Stellantis, Melfi: “Tra un po’ ci mangeremo l’uno con l’altro”
Il racconto degli operai nel turno di notte. “Con l’elettrico due terzi di lavoro in meno, o aumentano gli incentivi all’esodo, come molti sperano, o sarà guerra per chi deve rimanere al lavoro”
E’ quando cala la notte su S. Nicola di Melfi, che la realtà assume i suoi contorni più autentici. “Col turno di notte – si apre un lavoratore del Montaggio – siamo solo operai al lavoro, non ci sono impiegati, pochissimi dirigenti, siamo solo noi a ‘zappare'”. E in quel contesto, durante le 3 pause di 10 minuti a cui si ha diritto nelle 8 ore, gli operai vanno alle macchinette del caffè. Lì si aprono, si guardano in faccia e si dicono le cose al di là degli accordi, dei 5 modelli entro il 2026, e al di là dell’ottimismo di facciata sbandierato da buona parte del mondo sindacale.
“Ciò che sappiamo è che a breve si passerà dagli 8mila particolari fatti finora ai 2800 da eseguire sulle auto del futuro”. Discorsi tra addetti ai lavori, di difficile comprensione tecnica, ma il succo è che il bisogno di manodopera scenderà di molto. Come dire che un operaio su 3 potrebbe risultare inutile sulle auto elettriche anche perché la parte meccanica verrà meno. “Tra di noi in molti sarebbero disposti a lasciare se aumentasse l’incentivo per l’esodo. Se ne parla molto e qualcuno dice che l’azienda starebbe anche prendendo in considerazione questa eventualità”. Difficile capire se sarà veramente così e se davvero Stellantis sarà disposta, di qui a pochi anni, a concedere fino a 100mila euro a chi vuole fuoriuscire. Molti se l’aspettano questa mossa dell’azienda. E a quel punto potrebbero anche farci il pensierino ad accettare, ma si tratta solo di ipotesi, di speculazioni.
“Si capisce chiaramente che molti di noi saranno inutili di qui a 3 anni – aggiunge la nostra fonte tornando alla realtà – e d’altronde neanche si può pensare che le trasferte e la cassa integrazione (cds) potranno compensare a lungo il minore bisogno di manodopera qui a Melfi”. L”operaio la dice tutta, fino in fondo. “Molti di noi continuano a credere alle parole dei sindacati, comprese quelle pronunciate dopo l’ultimo incontro a Melfi con i vertici Stellantis, perché sperare non costa nulla, perché ci conviene pensare che ci sia un futuro, perché non abbiamo alternative, ma poi, in fondo in fondo, lo sappiamo che le prospettive non sono affatto rosee, anzi…”. Parlano di queste cose gli operai davanti al distributore del caffè e delle bevande, in piena notte. Quando tutto tace e c’è poco controllo di superiori e dirigenti. Quando si sente solo il rumore della linea e delle braccia al lavoro. In quei momenti si bada al sodo. Si lavora a testa bassa e si pensa a tutto tondo.
“In quei momenti ce le diciamo francamente e senza sconti le verità, guardiamo in faccia il futuro senza prenderci in giro”. Ed è proprio allora che ci si guarda, annuendo, e non si ha paura di ammettere una delle più atroci tra le verità possibili. “Tra un po’ ci mangeremo l’uno con l’altro, siamo stati colleghi, abbiamo condiviso tanti anni, ma quando i posti necessari all’azienda per fare produzione diminuiranno in modo drastico, saremo l’uno contro l’altro, sarà solo lotta per la sopravvivenza, ciascuno per sé, ciascuno disposto a tutto pur di salvare se’, la propria famiglia, i propri figli”. Ecco cosa emerge nei discorsi notturni sul Montaggio, lì dove si “zappa” come in nessun’altra Unità. Homo omini lupus, (ogni uomo è un lupo per un altro uomo) sentenziava Thomas Hobbes nel 1600. Motto più che mai attuale, specie se lo Stato (il Governo) non sarà capace di assistere il settore, un tempo fiore all’occhiello dell’italianità nel mondo.