Basilicata, accoglienza migranti: Vito Bardi preferisce evitare le responsabilità

21 agosto 2023 | 15:20
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Basilicata, accoglienza migranti: Vito Bardi preferisce evitare le responsabilità
Bardi al Tg5

Il presidente della Regione anziché lavorare per rendere l’accoglienza degli immigrati un’opportunità mette le mani avanti agitando lo spauracchio dell’allarme sociale

“Più migranti in Basilicata? Va bene la solidarietà ma si tenga conto delle caratteristiche di una regione come la nostra, con 131 piccoli comuni. Non possiamo reggere numeri importanti. Parlerò con il Ministro Piantedosi e gli altri presidenti di regione”. Così il presidente della Basilicata in un post su X.

La dichiarazione arriva dopo che il ministro dell’Interno aveva diffuso l’ipotesi di modifica dei criteri di ripartizione territoriale dell’accoglienza degli immigrati in arrivo. La nuova proposta prevederebbe la ripartizione non solo in base alla popolazione residente (70%) ma anche, per il restante 30%, in relazione alla superficie del territorio. Basilicata e Sardegna, con un territorio vasto ma con scarsa densità di popolazione verrebbero così “penalizzate”. Bardi chiarisce meglio il suo punto di vista, sconcertante, in una dichiarazione rilasciata al Tg5: “Abbiamo 131 Comuni in maggioranza con una popolazione inferiore a 5mila abitanti, questo potrebbe creare sicuramente un problema di allarme sociale”. Da notare il condizionale “potrebbe” con la certezza “sicuramente”. Ma lasciamo stare.

Ciò che non possiamo lasciar stare è una domanda: sulla base di quali dati Bardi fonda la certezza di un allarme sociale in caso di incremento del numero degli immigrati accolti in Basilicata? Aspettiamo, ma non siamo ottimisti, una risposta in tempi decenti. Tuttavia, temiamo che il “Bardi pensiero” si sviluppi intorno a suggestioni ideologiche e a fantasie antropologiche. Una forma di culturalismo per cui i lucani – per inciso, secondo Bardi, quelli che abitano nei paesi in via di estinzione – sarebbero xenofobi. Può anche darsi che le sue affermazioni prendano le mosse da un calcolo politico: “la maggioranza degli elettori non vuole migranti tra le scatole”. Magari ha ragione e in tal caso tutti dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza e agire non per assecondare un sentimento di paura e di disprezzo, ma per combatterlo.

La verità è che questa regione si sta spopolando a ritmi sostenuti, e che le strutture di accoglienza, specie quelle destinate ai braccianti agricoli, sono insufficienti, precarie, indegne. Il problema vero risiede nell’assenza di un piano di accoglienza e di integrazione degli immigrati che possa anche invertire la tendenza alla desertificazione demografica. Un Piano che guardi ai flussi migratori dai Paesi extracomunitari come ad una straordinaria opportunità per i piccoli Comuni della regione. Governo o no, ministero o no, la Regione potrebbe ricorrere a sistemi di filtro per l’integrazione sociale degli immigrati ospitati in un contesto di emergenza e per il loro dignitoso ingresso nel mondo del lavoro e, soprattutto, nel mondo dei lavori “abbandonati”. Non è facile, è complicato, ma possibile. Si tratta di donne, uomini, bambini, non di numeri da spostare sulle caselle del gioco cinico della propaganda e della convenienza.

Il problema è che si è impreparati, o si è incapaci di trasformare situazioni di emergenza in percorsi virtuosi per il territorio. Bardi, anziché lavorare per rendere l’accoglienza degli immigrati un’opportunità, mette le mani avanti agitando lo spauracchio dell’allarme sociale. Si arrende perché combattere non è politicamente corretto e conveniente.