Potenza, le mani sulla città: il “sacco” di Verderuolo

1 settembre 2023 | 15:22
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Potenza, le mani sulla città: il “sacco” di Verderuolo
Il cantiere a ridosso di un muro crollato

La speculazione edilizia silenziosa. Seconda puntata dell’inchiesta Il “Sistema Basilicata”: viaggio nei segreti del Potere lucano

È il luglio 2018, crolla un terrapieno a monte di un’area di cantiere all’inizio di viale dell’Unicef, a Potenza, a rischio la stabilità di una palazzina sovrastante. Palazzina in cui vivevano 18 famiglie costrette in fretta e furia ad abbandonare gli appartamenti e a restarvi fuori fino all’ultimazione della messa in sicurezza dell’area. Generoso Donofrio, amministratore della Cismi Srl, che era l’impresa appaltatrice dei lavori per la costruzione di una nuova palazzina, nel settembre 2022 viene rinviato a giudizio insieme ad altre 8 persone, con l’accusa di disastro colposo. Il processo è appena iniziato, dicembre 2022. Secondo alcune nostre fonti accreditate, Donofrio avrebbe fatto di tutto per evitare quel rinvio a giudizio, coinvolgendo importanti esponenti, anche della magistratura, ma evidentemente non ci è riuscito: una delle rare – forse- sconfitte dell’imprenditore. Bisogna infatti aspettare l’esito del processo.

Il muro crollato Palazzina Via Palmanova

La Cismi Srl nel corso di 10 anni dal 2009 al 2019 ha posseduto in diversi intervalli di tempo circa 100 unità di fabbricati a Potenza poi venduti, trasformati o trasferiti a vario titolo, quasi tutti in Via Consolini e alcuni in Via Lisbona e via Maratea. Nello stesso arco di tempo, sempre a Potenza, ha posseduto 45 unità di terreni poi trasformati, venduti o trasferiti a vario titolo. Il cantiere interessato dal crollo è stato poi ceduto dalla Cismi S.r.l. a MenzaHousedi Bella. MenzaHouse è una società immobiliare e ha già messo in vendita gli appartamenti della palazzina in costruzione la cui progettazione è affidata allo stesso architetto rinviato a giudizio per il crollo del muro avvenuto nel luglio 2018.

Il totem davanti al cantierefoto inchiesta 2

La palazzina in costruzione come sarà a lavori conclusifoto inchiesta 2

In bianco l’area destinata alla costruzione foto inchiesta 2

Nell’area del costruendo edificio che fece crollare il muro alcuni cittadini avrebbero accertato più volte la formazione di un vero e proprio lago la cui acqua è stata aspirata con l’intervento di pompe e riversata nei tombini delle acque bianche. La procedura adottata sarebbe vietata dalla legge.

L’accumulo di acqua nel terreno destinato alla costruzione del palazzo inchiesta2foto inchiesta 2foto inchiesta 2foto inchiesta 2

L’acqua aspirata dal cantiere riversata nei tombini (Video)

IL BOSCO TRA VIA MARATEA E VIA ROMA

E’ l’8 agosto 2023, I cittadini denuncianola scomparsa del bosco di via Maratea a Potenza: “Ci chiediamo sbigottiti – scrivono – come sia ancora possibile realizzare un edificio residenziale al posto di un biotopo di pregio, in un’area già satura di cemento e a forte rischio idrogeologico”. E già, come sia possibile? Sappiamo che tagliare quel boschetto significa che le acque che vengono assorbite dagli alberi potrebbero riversarsi tutte sugli edifici sottostanti che stanno lì da 53 anni.  Il cortile, con gli alberi, gestito dai residenti da 53 anni, come dimostrano 26 autocertificazioni, sarebbe stato venduto dall’ Ater a soggetti privati, non residenti, senza che sia mai stata inoltrata ai residenti alcuna nota per diritto di prelazione. Perché? Un bosco, un cortile con al centro una casa del 1700.  E’ possibile in quel terreno costruire?

L’area bosco su cui si vorrebbe costruire foto inchiesta 2

A poca distanza dalla zona del crollo è sprofondata una parte della tangenziale, e qualche mese prima era stata chiusa la strada di Rione Mancusi perché il sottopassaggio non riusciva a far defluire le acque. Ci sembra di capire dalle testimonianze di alcuni cittadini che i vani ascensore per persone con disabilità delle scale mobili di Santa Lucia sarebbero stati, di recente, pieni di acqua. Insomma, molte cose non quadrano. Rimane il fatto che la l’area mappata al foglio 46 della Zona urbanistica F12, sarebbe geologicamente instabile.

LE CRITICITA’ SCOMPARSE DAI RADAR

Come già detto è il luglio 2018, crolla un terrapieno a monte di un’area di cantiere all’inizio di viale dell’Unicef, a Potenza, a rischio la stabilità di una palazzina sovrastante. Palazzina in cui vivevano 18 famiglie costrette in fretta e furia ad abbandonare gli appartamenti.

Aprile 2019, sprofondamento della sede stradale di viale Unicef (poi imputata alla rete fognaria), in prossimità dell’autovelox, che impose per lungo tempo una deviazione lungo l’altra carreggiata.

Giugno 2019, allagamento delle aree di fondovalle e dei locali commerciali dell’MD Discount posti proprio in prossimità della rotatoria all’inizio di viale dell’Unicef. I locali commerciali dei supermercati, anch’essi di nuova costruzione, mostrano una criticità che è già emersa al primo episodio di piogge torrenziali e che potrebbe ripetersi ogni volta che si verificheranno tali fenomeni con portata superiore alla media. Ciò a causa della eccessiva vicinanza all’area di massimo impluvio delle acque del fondovalle. Essendo questa un’area depressa, sede di un antico alveo fluviale, costituirà via preferenziale di deflusso delle acque meteoriche, pertanto sarà sempre esposta ad un elevato rischio in tal senso.

Quanto detto pone seri dubbi sulla fattibilità delle nuove costruzioni – un’altra è prevista nell’area verde di via Maratea a valle della palazzina al civico 51 – tanto in termini di stabilità dei versanti, quanto in termini di regimentazione e canalizzazione delle acque di falda.

Basti pensare, come abbiamo già visto, che uno dei nuovi edifici verrebbe costruito nell’area prospiciente la zona di crollo del luglio 2018 ed un altro ancora immediatamente a valle dello stesso. Quest’ultimo, inoltre, insisterebbe in un settore morfologicamente assimilabile a quello occupato dai locali commerciali MD e sarebbe quindi esposto ai medesimi rischi di allagamento in caso di condizioni meteorologiche paragonabili a quelle del giugno 2019. Un’ulteriore criticità verrebbe innescata dal sovraccarico della rete fognaria a cui andrebbero a collegarsi i nuovi manufatti: rete che ha già mostrato chiari cenni di cedimento al pari dell’episodio dell’aprile 2019.

In prossimità del ponte attrezzato, sempre lungo il versante nord-occidentale, si riscontra anche un cambio di tipologia di rischio idrogeologico lungo un’area di versante che viene declassata da R3 (elevato) a R1 (moderato). Allo stato attuale, però, non risulterebbe alcuna opera di messa in sicurezza, bonifica e/o consolidamento dell’intero areale a rischio, e non sarebbe reperibile, qualora esistesse, la documentazione a supporto della decisione di declassificare l’area. Non è dato sapere, dunque, secondo quale criterio l’area in questione sia stata declassata.

A valle del lungo costone di Santa Lucia, su viale dell’Unicef, in direzione ponte attrezzato, è in fase di costruzione il “Fondovalle Village”: una serie di appartamenti in alcune palazzine con piano commerciale. La caratteristica del vallone di Viale dell’Unicef e di Verderuolo è la presenza di acque sorgive in tutte le stagioni a cui si aggiungono in alcuni periodi quelle pluviali.

CHI INVESTE NELLA CEMENTIFICAZIONE DELL’AREA?

Tra i primi le società legate a Generoso Donofrio e a Nunzio De Canio: la Cismi S.r.l., il Consorzio Edilizio Verderuolo, la Dedo S.r.l. di Giovanni e Vittorio Curatella.  Ma gli interessi su Verderuolo sono molto più estesi. Molte delle particelle, un tempo classificate a seminativo, erano tra il 2016 e il 2019 catastalmente intestate alla Cismi S.r.l., al Consorzio Edilizio Fondovalle Verderuolo Inferiore, alla Dedo S.r.l., comprese quelle che riguardano – almeno la gran parte – l’area di costruzione dell’insediamento Fondovalle Village. Attraverso frazionamenti, conferimenti, colottizzazioni, con la soppressione di decine di vecchie particelle, i terreni sono passati di mano nel corso degli anni.

La particella 5067 del foglio 46, su cui insiste il boschetto tra via Maratea e via Roma, precedentemente classificato terreno seminativo, è oggi intestata alla Trifoglio Srl, società che dovrebbe costruire o finanziare la costruzione dell’edificio. Quel terreno al 23 maggio 2023 era intestato alla Soceis S.r.l., fino al 30 agosto 2016 era intestato al Consorzio Edilizio Fondovalle Verderuolo Inferiore S.r.l., mentre al 30 luglio 2016 intestatario era ancora la Soceis S.r.l.

Laddove sorge l’MD, in prossimità della rotonda di viale dell’Unicef, il terreno era catastalmente intestato fino al 2011 al Comune di Potenza. Poi passa, dal 2011 al 2016, nelle mani della Dedo S.r.l. con atto di compravendita. Il 30 agosto 2016, con atto di conferimento, la proprietà passa al Consorzio EdilizioFondovalle Verderuolo Inferiore, ma non è finita. Dal 30 agosto 2016 al 9 novembre 2016, attraverso ridistribuzione immobiliare di aree tra colottizzanti, il terreno viene nuovamente intestato alla Dedo S.r.l. che a sua volta venderà alla MD Immobiliare S.p.a. Quando la Dedo S.r.l. fa queste operazioni, amministratori della società erano ancora Nunzio De Canio e Generoso Donofrio.

I terreni su cui sorgerà l’insediamento residenziale Fondovalle Village, se le mappe catastali non ci ingannano risulta intestato alla Dedo S.r.l. Anche in questo caso tra compravendite, frazionamenti, variazioni e conferimenti, i passaggi di mano sono stati molteplici. Prima di arrivare alla Dedo S.r.l., abbiamo attraversato molti soggetti intestatari: Il solito Consorzio Edilizio Verderuolo, il Comune di Potenza, gli imprenditori Giubileo. In fine, ad investire sull’insediamento residenziale è anche la Re-Lender Spa di Francesco Marella.

GLI INTRECCI SOCIETARI E GLI ABBRACCI D’AFFARI

Le mani sul boschetto tra via Maratea e Via Roma appartengono oggi alla Trifoglio S.r.l. La Società con sede a Balvano ha come attività primaria il commercio elettronico di apparecchi elettrici ed elettronici. Costituita nel 2017 con un capitale sociale di 10mila euro. Amministratore Unico Gianluca Imbrogno. Sono soci Minor Aurum S.r.l. al 33,34% Gima S.r.l. al 33,33% Gerardo Pantuosco al 33,33%. La Trifoglio S.r.l. compra il terreno dalla Soceis S.r.l. il cui amministratore unico è Roberto Urgesi. La Soceis ha un capitale sociale di 135.320,00 euro diviso in quote appartenenti per il 12,5% allo stesso Urgesi, per il 18,75% a Paolo Galante, marito di Olga, per il 18,75% a Elisabetta e Olga Grimaldi, per il 12,5% a Claudia Grimaldi, moglie di Roberto Urgesi,  per il 18,75% a Pierluigi Volta marito di Elisabetta.  (Dati aggiornati al 3 ottobre 2022). La Soceis prima di cedere alla Trifoglio S.r.l. aveva acquisito l’intestazione del terreno dal Consorzio Edilizio Fondovalle Verderuolo, il cui presidente del Consiglio di Amministrazione alla data del 16 dicembre 2022 è Vittorio Curatella, consiglieri di amministrazione sempre alla stessa data risultano Nunzio De Canio e Roberto Urgesi. Fino al 2016 consiglieri di amministrazione sono stati Generoso Donofrio e Pierluigi Volta. Se andiamo indietro negli anni troviamo che nel Consorzio Antonio e Vincenzo Giubileo sono stati presidenti del Cda.

Minor Aurum S.r.l., socia al 33,34% della Trifoglio S.r.l., è una Holding di proprietà di Alfredo Ardenghi, amministratore unico della S.E.VAL, società elettrica valtellinese S.r.l. di cui la stessa Minor Aurum è socia di maggioranza con una quota di 1,2 milioni di euro su 3 milioni di capitale. Lo stesso Ardenghi è socio persona fisica con una quota di 555mila euro. Il Gruppo S.E.VAL con sede principale in provincia di Lucca, si occupa di recupero, riciclaggio smaltimento, compostaggio, deposito e trasporto rifiuti di qualsiasi genere. Al Gruppo è collegata anche la Ri.Plastic S.p.A., impianto di Balvano.  Presidente del Cda della Ri.Plastic spa è, infatti, lo stesso Alfredo Ardenghi, mentre i consiglieri di amministrazione sono Gianluca Imbrogno (di fatto amministratore delegato) e Gerardo Pantuosco. La proprietà della Ri.Plastic di Balvano con un capitale sociale di oltre 1,5 milioni di euro è suddivisa tra: Gima S.r.l., (di cui Gianluca Imbrogno è amministratore unico) con 306mila euro; Minor Arum S.r.l. con 643mila euro; Gerardo Pantuosco con 306mila euro; Altri con 275mila euro. In sostanza, il boschetto tra via Maratea e via Roma è nelle mani della Ri.Plastic spa che investe attraverso la Trifoglio S.r.l.

Le mani sull’area e gli edifici commerciali MD discount e Tigotà, le aveva messe, come abbiamo visto, la Dedo S.r.l. che ha poi venduto alla MD Immobiliare Spa. La Dedo S.r.l. risulta anche intestataria dei terreni su cui sorgerà l’insediamento residenziale Fondovalle Village. Esecutrice dei lavori probabilmente è la stessa Società o una delle imprese collegate ai Curatella e agli stessi Donofrio e De Canio.

FONDOVALLE VILLAGE: DALLA DEDO SRL ALLE SOCIETÀ DI MARELLA

Nel 2011 De Canio e Donofrio compaiono nelle carte di un’indagine del Gico della Guardia di Finanza per “sospetta violazione della legge antiriciclaggio”. Gli investigatori sospettavano che dietro alcuni business immobiliari si nascondessero operazioni di riciclaggio. A quanto pare tutti i sospetti si rivelarono infondati. In quella circostanza si parla della Cismi Srl e di un’altra Società, in cui Donofrio e De Canio erano amministratori e soci: la Dedo Srl, con sede a Bella e unità locale a Sala Consilina, oggi ufficialmente amministrata da Vittorio e Giovanni Curatella, di proprietà della CRE Srl a sua volta amministrata da Giovanni Curatella. La CRE Srl è controllata dalla Holding HFC Srl che ne è anche proprietaria. La HFC Srl è anche proprietario e socio unico della Curatella Hotels S.r.l. di cui i Curatella, Giovanni e Vittorio, sono rispettivamente amministratore unico e procuratore speciale.

Proprietaria della HFC Srl è la Vittorio Finizio Curatella & C. Srl. Tra i soci e proprietari di quest’ultima Società c’è, oltre ai Curatella, la Across Fiduciaria Spa. E qui si ferma tutto, chi sono i clienti della Fiduciaria? Le Società Fiduciarie – come è noto – assumono l’amministrazione di beni per conto di terzi attraverso lo strumento della intestazione fiduciaria e nell’esercizio delle loro attività sono obbligate alla riservatezza sull’identità del proprietario effettivo. La caratteristica principale del contratto fiduciario è l’anonimato. Abbiamo aperto questa parentesi perché il nostro lavoro di scavo e di ricerca, incontra ostacoli quando si imbatte nelle Società Fiduciarie, davanti a quel muro non c’è più una strada. Tuttavia esistono determinati casi in cui diverse autorità pubbliche possono chiedere ed ottenere notizie sui fiducianti. La Fiduciaria non sempre è l’entità che fa da “prestanome” agli anonimi, spesso le modalità sono più semplici e difficili da interpretare. Si tratta di relazioni corte, mediate e basate su rapporti d’affari o di amicizia o di parentela.

La zona, in bianco, dove sorgerà il villaggiofoto inchiesta 2foto inchiesta 2

Insomma, i Curatella sembrano essere in qualche modo tra i protagonisti del Fondovalle Village. Chi sono gli altri? A quanto pare anche Francesco Marella ha un ruolo determinante nell’affare, attraverso la Re-Lender Spa, una Società di crowdfunding dedicato alla riconversione industriale e immobiliare, con sede a Potenza e unità locale a Milano. Attraverso questa società avrebbe finanziato, o intende finanziare, una parte dell’investimento per la costruzione dell’insediamento residenziale su viale dell’Unicef con 800mila euro, assicurando agli investitori un rendimento a 18 mesi del 10%. La Re-Lender ha un capitale di 1 milione 101mila euro, deliberato, e 101mila euro versato (dati al dicembre 2022) detenuto per il 99,95% dalla PLA Srl e per lo 0,05% da Francesco Marella.  PLA Srl ha un capitale di 7,5 milioni di euro, procuratore Francesco Marella, amministratore unico Luigi Defina. La proprietà della PLA Srl è per il 99,98% della Investimenti Immobiliare2 Srl e per lo 0,02% di Luigi de Fina. Per chi volesse approfondire il groviglio societario di Francesco Marella e altri basta cliccare qui.

ALCUNE DOMANDE

A proposito del boschetto tra via Maratea e via Roma. Prima di rilasciare una concessione edilizia occorre tra gli altri documenti presentare una relazione Geologica ed Idrogeologica, esiste questa relazione? Il Comune di Potenza ha accertato che trattasi di boschetto e non di terreno agricolo o seminativo? Lo sa che esiste una legge a protezione dei boschi ed anche una legge a protezione di antichi edifici come la casa del 1700 allocata nel boschetto? Com’è possibile continuare nell’iter dell’autorizzazione a costruire senza che si sia accertato se la superfice del cortile venduta a privati sia originata da abusi ed omissioni su quella stessa area? E’ vero che il presidente geometra della terza Commissione consigliare Urbanistica – Opere e Lavori Pubblici avrebbe collaborato come tecnico alle faccene dell’insediamento residenziale nel boschetto e che sia andato a cena con alcuni delle società coinvolte nella compravendita del terreno? Insomma, vi è certezza dell’assenza di un qualche conflitto di interesse? Sulle altre aree interessate da nuove costruzioni le domande sono implicite nel racconto di questa puntata dell’inchiesta. Le concessioni edilizie sono corroborate da relazioni idrogeologiche? Redatte da chi e verificate da chi? Tutti i terreni classificati a seminativo con quale procedura e sulla base di quali presupposti urbanistici sono stati riclassificati in edificabili? Ricordiamo che in molti casi le intestazioni catastali hanno subito variazioni in pochi giorni. L’ultima domanda, al momento: in vista dei fenomeni legati al cambiamento climatico, ormai frequenti, esiste la volontà da parte delle autorità pubbliche di revisionare i piani e regolamenti urbanistici, le procedure di concessione edilizia? Fine seconda puntata

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Qui la prima puntata