Migranti, Centro di accoglienza Palazzo San Gervasio: “disagi non risolti”

28 settembre 2023 | 10:41
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Migranti, Centro di accoglienza Palazzo San Gervasio: “disagi non risolti”
Migranti, Centro di accoglienza Palazzo San Gervasio: “disagi non risolti”
Migranti, Centro di accoglienza Palazzo San Gervasio: “disagi non risolti”
Migranti, Centro di accoglienza Palazzo San Gervasio: “disagi non risolti”

Scarsa attenzione ai bisogni dei lavoratori

Riceviamo e pubblichiamo una nota delle Associazioni “Migranti Basilicata” e “Migranti tutti” a firma di Francesco Castelgrande e di Pino Passarelli

Nel nostro Paese la Carta Costituzionale e la Dichiarazione dei diritti umani vengono puntualmente disattese. Entrambe riconoscono che gli uomini nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. I nostri padri costituenti hanno fatto di più: dignità e diritti sono uno stato che non si perde. Eppure tutto questo non vale nella nostra Regione Basilicata per quanto riguarda l’accoglienza dei lavoratori che vengono nei nostri territori. In particolare in questo momento a Palazzo San Gervasio per la raccolta dei pomodori. E le Istituzioni dove sono? È mai stato fatto un sopralluogo per verificare la situazione igienica e sanitaria? Eppure dall’interno della struttura Youssuf e Badim (nomi di fantasia), ci parlano di disagio e di scarsa attenzione ai bisogni dei lavoratori. Molti sono già stati ospiti negli anni precedenti a Palazzo San Gervasio, ma quest’anno le cose non funzionano. Negli anni precedenti, ed in particolare l’anno scorso vi erano più servizi e più personale dedicato alla pulizia. Le richieste dei lavoratori vengono eseguite con molta lentezza e a distanza di un mese dall’apertura mancano ancora le coperte e per circa 300 persone ci sono 6 bagni e 20 docce nonostante l’arrivo di nuovi container. I fornelli sono sempre circa 30. Ed il personale addetto alle pulizie è sempre di 2 unità. Ora che la campagna entra nel vivo i lavoratori che tornano stanchi dai campi sono costretti a fare file lunghe per le docce e per prepararsi da mangiare. Hanno pochissimo tempo da dedicare ai loro affetti lontani, alla preghiera e al relax. Il tutto avviene nella totale indifferenza e nel silenzio di chi deve verificare. Eppure questi uomini portano sulle nostre tavole i prodotti che loro raccolgo spacciandosi la schiena. Noi non ci stancheremo di denunciare questa situazione di dis-accoglienza e ancora una volta chiediamo che si riveda e si finanzi la Legge 13 del 2016, dandone attuazione. Gli ultimi e gli invisibili sono abbandonati. Solo attuando la Costituzione l’umanità potrà salvarsi.