Fango sulla memoria di Elisa Claps

6 settembre 2023 | 11:51
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Fango sulla memoria di Elisa Claps
Danilo Restivo

Il reiterato tentativo di mettere ordine nella coscienza di chi la coscienza dovrebbe mantenerla in gran disordine

E’ incredibile la sfacciataggine con cui alcuni giornali locali continuano a schierarsi dalla parte dell’uno o dell’altro gruppo di potere. Tutta una manfrina travestita da limpido dibattito politico, confronto di opinioni in una dimensione democratica. Insomma, non è altro che politica e cultura.

Queste frottole bisogna raccontarle ai lucani che indossano i finimenti del mulo, purtroppo molti. Tutti gli altri, avveduti e capaci di pensare, sanno benissimo di che si tratta: lotta tra gruppi di interesse. Penne e giornali a disposizione, persino la Tv. Penne nelle mani di chi ha tutelato negli anni ora gli interessi dell’’uno ora dell’altro a seconda delle convenienze personali del momento. Articoli firmati da pseudonimi funzionali all’anonimato che attaccano ora uno ora l’altro personaggio politico. Insomma, un giornalismo di servizio privato, altro che pubblico.

Servitori del potere di turno che hanno ottenuto galloni sulla manica grazie alla capacità di vendere fumo fornito dal capo. Questi personaggi appartengono da tempo a originali circuiti della “fratellanza” in nome della quale hanno coltivato affari e interessi reciproci. Intorno a questi circuiti, scodinzolano altri mediocri e cinici piccoli personaggi in cerca di fettine di potere e di denaro. Diciamolo, i circoli “massonici” esistono e sono ben visibili, per chi li vuol vedere. Ma non equivochiamo, la massoneria ufficiale c’entra poco, qui si tratta di “fratellanze” fatte in casa, cresciute dentro dinamiche tutte lucane con qualche aiutino da ambienti esogeni. La storia del Potere in Basilicata è seminata di misteri, enigmi, coperture che, in qualche modo, con questo giornale cerchiamo con fatica di raccontare. Dunque, lo scontro tra gruppi di interesse, spacciato per confronto politico o culturale, si è sempre armato di penne caricate a inchiostro interessato. E la storia continua.

Confronto politico e opinioni sono il sale della democrazia. Tuttavia, le opinioni si qualificano in ragione di chi le esprime. Non tutte sono utili al dibattito e al confronto politico o culturale. Dipende dalla credibilità pubblica di chi le racconta. Tanto per estremizzare, non sarebbe credibile l’opinione di Dracula sulle modalità con cui le organizzazioni di volontariato raccolgono il sangue. La sua opinione susciterebbe almeno qualche dubbio circa gli interessi che tutela.

Descritto lo scenario generale di sfondo – ossia la mia opinione – che non accusa nessuno in particolare, ma che riguarda chiunque si senta coinvolto nella descrizione, veniamo al dunque. Oggi assistiamo all’ennesimo tentativo di rovesciare le carte sulla vicenda di Elisa Claps. L’ennesimo tentativo di Nino Grasso – almeno lui ci mette la firma e la faccia – che nel marzo 2021 aveva scritto di “una giovane vita – Elisa– che ha avuto la sfortuna di incontrare sulla propria strada uno psicopatico, pronto ad uccidere per un amore malato non corrisposto”. Sempre lui invitava a coprire tutto “sotto il manto della Madonna” per riappacificare gli animi dei potentini.  Lo stesso Grasso, dalle colonne del suo giornale, oggi ci invita a riflettere sull’ipotesi che Danilo Restivo abbia fatto tutto da solo. Uno psicopatico assassino che nessuno, per leggerezza o negligenza, ha pensato di mettere sotto cura. L’opinionista Grasso ci invita a riflettere sulle forzature di una narrazione che racconta di coperture, di compiacenze, di complicità, di errori giudiziari e investigativi. “Niente di tutto questo – scrive l’opinionista – tutte leggende metropolitane, Danilo Restivo avrebbe fatto tutto da solo. Lo scrive sotto forma di domanda, ma è ciò che pensa. Siamo di fronte al reiterato tentativo di mettere ordine nella coscienza di chi la coscienza dovrebbe mantenerla in gran disordine. Siamo al rinnovato tentativo, guarda caso dopo la pubblicazione del podcast di Pablo Trincia, di tutelare e difendere l’immagine e la posizione di alcuni anziché di altri. Ma perché?