Matteo Salvini, la destra e il generale che ha difeso la patria

21 agosto 2023 | 17:45
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Matteo Salvini, la destra e il generale che ha difeso la patria
Salvini e Vannacci

La via gastrointestinale alla crescita e alla prosperità della Nazione

E’ tutto chiaro: da decenni i politici inseguono la pancia del popolo. Siamo alla gastro-democrazia. Non sono gli elettori che decidono chi governa, ma la pancia degli elettori. E chi governa deve vedersela non con le opinioni e il pensiero critico degli elettori, ma con i rumori gastrointestinali del popolo bue. L’andazzo del regime gastrointestinale dura ormai dai tempi di Berlusconi con la nascita di Forza Italia. Prima di allora, certo paternalismo che pure esisteva, ma non dominante, era sensibile alla bocca del popolo più che alla pancia. Per tenere tutti buoni e mantenere il consenso, bisognava distribuire pane e lavoro. Oggi è sufficiente lanciare, dai pulpiti mediatici, coriandoli di illusioni, stupidaggini succulente, palliativi anti stitichezza. In questo brodo di sottocultura emergono generali che “hanno il coraggio di dire quello che la maggioranza degli italiani pensa”. Ministri e parlamentari che tra le righe e anche tra i corridoi solidarizzano con l’alto ufficiale “coraggioso”.

In questa brodaglia trova gioco facile un gran lavoratore come Matteo Salvini che, sull’onda emotiva della folla rilancia la castrazione chimica per gli stupratori e mette in guardia, a proposito del generale coraggioso, dalle condanne al rogo. “Leggerò il libro di questo generale che ha fatto missioni in Somalia, in Iraq, in Afghanistan, che ha salvato vite, che ha difeso la patria, il paese, la bandiera, i nostri ragazzi, che fece delle denunce sull’uranio impoverito che tanto male ha fatto a tanti militari.” Rieccolo, anzi rieccoli: la patria, la bandiera… Avvisate Salvini, che in quel libro non ci sono fotografie. In questa brodaglia trovano gioco facile parlamentari e politici che si contorcono tra mal di pancia nostalgici e mal di testa malinconici.

Tuttavia, il problema risiede appunto nella maggioranza degli italiani. Una maggioranza che possiamo suddividere grossolanamente in tre parti: quella silenziosa, astensionista, che consente all’attuale minoranza di centrodestra di governare il Paese; quella che usa il voto come arma per affermare le proprie opinioni, culture, appartenenze politiche, spesso colpita dalla sindrome del primo della classe (che è una minoranza nella maggioranza); quella che si affida a un populismo contrapposto al populismo della minoranza che governa. Tutta insieme, questa maggioranza di italiani, ormai non vale più di una compatta tifoseria allo stadio. Una popolazione, quella italiana, che si fa popolo soltanto davanti alla nazionale di calcio e che abbaia – senza mordere – soltanto dinanzi all’aumento del costo della benzina o del panino con la mortadella. C’è poi la minoranza vera e propria che spesso parla, espone ragioni, opinioni, ma raramente agisce. E’ l’Italia bellezza, al momento una vera schifezza.