Basilicata, elezioni: il Movimento Cinque Stelle al bivio

30 settembre 2023 | 11:53
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Basilicata, elezioni: il Movimento Cinque Stelle al bivio
Arnaldo Lomuti

Allearsi col sistema o rischiare nella direzione ostinata e contraria?

Qualcuno oggi, dalle colonne di un giornale locale noto per appartenenza alternata a tutti i circoli di potere lucani, prova a stimolare i pentastellati in una direzione da abbraccio “mortale”. Si tratterebbe di un campo larghissimo che individuerebbe in Angelo Chiorazzo l’uomo della salvezza. Un altro giornale che porta il velo alla destra, prova a spingerli in altra direzione, ma con evidente interesse elettorale. Certo il M5S lucano non può allearsi con la destra, ma per coerenza non potrebbe neanche allearsi con il vecchio sistema di potere che per anni ha criticato e politicamente denunciato.

Il bivio è evidente: mi alleo con la brace o con la padella?Qual è in questo caso il ruolo dei pentastellati? Faranno da pietanza elettorale, cotta alla bisogna o sulla brace o nella padella? Quanto peserebbero oggi i voti del M5S in una coalizione di centro sinistra addobbata sulla base di calcoli probabilistici elettorali e non su reali basi di profonda trasformazione e superamento dei mali di questa regione? Una strada ci sarebbe: allearsi con nessuno di questi attrezzi culinari. E allora con chi? Con i gruppi di società civile e movimenti attualmente ai margini della battaglia elettorale.

Tra questi, ce ne sono altri, il partito paneuropeo Volt che in Basilicata pare abbia un seguito e una sua organizzazione, oltre che qualche idea in più degli altri. Il tentativo più coerente sarebbe questo: una coalizione terza che metta al centro volti nuovi, intelligenze originali, pensieri alternativi e una visione di futuro della Basilicata che nessuno pare abbia al momento. Bisognerebbe ragionare in termini politici e non, come spesso accade, in ragione del successo o della sconfitta elettorale. La vita delle persone, il futuro della Basilicata non possono essere trattati alla stregua di un pallottoliere dei consensi.

La storia politica post-prima Repubblica di questa Regione ha dimostrato che vincere le elezioni è un traguardo che immediatamente dopo si trasforma in una vittoria di Pirro per i lucani e in un successo circoscritto a persone, gruppi di interesse, consociazioni di potere. Una volta l’uno una volta l’altro: si alternano tutele di interessi che fanno riferimento a “confraternite politiche” diverse, ma che appartengono ad un sistema che utilizza uguali tecniche, metodi, logiche persuasive. In questo meccanismo sono finiti anche alcuni esponenti politici locali del M5S, ma gran parte della base sociale del Movimento è rimasta ferma su posizioni contrarie alla mala politica, ma deve svegliarsi ed essere più critica nei confronti di alcuni dirigenti regionali e nazionali. Non si dimentichi, solo per fare un esempio, il caso Mario Turco.

Una contaminazione seria con i gruppi di società civile e con il partito Volt, potrebbe generare una novità nel panorama politico attualmente arroccato sui due poli che per molto tempo hanno amministrato la politica regionale senza risultati. Al bando i calcoli, al centro una semina che possa dare frutti in futuro. Le elezioni si possono perdere, ed è probabile che una coalizione terza le perda e che magari favorisca la destra, ma non sempre perdere equivale a una sconfitta. Si viene sconfitti quando si vince senza aver seminato nulla.