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Stellantis Melfi. “Che fatica, qui ci fanno girare a vuoto”

2 ottobre 2023 | 21:29
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Stellantis Melfi. “Che fatica, qui ci fanno girare a vuoto”

Operai in trasferta a Pomigliano, come Lino Banfi nel film ‘Vieni avanti cretino’

“Ma perché quelli dell’altro turno non si si lamentano e tu sì?”. Questo si è sentito dire, oggi, Vincenzo (nome di fantasia), che da un mese e mezzo da Melfi è stato mandato in trasferta “obbligatoria” a Pomigliano, sulla linea Tonale. “Alla fine il tuo superiore ti prende anche in giro – sbotta Vincenzo – ma in realtà neanche a Melfi ci facevano lavorare in questo modo assurdo e senza logica”. Entra subito nella metrica del lavoro, Vincenzo, per farsi capire, e le sue parole fanno tornare in mente Lino Banfi, nel film ‘Vieni avanti cretino’ alle prese con l’odioso dottor Tomas che lo seguiva passo passo e lo beffeggiava di continuo dopo avergli assegnato un nuovo compito da eseguire. “Vado al ‘tappeto’, poi torno alla staffa, faccio altri 20 metri e poi torno di nuovo indietro e non vi dico cosa altro devo faro, e questo in un minuto e 50 secondi.

Per chi non conosce il ‘genere’ di lavoro, bisognerebbe immaginare tre, quattro operazioni nel brevissimo lasso di tempo, intervallate da una leggera corsa di 20 metri per poi tornare indietro e inserire un pezzo nella auto da montare. “Ma è normale che così lavoro scomodo, vado, torno e giro a vuoto quando potrei fare le stesse operazioni, più coordinare, senza fare avanti e indietro come un idiota per 8 ore”.

Parole colorite, le sue, che da sole rendono il senso di cosa sia diventato lavorare in Stellantis negli ultimi mesi, con la spada di Damocle delle trasferte e degli inviti più o meno velati al licenziamento con incentivo. “Se poi il mio superiore mi dice pure che gli operai dell’altro turno ce la fanno e non si lamentano, è chiaro che mi sento preso in giro due volte”, si dispera Vincenzo. Ma c’è di più. Su ogni turno, sempre con la stessa metrica di lavoro, da oggi, lunedì 2 ottobre, è stata anche aumentata in modo leggero la velocità di produzione. Cinque auto (Tonale) in più da produrre per ogni turno.

Proprio come nel film in cui Lino Banfi veniva avvicinato dal dottor Tomas, il quale sistematicamente gli assegnava un’operazione in più, e dopo averla eseguita, gli diceva: ‘Bravo”, con immancabile pacca sulla spalla. Ma purtroppo non parliamo di un film. È tutta realtà. E il non ribellarsi dipende dal bisogno di chi ha famiglia, poco più di 50 anni e non può mollare proprio ora che è ancora a metà del guado. Una giostra che corre sempre più veloce e a cui bisogna tenersi agganciati per far contenta la multinazionale, e i sottoposti, che ne reggono le fondamenta.

“Non so come arriverò a fine settimana – confessa il lavoratore – Di certo non bene, per di più con il capo che continua a motivarmi dicendomi che se quelli dell’altro turno ce la fanno, allora ce la posso fare anch’io”. Forse ce la farà Vincenzo, come sempre. Ma in quali condizioni arriverà a sabato prossimo?  Sembra di tornare indietro al Fordismo di un secolo fa. “Bravo”, gli dirà il capo, con una pacca sulla spalla, l’ultimo giorno della settimana lavorativa. “Ci rivediamo lunedì”, sarà sottinteso.