In Basilicata, dopo una lunga agonia, la politica è morta
All’orizzonte si profilerebbe uno scenario “funebre”: Pittella e Margiotta a destra, Chiorazzo e Macchia a sinistra. Agli elettori, quei pochi rimasti, non resta che decidere se partecipare o meno al funerale della Basilicata
La Politica in Basilicata è da tempo gravemente ferita. Tuttavia, oggi scopriamo che dopo una lunga agonia, è praticamente morta. Un decesso che conferma tutte le nostre ipotesi e le nostre letture dei fatti in questi mesi, anzi in questi anni. Che Francesco Somma, presidente di Confindustria Basilicata, imprenditore potente insieme a suo fratello Michele Somma, presidente di Unioncamere, potesse essere candidato alla presidenza della Regione, lo avevamo scritto molti mesi fa, quando la campagna elettorale sembrava ferma ai nastri di partenza. Oggi l’indiscrezione viene pubblicata su un quotidiano locale che appoggia Angelo Chiorazzo quale candidato di un “campo largo” a sinistra che si restringe sempre di più.
La novità per qualcuno, sempre che l’indiscrezione abbia qualche fondamento, è che sia Marcello Pittella lo sponsor di Somma. Ma anche questo avevamo previsto. Somma, Pittella e dunque probabilmente Margiotta ed altri pezzi del Pd di seconda fila, si accorderebbero con il centro destra, per mettere in campo una coalizione trasversale contrapposta al centro sinistra. La spaccatura nel Pd andata in scena nell’ultima riunione della Direzione regionale, sarebbe servita a questo scopo. E qui dobbiamo ripeterci: la politica non esiste, ciò che conta è l’assalto alle risorse pubbliche e alle postazioni di potere per i prossimi cinque anni e chissà per quanto ancora.
All’orizzonte si profilerebbe uno scenario “funebre” per la politica: Pittella e Margiotta a destra, Chiorazzo e Macchia a sinistra. Agli elettori, quei pochi rimasti, non resta che decidere se partecipare o meno al funerale della Basilicata. Nel centro destra, anche a queste condizioni, la strada si fa in discesa. Mettersi d’accordo sulla spartizione dei ruoli istituzionali sarà facile: sindaco di Potenza a te, presidente della Regione a me, vicepresidente a te, la regia a noi. Nel centro sinistra, invece, la partita si fa sempre più complicata e si riduce, a questo punto, la speranza di vincere le elezioni. In questo quadro, sia Speranza sia Lomuti appaiono come dei dilettanti allo sbaraglio in confronto a Pittella e Margiotta.
Sembra che il M5S di Lomuti, su pressione dei soliti noti materani e certamente con il consenso di Conte, abbiano ormai condiviso con il Pd di Lettieri la decisione di candidare Angelo Chiorazzo. Su questa ipotesi abbiamo già scritto abbondantemente esprimendo le nostre valutazioni. Certo è che in tutta questa vicenda “teatrale” a rimetterci le penne saranno il Pd e il M5S.
Altro scenario, invece, sarebbe un’alleanza tra quello che rimane del Pd e quello che resterebbe del M5S se in loro scattasse un moto di orgoglio e di lucidità. Un’alleanza allargata all’associazionismo e agli altri movimenti e partiti alternativi al sistema, senza Macchia e senza Chiorazzo. Sarebbe l’unica alternativa per dare una speranza di cambiamento a questa martoriata regione. In caso contrario, possiamo immaginare la fine che farebbero nel quadro politico, il Pd e il M5S. Meglio perdere le elezioni con dignità e costruire un’opposizione utile e necessaria a un centrodestra-centrotavola affamato di potere, che essere sconfitti senza onore e senza prospettiva. A questo punto non serve un candidato di bandiera o un candidato “personaggio” da portare sui palchi come un trofeo. Servirebbe un programma credibile, innovativo e un candidato, meglio se donna, del popolo che possa contare su una squadra di gente capace. E’ ragionevole costruire da oggi un percorso per vincere le elezioni del 2029. E’ un’idiozia fare il contrario.