Basilicata. Tumore al seno, la prevenzione è una chimera: due anni per una mammografia e un’ecografia
Dalle chiacchiere della politica alla realtà con cui devono combattere ogni giorno le donne lucane
Si è appena concluso il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno, l’Ottobre rosa, e diverse sono state le iniziative, anche in Basilicata, che ci hanno ricordato l’importanza di eseguire esami e controlli a fini preventivi.
Belle parole e incoraggiamento a fare prevenzione, con tanto di interviste, ad assessori, direttori e presidenti e chi più ne ha (di chiacchiere) più ne metta. Quando però dalle parole si passa ai fatti le donne lucane devono confrontarsi con l’impossibilità di fare prevenzione in tempi degni. E la segnalazione che ci giunge oggi da una lettrice, l’ultima in ordine di tempo di una lunga lista, ci conferma che prevenzione in Basilicata non fa rima con azione se non hai la possibilità di pagare gli esami necessari.
Oramai il racconto di chi prova a prenotare al Cup è sempre lo stesso: “Ho provato a prenotare una mammografia e un’ecografia al seno per il discorso della prevenzione – ci racconta la signora che ci ha contattato- sapete quando mi hanno dato la disponibilità? Mi hanno dato l’appuntamento al 25 marzo 2025. Vi rendete conto, era l’unica data disponibile in Basilicata. O almeno così mi è stato detto. Volevo fare prevenzione visto che ogni giorno ci ricordano quanto sia importante ma ovviamente dovrò farla a pagamento. Io posso permettermelo fortunatamente, ma chi non può che fa aspetta due anni?”
Già, due anni che possono essere fatali. Due anni, se non hai i soldi, possono portarti alla morte. Se paghi sopravvivi se non puoi ti arrangi. Anche perché, come abbiamo già scritto, le donne che i soldi non ce li hanno per pagarsi la prevenzione difficilmente riescono ad arrivare ad uno screening gratuito in occasione delle varie campagne di sensibilizzazione e prevenzione. I posti, in questo caso vanno via come il pane, e magari prima che si annunci a mezzo stampa l’iniziativa. Lo abbiamo constatato poco meno di un mese fae attendiamo ancora una risposta che nessuno si è degnato di fornirci. Perché le domande si fanno ma devono piacere all’intervistato o intervistata di turno, altrimenti, si fa come gli struzzi: si nasconde la testa sotto la sabbia sperando di non essere notati.
“Una cosa è certa –conclude la donna- se fossi l’assessore regionale alla Sanità, mi vergognerei a sentire il racconto di una persona che per fare prevenzione deve attendere tutto questo tempo o pagare. E mi vergognerei perché mai come in questo caso quel che accade oramai di routine quando proviamo a prenotare un esame o una visita suona un po’ come “o la borsa o la vita” ma questo forse al sorridente assessore alla Salute della Regione Basilicata poco importa se tutto rimane immobile con liste d’attesa così lunghe o peggio, con “agende bloccate”.