Potenza, scempio di via Maratea: l’arroganza degli speculatori edilizi
L’Epha inoltra esposto ai Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale
Ormai gli alberi del boschetto tra via Maratea e via Roma sono stati quasi tutti abbattuti. Riguardo al casolare del 1760 la Soprintendenza Archeologica il 17 ottobre ha ordinato la sospensione delle attività di cantiere “limitatamente a quei lavori che potrebbero danneggiare l’immobile rurale. Immobile che nel frattempo era stato già parzialmente distrutto dall’escavatore su ordine della Trifoglio S.r.l. Nell’ordinanza di sospensioni si intimava la ditta che, qualora l’edificio fosse già stato intaccato dai lavori, “il materiale di risulta deve essere lasciato in sito e coperto da un telo protettivo di cantiere, in attesa di verifiche da parte dello scrivente Ufficio”. Qui l’Ordinanza
Cosa sarebbe successo nel frattempo? I video, le foto e le testimonianze dirette dei cittadini presenti hanno constatato che numerose pietre, alcune delle quali lavorate ad arco e riproducenti la data di realizzazione della casa rurale del 1760, non solo non hanno avuto alcuna copertura così come richiesto con Ordine di sospensione, ma si trovano sul terreno oggetto di escavazione e finiscono sotto i cingoli dell’escavatore. “Il tutto – è scritto nell’esposto – si badi bene in un cantiere ancora non del tutto delimitato così come previsto dalle vigenti leggi in materia.” Infatti altre foto molto evidenti chiariscono che i lavori, realizzati con estrema fretta sono iniziati senza prima aver delimitato l’area del cantiere. Sarebbe anche stata cancella ogni traccia del pozzo settecentesco collocato a valle della casa rurale.
L’Arco d’ingresso della casa rurale riproducente l’anno di costruzione 1760, sarebbe stato abbattuto il 18 ottobre dall’escavatorista della ditta incaricata dalla Trifoglio S.r.l., nonostante vi fosse un’ordinanza di sospensione dei lavori notificata il 17 ottobre.
Insomma, sembra tutto chiaro: quell’edificio residenziale e commerciale s’adda fare ad ogni costo, calpestando i diritti dei cittadini e scavalcando le ordinanze delle autorità. Le istituzioni coinvolte, Comune di Potenza in primis, la magistratura, le forze dell’ordine dovrebbero prendere in seria considerazione le denunce delle Associazioni Epha e WWF e dei singoli residenti delle palazzine a ridosso dello scempio per fermare quello che giorno per giorno si configurerebbe sempre più come un abuso a cielo aperto. Per la ricostruzione di tutta la vicenda basta cliccare qui e qui e qui
Alcune foto dello scempio
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