Basilicata, elezioni: La sceneggiata di Angelo Chiorazzo

23 novembre 2023 | 11:54
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Basilicata, elezioni: La sceneggiata di Angelo Chiorazzo
Macchia e Chiorazzo

Sul filo del rasoio delle decisioni dei partiti l’uomo del clero e del Potenza Calcio “scende in campo” col pallone in mano

Una vera sceneggiata offerta alla stampa. Con un comunicato diffuso ieri, 22 novembre, Angelo Chiorazzo “scende in campo”. Così titolano i giornali e spiegano: “rompe gli indugi”, “dice sì alla candidatura”, “rompe il silenzio”, eccetera. La classica discesa dalle nuvole di qualcuno e la banale caduta dal pero di altri. Sono mesi che Chiorazzo scorrazza in lungo e in largo, a destra e a manca per convincere tutti sulla bontà della sua candidatura a presidente della Basilicata.

Un traguardo ambito da anni e magistralmente preparato da tempo, come abbiamo più volte scritto. E adesso? Pare che gli abbiano tirato la giacchetta e finalmente il nostro eroe si sia convinto: “Avverto il dovere morale di non sottrarmi e, con umiltà, faccio appello a tutti i lucani che vogliono offrire il proprio contributo per costruire un futuro migliore a vantaggio della nostra Terra”. Chiorazzo non si sottrae a una candidatura costruita a tavolino da lui stesso, e non da oggi. Teatrale vero? La decisione sull’ultimo miglio del Pd e del M5S rimane, in queste ore, ancora un mistero. Ma sembra che persino una parte dei cinque stelle, il gruppetto di potere materano, affascinato dai cerchi magici, sia convinto di sostenere Chiorazzo. 

Facendo finta di non sapere, anzi molto probabilmente non sanno, che sosterrebbero un uomo amico di affari di Donato Macchia, di padre Enzo Fortunato, del cardinale Mauro Gambetti e della Fondazione “Fratelli Tutti” con cui gli scambi di servizi sono all’ordine del giorno. Allevato alla scuola politica democristiana e andreottiana, ciellina, e forgiato dalla cultura clericale, Chiorazzo non è affatto l’uomo nuovo, l’uomo della salvezza. Peggio ancora se qualcuno lo ritiene di sinistra. E’ al contrario colui che con i suoi affari e i suoi legami ha marciato per decenni nel sistema di potere di destra e di sinistra, in base alle convenienze: altro che ideali, altro che “dovere morale”. Evidentemente qualcuno pensa che i lucani abbiano l’anello al naso, magari è vero. E sarà proprio questo il motivo per cui alcune forze politiche (per usare un eufemismo) convergeranno sull’”uomo della provvidenza”. A pensarci bene, l’anello al naso lo portano il Pd di Lettieri e il M5Sdi Lomuti affascinati dal totem elettorale  che invoca la danza della speranza per uscire dal pantano in cui si sono cacciati.