Basilicata. Sulla sanità speculazione politica e troppi appetiti
Le condizioni dei servizi per la salute potrebbero migliorare in termini di efficienza, di organizzazione, di qualità: sarebbe sufficiente avere a cuore la vita delle persone, anziché quella del conto in banca dei soliti “affamati” di potere
Adesso persino il senatore lucano Gianni Rosa si scaglia contro la Giunta Bardidi cui il suo partito, Fratelli d’Italia, è protagonista e sostenitore. A parte le critiche mosse al governo regionale di centrodestra, qualcosa non quadra nella sortita del senatore: Fratelli d’Italia è un partito con ben 4 esponenti di maggioranza in Consiglio regionale e un assessore (all’Agricoltura e prima alle Attività Produttive). Lo stesso Rosa è stato, fino al marzo 2022, assessore all’Ambiente. Oggi il senatore scopre che la “sanità lucana è al collasso”. Riprende, in sostanza, le stesse critiche sollevate dai sindacati e dai partiti di opposizione da mesi, se non da anni: liste d’attesa, manager discutibili, sanità privata, e così via. In verità, Rosa, ai tempi di Pittella, quando era consigliere di opposizione muoveva sistematicamente feroci critiche al centrosinistra sulla gestione della sanità. Anche i sindacati ai tempi di Franconi-Pittella formulavano aspri giudizi su nomine negli ospedali e sulla gestione del dipartimento Salute. La verità, col senno di poi, emerge oggi in tutta evidenza: la Sanità e il “sistema dell’indotto” che le gira attorno rimane una prateria di interessi nonostante i confini calpestabili si stiano riducendo notevolmente per causa della crescita degli appetiti.
Troppi appetiti restringono gli spazi di manovra una volta riservati a pochi personaggi, e allargano le crepe della confusione. Appetiti politici, economici, di carriera, di consenso. Tutto, però, è riconducibile all’accumulazione di potere decisionale e di controllo sulla vasta gamma di variabili che compongono il mondo della sanità: dall’acquisto dei beni e servizi, alla nomina dei primari e dei dirigenti amministrativi, dalle assunzioni ai privilegi, dagli appalti agli accreditamenti, dalle manovre sulla specialistica ai concorsi. La guerra tra fazioni che si autodefiniscono partiti politici o gruppi di interesse “in nome del bene dei cittadini e della salute dei lucani”, è tutta qui: assumere il potere decisionale e di controllo.
Da decenni sappiamo che quel potere non si assume con la soluzione dei problemi, ma con la creazione ad arte di problemi e di emergenze. Si assume con le promesse, con i favoritismi, con il clientelismo, con il paternalismo. Si assume cavalcando quei problemi senza risolverli, strumentalizzando le criticità ora a sinistra ora a destra, criticità sempre le stesse e in continuo peggioramento. Si assume lasciando che i medici bravi scappino via per lasciare il posto all’amico del politico. Si assume lasciando reparti a morire, a sopravvivere, in cui gli operatori sanitari sono costretti a turni massacranti nel quadro di un malessere lavorativo ai limiti della sopportazione. Si assume gestendo i reparti e interi ospedali come se fossero feudi assegnati dal re.
Voi credete al cosiddetto centro sinistra che oggi cavalca i problemi che non ha risolto? Voi credete al centro destra che criticava il centro sinistra e che oggi piangendo lacrime di coccodrillo non risolve i vecchi problemi e ne crea di nuovi? Voi credete a Gianni Rosa che oggi scopre l’acqua che egli stesso ha contribuito a scaldare? Intanto, abbiamo la inutile e improvvisata facoltà di medicina – chissà che fine farà- , ma non esiste un policlinico degno di questo nome. Suvvia, serve anche quella a lor signori.
Il mondo della sanità è complicato, difficile da gestire, con problemi non sempre risolvibili. Tuttavia le condizioni potrebbero migliorare in termini di efficienza, di organizzazione, di qualità: sarebbe sufficiente avere a cuore la salute delle persone, anziché quella del conto in banca dei soliti “affamati” di potere.