Con la crescita della povertà in tutto il Sud crescono le disuguaglianze sociali

28 ottobre 2023 | 13:36
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Con la crescita della povertà in tutto il Sud crescono le disuguaglianze sociali

Vincenzo Tortorelli, segretario Uil Basilicata, commenta i dati Istat

Di seguito il comunicato stampa del segretario Uil Basilicata, Vincenzo Tortorelli, sulla crescita della povertà assoluta nel Mezzogiorno certificata dall’Istat.

“Famiglie “sicuramente povere” soprattutto nel Mezzogiorno: lo registra l’Istat confermando che nell’anno scorso la crescita del fenomeno della povertà assoluta è in continuo aumento ed è ormai strutturale. Peraltro, i più colpiti sono i minori e gli adolescenti. Rispetto al 2021 l’incidenza di povertà relativa cresce per le famiglie monogenitore specie nel Mezzogiorno, oltre che in relazione all’aumentare del numero dei componenti della famiglia. Si osservano valori più elevati per le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione. È un momento in cui i diritti vengono messi in discussione dalla stessa condizione economica delle famiglie. È una scelta politica quella di non mettere fine alle disuguaglianze nel nostro Paese, una scelta sbagliata. Nonostante la narrazione con la quale viene presentata la manovra di bilancio, tutto vediamo tranne che un respiro sociale: al contrario, continuano ad essere sottratte risorse all’ambito del sociale.

La manovra economica varata dal Governo – come sottolinea il documento del nostro Consiglio Federale – stanzia risorse insufficienti per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego e non adotta soluzioni che favoriscano la conclusione di quelli del settore privato; non assume provvedimenti in materia di precarietà e di sicurezza sul lavoro; non investe sulla sanità; non dà risposte sulle future pensioni dei giovani né sul tema dell’autosufficienza e non ripristina le condizioni originarie di opzione donna; non affronta la questione dell’evasione fiscale e non recupera nessuna risorsa dall’extratassa sugli extraprofitti; non si occupa di transizione energetica e non definisce politiche industriali e per lo sviluppo; non riduce le disuguaglianze e non ha alcun respiro sociale. A questo punto, dunque, falliti tutti i tentativi di dialogo, non resta che la mobilitazione delle lavoratrici, dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani per chiedere un’inversione di rotta nella politica economica e sociale del Governo e delle Istituzioni locali. Il prossimo futuro potrebbe presentarci un conto ancor più salato, soprattutto per i percettori di redditi fissi, per i precari, i giovani e gli anziani.

È necessario restituire al nostro Paese uno strumento universale, che già avevamo, per dare risposte ai bisogni reali e alle difficoltà economiche a tutela dei minori, delle famiglie e delle persone più fragili. Servono provvedimenti forti e coraggiosi in grado di far fronte al rischio di un ulteriore declino: il Governo sembra non cogliere questa emergenza, proveranno le persone in difficoltà a fargliela comprendere dalle piazze.