Basilicata verso le elezioni regionali: la lotteria delle promesse

18 settembre 2023 | 12:32
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Basilicata verso le elezioni regionali: la lotteria delle promesse

“Gli elettori dovrebbero scegliere i loro rappresentanti tra coloro che non si candidano”

Se avete un figlio o una figlia da sistemare, se avete un abuso edilizio da sanare, se avete problemi di fatturato, se le commesse di lavoro dalla pubblica amministrazione sono scarse, ebbene questo è il momento. Se avete bisogno di una spinta al prossimo concorso, se aspirate allo scatto di carriera, se dovete sistemare i fatti vostri e della vostra famiglia, questo è il momento. Con la campagna elettorale i mercatini della magia sono aperti: bacchette magiche pronte per l’uso e infallibili nelle risposte ai problemi. Non dovete per forza crederci, ma provarci: è come alla lotteria, anche se qui si scommette altro. Metti sul tavolo verde neanche un euro, ma la tua dignità, le tue amicizie e vecchi favori ancora da ricambiare. Il candidato con la bacchetta magica nel taschino, colpito dalla sindrome del voto, prometterà ogni cosa senza limiti: “fidati, quello che chiedi è già tuo”. Il candidato che ancora conserva un briciolo di pudore non ti prometterà la luna nel pozzo, ma ti accontenterà con un semplice “vedrò che si può fare”.

Se, invece, avete un minimo di cultura, di intelligenza, di visione politica, chiederete altro. Se avete a cuore le sorti della vostra regione, del vostro paese, non solo della vostra famiglia, se avete a cuore il futuro dei giovani, non solo dei vostri figli, chiederete altro, pretenderete altro. Se avete a cuore lo sviluppo capace di liberare le persone dalle condizioni di bisogno e di precarietà, se volete una sanità che funzioni, una università all’altezza delle sfide contemporanee, un sistema produttivo moderno e rispettoso dell’ambiente, allora chiederete altro. Se avete a cuore un efficiente sistema pubblico dei trasporti e un mercato del lavoro che non calpesti la dignità delle persone, chiederete altro. Insomma, se siete cittadini responsabili il voto diventa una leva di cambiamento, un nutrimento della speranza. In tal caso, non andrete al mercato degli scambi, non vi farete avvicinare da quelli con la bacchetta magica nel taschino.

La qualità della classe politica e dirigente di un territorio dipende dalla qualità dei suoi cittadini. La qualità dell’offerta politica dipende dalla qualità della domanda di politica. La base sociale elettorale è qualitativamente scarsa perciò elegge nelle istituzioni gente mediocre. Gente che a sua volta nomina dirigenti inadeguati seppure definiti, dal mediocre che li nomina, “figure di alto profilo”.

Bisogna elevare la qualità e l’intelligenza dei cittadini e degli elettori. Bisogna qualificare la domanda di politica. Non c’è tempo, la stagione della compravendita di voti è già partita. Tuttavia, sarebbe già un passo avanti se i cittadini, attraverso le forme più varie ponessero ai partiti e alle coalizioni domande più serie. Tanto per fare un esempio e solo per esempio: Qual è la vostra idea di sviluppo? Come, quando, con chi, con quali risorse intendete realizzarla? Io cittadino pretendo che diate i numeri e che nell’ultima pagina del vostro programma elettorale ci sia scritto chiaramente: “Porteremo il tasso di occupazione da n a n+ entro 3 anni e il tasso di povertà assoluta da n a n- entro 4 anni, ridurremo l’indice di povertà educativa da X a Y, invertiremo la tendenza allo spopolamento da T a Q, e se ciò non avverrà ci dimetteremo.” Della retorica, delle frasi generiche e ad effetto, dei copia e incolla dei vecchi programmi mai realizzati, non sappiamo più che farcene.  I cittadini dovrebbero accettare una sola promessa: “io candidato, in caso di fallimento del programma di cui sopra, prometto di non ricandidarmi.”

Voi direte: ma che c’entra? Saranno gli elettori a deciderlo. No, gli elettori non sanno decidere, perché in maggioranza frequentano quelli con la bacchetta magica nel taschino o si ritirano in silenzio nelle loro case, disertando le urne. Tanto per sorridere, continuo a pensare che avesse ragione il compianto Roberto Gervaso: “Gli elettori dovrebbero scegliere i loro rappresentanti tra coloro che non si candidano.”