Basilicata verso le elezioni: che sia una donna il presidente della Regione

21 ottobre 2023 | 13:16
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Basilicata verso le elezioni: che sia una donna il presidente della Regione

Si cominci a dare un segnale forte di vero cambiamento. Questo potere maschile, sempre uguale a se stesso, ha stancato. Questi uomini sempre al centro di tutto, con il loro bagaglio di interessi legittimi e illegittimi, con la loro presunzione di essere indispensabili, comincia a suscitare disgusto

Ebbene, Angelo Chiorazzo è il nome del candidato presidente che il movimento civico nato alla bisogna per le elezioni, Basilicata Casa Comune, mette ufficialmente sul tavolo della prossima competizione elettorale. Niente di nuovo, tranne il fatto che adesso i clericali hanno sgombrato il campo dalle ambiguità. La nostra opinione sulla figura di Chiorazzo è chiara da tempo. Così come è chiara da tempo la nostra valutazione circa l’ipocrisia e l’ambiguità che avvolge la giaculatoria retorica dei “cattolici in politica”. Lo facciamo non per partito preso, non abbiamo partiti o gruppi di interesse da tutelare, ma con argomenti e riflessioni che mettiamo a disposizione dei cittadini.

Detto questo, nelle ultime due settimane è salito il tasso di ambiguità dei partiti e cresce la diffidenza gli uni negli altri. Sia nella casa di paglia del centrodestra sia nell’involucro di cartone del centro sinistra o, se volete, del “campo largo” che non esiste. Per essere più precisi l’ambiguità e la diffidenza sono caratteristiche ben indossate soprattutto dagli esponenti di prima e seconda fila delle forze politiche in campo. Un atteggiamento tipico dei personaggi in gara: sorrisi e baci di Giuda, tradimenti, inganni, sgambetti. Un armamentario comportamentale indispensabile per chi aspira a conquistare o a mantenere pezzi importanti di potere.

Nulla è chiaro ai cittadini, mentre i media locali partecipano al gioco delle ombre sostenendo, come nel periodo post unitario, a seconda delle convenienze, l’una o l’altra fazione in lotta. Tuttavia, quali siano le fazioni in lotta è ancora da capire. E ci vorrà tempo.

Tutto questo accade perché gli spazi della democrazia e della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica sono ridotti all’osso. La Basilicata, grazie anche e soprattutto ai signori in competizione elettorale, sia quelli sulla scena sia quelli dietro le quinte, è una regione spoliticizzata, ha perso la coscienza politica. Più che altrove, qui la maggioranza dei cittadini ha rimosso dalla propria vita la militanza, l’impegno politico. Sottratti all’influenza dei partiti e della politica, si sono aggrappati all’influenza e alla protezione dei signori del Potere. L’appartenenza a un ideale, a una visione di futuro, a una parte politica, si è tradotta nei legami con gruppi di interesse. Gruppi che usano la “politica” come grimaldello per gli affari. Scomparsi gli ideali ecco apparire a tutta scena le convenienze. La convenienza personale e famigliare oggi è il movente più importante per decidere con chi stare. E chi, per tante e diverse ragioni, si sottrae a queste sceneggiate, si ritira nell’astensionismo.

Non è un caso se, ad oggi, nessuno dei contendenti ha ancora spiegato quale idea di futuro, quale visione per la Basilicata abbia collocato al centro della propria azione. Non mi riferisco a quelle paccottiglie inutili di documenti “politici” e programmi elettorali che funzionano da foglia di fico per ben altri traguardi. Mi riferisco alla capacità e alla volontà di mettere a fuoco il futuro e di attrezzare il presente nel quadro di ideali che possano avere conseguenze pratiche per un salto di qualità nella vita delle prossime generazioni. Se si continua a trattare la sistemazione di una stradina di provincia come una grande conquista politica e amministrativa, se si continua a trattare la posa di un albero con tanto di foto e video di personaggi ridicoli, eppure candidati, come un grande evento, allora non c’è futuro. La mediocrità si espande e la prospettiva si restringe sempre più.

E allora, si cominci a dare un segnale forte di vero cambiamento: che sia una donna la candidata presidente alle prossime elezioni. Questo potere maschile sempre uguale a se stesso, ingannevole, ha stancato. Questi uomini sempre al centro di tutto, con il loro bagaglio di interessi legittimi e illegittimi, con la loro presunzione di essere indispensabili, comincia a suscitare disgusto. E quando diciamo una donna, non ci riferiamo certo alle tante “dame” del potere maschile che tanto male fanno alla causa femminile e tanto nutrimento aggiungono ai gruppi di interesse in competizione: quelle che hanno già dimostrato di agire peggio dei politici maschi sempreverdi. Certo, non è il sesso del candidato che fa necessariamente e politicamente la differenza. Il fatto di essere donna non dà garanzie a prescindere. Tuttavia, lasciate che questa volta sia una donna a guidare la Regione, possibilmente sottratta alle pressioni del potere maschile: abbiamo il diritto di provare, siamo stanchi delle stesse facce.