Basilicata verso le elezioni: non si capisce un granché

18 ottobre 2023 | 11:26
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Basilicata verso le elezioni: non si capisce un granché
Margiotta e Pittella

“Grande è la confusione sotto il cielo, quindi la situazione è eccellente!” affermava Mao Zedong

Che la confusione sia grande sotto il cielo delle prossime regionali lucane mi pare evidente, almeno nello schieramento che si propone di sconfiggere il Centrodestra. Che la situazione in Lucania, con una perdita di oltre 21mila abitanti, ossia quasi il 4% della popolazione, negli ultimi 5 anni oltre alle crisi della sanità, Stellantis eccetera, sia eccellente ho i miei dubbi.

Che la prospettiva migliori dopo le elezioni mi pare improbabile, se vincerà il Centrodestra, esito al momento scontato, si continuerà con le ‘perline colorate’ di bonus gas erogati ad mentula canis e con un governo incolore privo di visione e asservito alle volontà ‘secessioniste’ di Calderoli continuando ad appoggiare lo scellerato progetto della autonomia differenziata.

E se dovesse vincere il Centrosinistra? A saperlo. Tanti candidati alla guida della regione, tante chiamate alle bandiere ma nessuno che si periti di esporre cosa intenderebbe fare in caso di vittoria. Quello che è certo, e sia chiaro, è che c’è una impossibilità manifesta per la costruzione di un campo largo e che questa è dovuta alla incapacità del PD di rinnovarsi e di presentare una proposta nuova, fresca, convincente e di sinistra costringendo così la comunità lucana a dilaniarsi tra schieramenti contrapposti al servizio dei vecchi satrapi e cacicchi lucani.

Davvero qualcuno può pensare che lo scontro tra i ‘pittelliani’ da un lato e i ‘chiurazziani’ dall’altro possa appassionare il 50% di elettori che ha nausea della politica, cosi come espressa ora, e che possa aver voglia di scomodarsi per andare a votare? Qualcuno può pensare che si risolvano i problemi lucani dividendosi su ambizioni personali senza aver maturato una ambizione collettiva di riscatto per la Lucania?

E tra chi dovrebbero scegliere i lucani? Da un lato c’è Salvatore Margiotta e dall’altro Marcello Pittella. Quest’ultimo che fu costretto dalle vicende della ‘Sanitopoli’ lucana a dimettersi a un anno dalla fine del suo mandato, nominò una reggente e si adoperò a un rinvio sine die delle elezioni in chiave anti M5S. Dalle accuse di Sanitopoli in primo grado è stato assolto, pende il secondo grado, ma quello che rimane è che per fargli convocare le elezioni il M5S dovette fare ricorso al TAR. In aggiunta Pittella è la longa manus lucana di tal Carlo Calenda che non perde occasione di affermare pubblicamente che il M5S “rappresenta un disvalore per l’Italia”. Attorno a questi ruotano comprimari come Bochicchio e Giovanni Mossuto e altri tra cui cercare un facente funzione da candidare: Bochicchio mi pare in pool position.

Dall’altro abbiamo Angelo Chiorazzo, sponsorizzato in sede nazionale, pare, dai vertici della Chiesa e in sede locale da Vito De Filippo costretto dopo poco più di un anno dal suo secondo mandato da governatore alle dimissioni per le vicende di rimborsopoli. Poi ci sono, da quanto leggo dai giornali locali, Follino e Bubbico in una strana convergenza con la regia di monsignor Orofino, non certo estraneo alle trame politiche lucane dell’ultimo ventennio.

Programmi e idee zero, salvo tenere in ostaggio il rinnovamento della sinistra lucana costringendo i nauseati elettori ad assistere all’ennesimo sconto tra potentati che hanno già fatto la propria quota di danni. Grande la mia solidarietà a Gianni Lettieri, sconsolato e impotente segretario del PD lucano.

Se qualcuno pensa di uscire da questa situazione con le primarie, vedi i due consiglieri regionali ex leghisti di Basilicata Oltre, Massimo Zullino e Giovanni Vizziello, e il Partito socialista, sappia che è questione, nelle circostanze attuali, riservata a chi ha già dimostrato come si naviga in queste acque infestate da squali e piragna.

In tutto ciò il progetto di autonomia differenziata ha messo in luce la necessità impellente di porre all’ordine del giorno nuovamente la questione meridionale che non può essere risolta con ‘pannicelli caldi’ come la ZES, la Zona Franca Energetica, la fiscalità di vantaggio e simili, ma sono questioni che ai vari potentati in lotta pare non interessino.

Su tutto ciò devo fare i miei personali complimenti al plenipotenziario lucano del M5S, Arnaldo Lomuti, per aver messo in luce prima con il no a Chiorazzo e poi con il tea party di sabato scorso, in modo inequivocabile le spaccature del cosiddetto potenziale campo largo, e su chi siano i veri e impresentabili burattinai di questa partita, e la sua impraticabilità. Evidenziando così come il M5S non possa far altro che tenersi lontano il più possibile da questa insana e maleodorante palude iniziando a costruire una proposta di visione e programmatica per il futuro della Basilicata, evitando gli errori fatti alle elezioni di 5 anni fa, rivolgendosi a quel che resta della società civile lucana e direttamente ai lucani. Sarebbe importante sulla costruzione di una proposta programmatica far crescere una dirigenza politica locale che ponga gli interessi del proprio territorio prima di quelli di partito e personali.

Dopo l’appoggio al governo Draghi, continuare a partecipare a questo gioco al massacro da parte del M5S sarebbe l’errore più grande e definitivo per la sua sopravvivenza politica in Lucania.