Continua la campagna di disinformazione su Acque del Sud spa

3 agosto 2023 | 13:15
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Continua la campagna di disinformazione su Acque del Sud spa

Parlare di tutto per non parlare di niente, a volte funzione. Per cui si parla dei debiti di EIPLI, che nessuno mai ha contestato, della necessità di sostituire il vecchio carrozzone con una società capace di mobilitare in meglio la risorsa “acqua”, necessità, questa, che nessuno si sognerebbe di dubitare

Prosegue (direi) senza dignità la campagna di disinformazione che la destra lucana ha orchestrato sulla questione Acque del Sud spa. Parlare di tutto per non parlare di niente, a volte funzione. Per cui si parla dei debiti di EIPLI, che nessuno mai ha contestato, della necessità di sostituire il vecchio carrozzone con una società capace di mobilitare in meglio la risorsa “acqua”, necessità, questa, che nessuno si sognerebbe di dubitare. Nelle strenue difese dei destrofili lucani si esalta persino una sparuta quota di capitale che lo Stato riconoscerebbe alla Basilicata nella nuova S.P.A. Insomma, una farragine di inutili argomenti pur di distrarre l’attenzione dall’unico argomento oggetto della scandalosa modifica del famigerato comma 11 dell’art. 21 della legge 214/2011.

E si, il problema è tutto in questa norma che, se prima della modifica voluta dalla destra meloniana prevedeva di distribuire le quote di rappresentanza di Acque del Sud spa alle regioni Basilicata, Puglia e Campania “in relazione alla disponibilità delle risorse idriche che alimentano il sistema e tenendo conto della presenza sul territorio regionale delle infrastrutture di captazione e grande adduzione”, dopo la riforma della legge 214/2011 nulla prevede se non una percentuale minima (quasi ridicola) del capitale sociale.  Il disvalore tra “il prima” e “il dopo” è evidente a tutti, anche a coloro che, dietro le quinte, hanno barattato l’interesse dei lucani con qualche posticino in CDA.

E allora, riponiamo nel cassetto l’inutile carteggio dei debiti di EIPLI, che tutti conoscono, evitiamo argomenti “perditempo” utili a diluire il discorso nella logica del depistaggio e concentriamo le nostre attenzioni sull’unico tema degno di attenzione: perché la disposizione della legge 214/2011, che prevedeva la distribuzione alle regioni Basilicata, Puglia e Campania di quote di rappresentanza “in relazione alla disponibilità delle risorse idriche che alimentano il sistema e tenendo conto della presenza sul territorio regionale delle infrastrutture di captazione e grande adduzione” è stata soppressa? Quale beneficio la Basilicata ha dalla soppressione di questa norma di legge e perché è stata soppressa?

Domande semplici che esigerebbero risposte altrettanto semplici. Ma, a volte, proprio la semplicità è nemica giurata della verità, quando questa è troppo scomoda.

Schali Koc