Elisa Claps, un femminicidio senza fine
Quando la smetteranno di uccidere quella bambina? Le motivazioni ufficiali del clero, a supporto della riapertura al culto della chiesa, non convincono. Ancora una volta prevale l’ambiguità
A 16 anni era una bambina. Uccisa in un luogo sacro per i cattolici. Una chiesa, quella frequentata dai potentini cosiddetti “dabbene”. Una chiesa importante nel cuore del centro storico della città. In quella chiesa è stato commesso il femminicidio più lungo della storia. Elisa Claps è stata uccisa per 17 lunghi anni e sui suoi resti, rinvenuti il 17 marzo 2010 in quel luogo sacro, qualcuno ha continuato ad infierire. E dunque, Elisa sarà per chissà quanto tempo ancora assassinata. Uccisa anche dopo il suo assassinio. Dicerie, pettegolezzi, menzogne, coperture inconfessabili degli aguzzini e dei loro complici, depistaggi: un continuo infierire su una bambina già morta. Oggi, con la riapertura al culto di quel luogo scena di un delitto atroce, Elisa subisce un’altra coltellata. La subisce dal mondo a cui era legata spiritualmente. Quando la smetteranno di uccidere quella bambina? Le motivazioni ufficiali del clero, a supporto della riapertura al culto della chiesa, non convincono. Non convincono nemmeno le mezze misure di coloro che oggi galleggiano nel “ni”. Non convincono i modi e i tempi della riapertura. Ancora una volta prevale l’ambiguità.