Briganti, Raffaele Vescera presenta “La mala vita di Nicola Morra” alla Grancia

14 agosto 2023 | 12:28
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Briganti, Raffaele Vescera presenta “La mala vita di Nicola Morra” alla Grancia

Il 15 agosto a Brindisi Montagna

Nuovo appuntamento culturale domani, giorno di Ferragosto, nel Parco della Grancia a Brindisi Montagna. Protagonista Raffaele Vescera che per l’occasione presenterà il suo romanzo “La mala vita di Nicola Morra”. L’incontro sarà moderato dal presidente del Parco, Nicola Manfredelli, e si svolgerà nell’Anfiteatro delle aquile con inizio alle ore 17,45.

Nicola Morra, bandito solitario pugliese, alla macchia per un indesiderato duello che lo vide vincitore. Eroe romantico dell’Ottocento, Zorro mediterraneo, cavaliere irriverente, sbruffone e poeta, beffardo derisore di potenti e pietoso elemosiniere dei poveri, mai violento, avventuroso e burlone, amante infedele, giustiziere a cavallo e ladro di purosangue. Incarcerato per mezzo secolo, nelle galere incaricato dai capi liberali e carbonari, Luigi Settembrini e Silvio Spaventa di unirsi alla camorra per farsi garante del loro patto scellerato contro il re Borbone, in nome dell’unità d’Italia. Poi, deluso dalla calata degli invasori sabaudi dalla parlata francese, diventa amico degli insorti rifugiati nei boschi, comandati dal generale dei briganti Carmine Donatelli Crocco, con il quale condivide gli ultimi anni di vita nel bagno penale di Santo Stefano. Infine condannato con lombrosiana sentenza per via del suo ghigno “meridionale”.

Le gesta del celebre bandito di Cerignola, vissuto nell’Ottocento, riempivano le fantasie dei pugliesi che le avrebbero cantate per il secolo a venire nelle canzoni popolari e nei dipinti naif. Il mito comune è quello del fuorilegge suo malgrado, Robin Hood o Jesse James, le cui gesta si cantavano simili a quelle di Morra, del bandito gentiluomo che toglie ai ricchi per dare ai poveri, vittima della perfidia del potere. La bontà dell’eroe si dava per scontata e le sue azioni erano giustificate in quanto dettate dalla necessità della giusta punizione del malvagio o da quella dell’osservanza di un codice d’onore dal quale non poteva prescindere.