone per bene e sulle loro sacrosante battaglie è conclusa. La fase successiva è il raccolto: incassare il consenso sulle proprie mezze verità, mezze menzogne e sui fatti costruiti di proposito per apparire in una luce di verosimiglianza. Intanto tu, cominci ad avvertire quegli sguardi di sospetto che ti circondano.

Quando la battaglia si fa dura o si presenta difficile sin dall’inizio, il Sistema mette in conto altre tattiche offensive: l’isolamento della “pecora nera”. In base al ruolo che occupi nella vita sociale le armi cambiano: non ti fanno lavorare, creano intorno a te il deserto di relazioni, le tue parole e le tue azioni vengono oscurate o ignorate dagli interlocutori. E se non reggi lo scontro devi arrenderti o emigrare.

Abbiamo la sensazione, che qualcosa del genere stia accadendo in questi giorni alla famiglia di Elisa Claps. Le insinuazioni e i pettegolezzi, di cui è stata già vittima negli anni bui della scomparsa della povera ragazza, oggi riguardano “i compensi ricevuti grazie alla fiction televisiva andata in onda su Rai1, i risarcimenti chiesti alla Chiesa e, in fondo, gli esagerati attacchi al clero locale.” Una famiglia, insomma, che dà troppo fastidio e che mette in cattiva luce preti e vescovi: “ma chi si credono di essere questi Claps!” Qualcuno non ha ancora colto il valore e il significato della manifestazione studentesca di sabato scorso.

In alcuni ambienti piccoli, medi e alto borghesi della città, oltre che in alcuni circoli “alternativi”, tutti legati in un modo o nell’altro a un pezzo del Sistema di potere locale, trapela ancora una volta il tentativo di scaricare sui Claps sospetti, insinuazioni, pettegolezzi. Tuttavia, una famiglia che da trent’anni affronta con dignità, coraggio e amore, un dolore atroce, non indietreggerà di fronte a queste bassezze, come ha già dimostrato in passato.

Il dubbio che dietro Salvatore Ligorio, vescovo che se non avesse deciso la riapertura della Trinità, c’entrerebbe poco con tutta la vicenda, ci siano dei cattivi suggeritori, è legittimo. Non a caso alcune dichiarazioni rilasciate dal prelato l’altro ieri, 12 novembre, al Corriere della Sera, richiamano le insinuazioni diffuse nei giorni scorsi in quegli ambienti borghesi. Oggi, sul Corriere, Gildo Claps, fornisce chiarimenti non dovuti. Ad ogni modo l’unica soluzione è che emerga tutta la verità.