Sanità. In Basilicata qualcosa ancora funziona, fino a quando?

24 luglio 2023 | 10:28
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Sanità. In Basilicata qualcosa ancora funziona, fino a quando?

Vai in ospedale e trovi quella persona anziana sballottata da un piano all’altro perché nessuno si prende cura di lei

All’ospedale San Carlo di Potenza, a leggere le parole del direttore generale, va tutto bene, anzi meglio, e il futuro sarà formidabile.  Poi però vai in ospedale, magari nella sala d’attesa del reparto Pinco Pallo e trovi che il bagno per gli utenti è chiuso: guasto da chissà quanto tempo. Su una porta della toilette chiusa e inaccessibile c’è scritto, col pennarello: chiudere la porta, grazie. Una beffa per gli utenti. Poi vai in ospedale e aspetti le ore perché il medico è da solo e deve seguire sia il reparto sia l’ambulatorio. Vai in ospedale e trovi quella persona anziana sballottata da un piano all’altro perché nessuno si prende cura di lei e la guidi nel percorso dal ticket, alla vidimazione, al luogo della visita prenotata 9 mesi fa. Anzi, qualcuno la tratta con sufficienza e scostumatezza.

wc ospedale

Vai in ospedale e qualcuno confonde una visita di primo accesso, con l’ennesima visita di controllo per una patologia che non hai. Ma per il direttore generale “l’albero cade ma la foresta cresce”. L’albero che cade sarebbero tutti i disagi, piccoli e grandi, sopportati dagli utenti e “amplificati” dalla stampa. Mentre la foresta che cresce sarebbero tutte le eroiche attività messe in campo dalla dirigenza, attività di cui la signora anziana sballottata non capisce lo spessore.  L’albero però cade spesso, tanti alberi, e dunque la foresta è in pericolo. Ma per il direttore generale va tutto bene. Certo.

Poi vai in ospedale, ti somministrano un sovradosaggio di sodio e finisci in coma. Medici e infermieri stressati, turni massacranti, disorganizzazione nella gestione delle risorse umane. Non tutti gli alberi cadono, grazie a Dio, ci mancherebbe. Abbiamo il dubbio che le tante cose che funzionano dipendano dallo spirito di servizio e di sacrificio del personale sanitario. Le cose che non funzionano, invece, ne siamo certi, dipendono dall’inadeguatezza di chi amministra l’azienda sanitaria e gli ospedali disseminati nella regione. Sullo sfondo il solito gioco dei favoritismi, dei privilegi, della gestione politica delle vite umane. Una sanità che funzioni si preoccupa degli alberi perché gli alberi sono la foresta.