“C’è gente a cui dà fastidio la puzza dei negri”
Autobus Roma-San Nicola di Melfi: La spiegazione di un autista di pullman che invita i passeggeri a cambiare di posto prima che a bordo salgano “quelli che vanno a raccogliere i pomodori”
Gentile direttore,
sono una lucana che vive a Roma e le scrivo per denunciare un episodio molto grave accaduto ieri 22 agosto durante la corsa effettuata dal pullman delle 12.45 che da Roma arriva a San Nicola di Melfi.
L’autista a un certo punto ha annunciato una sosta dalle parti di Candela, dove sarebbero saliti “quelli che vanno a raccogliere i pomodori”, invitando i passeggeri a cambiare eventualmente di posto. Questo avviso mi ha lasciata completamente basita. Sì trattava di un pensiero profondamente razzista, espresso senza alcuna vergogna, anzi comunicato al microfono come se fosse un’informazione di servizio. Così mi sono avvicinata all’ autista per chiedere chiarimenti e lui, con grande semplicità, mi ha risposto che “c’è gente a cui dà fastidio la puzza dei negri”.
Faccio presente che sulla stessa corsa era a bordo un animale: possiamo quindi viaggiare con un cane ma non con i neri, gli stessi “neri” senza i quali i nostri pomodori si perderebbero, le nostre terre sarebbero devastate dall’incuria eccetera eccetera. Ci sarebbe molto da aggiungere in proposito, ma voglio qui limitarmi a denunciare la profonda arretratezza culturale di questa gente che di fatto sembra contribuire a diffondere pericolosi messaggi razzisti e ad alimentare pensieri nocivi e paure immotivate. Siamo nel 2023, ma sembra proprio che non riusciamo ad affrancarci dagli antichi retaggi di tempi bui.
Capita spesso di assistere a episodi simili, e altrettanto spesso capita di liquidarli come manifestazioni di ignoranza facendo spallucce. E invece non possiamo più permetterci di abbassare la guardia rispetto a tutto quello che contribuisce ad alimentare una cultura divisiva di muri e confini. Da lucana e da italiana del Sud mi sento offesa da gente che sta facendo di tutto per rendere inospitale il nostro territorio e snaturare il nostro senso dell’ospitalità. Si tratta di comportamenti vergognosi e inammissibili su cui, oggi più che mai, è necessario vigilare. Credo sia doveroso fare il possibile per denunciare e condividere riflessioni in proposito per trasformare una pericolosa percezione della realtà che, non a caso, sembra direttamente connessa al mancato sviluppo del nostro territorio. Perché non esiste sviluppo economico senza emancipazione culturale. LETTERA FIRMATA