Il Festival delle arti, a Bernalda fino al 19 agosto

3 agosto 2023 | 14:28
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Il Festival delle arti, a Bernalda fino al 19 agosto

Al Castello Medioevale l’iniziativa promossa dall’associazione Terre Joniche”

Dal 29 luglio, e fino al 19 agosto, al Castello Medioevale di Bernalda è in corso il primo festival delle arti realizzato grazie alla determinazione e alla volontà di numerose maestranze locali che si sono messe insieme destinando uno spazio così importante per la comunità, alla creatività e all’estro giovanile, affinché i ragazzi possano trovare un luogo stimolante in cui riconoscersi, incontrarsi creando convivialità attraverso un’integrazione sociale e sinergica.

L’iniziativa è promossa dall’Associazione di Promozione Sociale “Terre Joniche”, nata all’indomani dell’alluvione del 2011 e che ha fatto dei processi dal basso e comunitari un elemento distintivo, e ha visto il coinvolgimento di istituzioni, associazioni e cittadini come il Comune di Bernalda, che ha patrocinato l’iniziativa e la collaborazione della Delegazione FAI (Fondo Ambientale Italiano) della Costa Metapontina, Cea Bernalda e Metaponto, Associazione “Padri Trinitari”, Meta Channel (la tv di Bernalda) e Galleria Foma.

“Si è scelto l’arte, nelle sue numerose eccezioni come trait-d’union di questa ricerca; da tempo, infatti, – sostiene Katya Madio, presidente dell’associazione – l’avvicinamento all’arte avviene attraverso un pieno coinvolgimento di luoghi e persone, un processo di moto a luogo reciproco che prevede, attraverso passaggi e processi, di arrivare a chiunque in forma del tutto inedita. L’arte permette non solo di esprimersi ma anche di avere un effetto terapeutico, finalizzato al recupero ed alla crescita della persona nella sfera emotiva, affettiva e relazionale. È un intervento di aiuto e di sostegno a mediazione non verbale. L’intervento tende ad attivare diverse modalità di comunicazione che aumentino l’autostima e la possibilità di percepirsi, da parte di chi ne usufruisce, come individuo capace di fare e di esprimersi, in un contesto di relazione con il gruppo in cui è inserito.”

“L’arte, infatti, dà la possibilità di attivare risorse che tutti possediamo: la capacità di elaborare il proprio vissuto, dandogli una forma, e di trasmetterlo creativamente agli altri. Si tratta di un processo educativo, laddove “educare” sta per educere, “portare fuori”: far emergere la consapevolezza ed una maggior conoscenza di sé mediante la pratica espressiva, l’osservazione ed il confronto. Non essendo finalizzata alla produzione di un “bell’oggetto”, aspetto più ricreativo ed artigianale relativo ad altri ambiti e metodologie d’intervento, questo progetto offre la possibilità di comunicare e scambiarsi impressioni, ricordi, stati d’animo, immagini reali o fantastiche, in un contesto d’incontro con altri esseri umani, ed è qui che s’innesta la possibilità di passare dalla pura e semplice espressività alla creatività, intesa come possibilità di far incontrare più mondi”.

“Inoltre, un altro elemento significativo del progetto è far sì che entri sempre più nell’immaginario collettivo il legame con i luoghi, i contesti ed il territorio, per questo abbiamo scelto il castello, affinché anche i beni monumentali siano non solo fruibili ed accessibili a tutti, ma si crei un rapporto più attivo, perché questi luoghi vivano e siano vissuti dalle comunità.”

La necessità di costituire una forma di avvicinamento delle diverse fasce di pubblico, in modo particolare i ragazzi e coloro che hanno abilità diverse, per trovare forme di collaborazione comuni, di scambio e aiuto reciproco, un modus operandi a cui ci si è disabituati a causa di eventi come la pandemia, l’utilizzo costante di cellulari che inibiscono la capacità di partecipare a processi collettivi hanno portato a pensare che forse, individuare un contenitore, in questo caso il castello medioevale, da sempre elemento identitario per la cittadina lucana, e attivare processi di sinergia potessero in qualche modo bypassare forme di isolamento e appiattimento culturale.
A questo si unisce anche la necessità di ricerca e l’organizzazione di forme di sostegno al sistema territoriale che evidenziano problematiche di approccio e di visione, ma anche di posizionamento e riconoscimento. Per questo -conclude Madio- stiamo sviluppato un ciclo di incontri che apre al dialogo invitando artisti e operatori (diversi per ruoli, generazioni e geografie) affinché offrano la loro esperienza come piattaforma di analisi per condizioni e visioni”.

locandina