Stellantis, trasfertista a Pomigliano: “Qui è un inferno”
Parla un lavoratore di Melfi, in trasferta da 3 settimane: “Mai visto nulla di simile. Solo uno sciopero ci può salvare”
“Vi assicuro – garantisce un lavoratore del Montaggio di Melfi in trasferta a Pomigliano – non ho mai visto nulla di simile”. Si riferisce ai ritmi e alle modalità con cui procede la linea nello stabilimento campano. “A Melfi realizzavamo 420 auto a turno, ma a me non hanno mai fatto male la mani come in queste ultime tre settimane di trasferta”. Ed entra nei dettagli.
Il tempo nel quale ti devi muovere, lascia intendere, si racchiude in meno di due minuti. “Sulla postazione in quel lasso di tempo devi fare quattro operazioni diverse, avvita, riavvita, ti abbassi, ti alzi, procedure meticolose e complicate, che se le vuoi cronometrare, di minuti ce ne vorrebbero almeno 3. Non esagero. E invece devi eseguirle in meno di due minuti”. Una sorta di cerchio dantesco scandito dal cronometro e in cui devi dare fondo a tutte le tue capacità di velocista. Ritmi ossessivi. Sono le nuove metriche di lavoro sulla Tonale, fiore all’occhiello della produzione in casa Stellantis, a Pomigliano.
“Qui siamo per ora 1.300 da Melfi, ne arriveranno altri, poi ci sono colleghi di Avellino, Cassino, capita che ci guardiamo in faccia attoniti, durante il turno, nessuno ha la capacità di fiatare, di reagire, di ribellarsi, talmente sono accelerati e compressi i tempi”. E ancora: “Ora sento che anche a Melfi inziano a scioperare gli operai per le condizioni di lavoro peggiorate. Sono meno persone sulla linea a causa delle trasferte obbligate a cui ci hanno costretti”. Ma sempre il lavoratore non ha dubbi: “Venite qui a Pomigliano, sulla Tonale, al Montaggio, vi assicuro, sto sperimentando una fatica mai vista prima. Se finora non avevo ancora avuto problemi con il tunnel carpale, credo che questa volta succederà. Non mi ha fatto mai male la mano come in questi giorni. Ma sono pazzi, ci hanno preso per dei robot!”. E siamo ancora a giovedi sera.
La settimana, nel cerchio dantesco di Pomigliano, deve ancora finire. “Solo uno sciopero potrebbe fermare questi ritmi assurdi e mai visti primi”, incalza. Due minuti, anzi meno. Ma tanto basta per scatenare l’inferno. “Provare per credere, non scherzo”, conclude, esausto, l’operaio giunto in trasferta da Melfi, che alloggia in una struttura del Golfo di Napoli.