Sanità in Basilicata: le liste d’attesa “finalmente un ricordo”

24 luglio 2023 | 14:23
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Sanità in Basilicata: le liste d’attesa “finalmente un ricordo”

La Regione ha deciso: per eliminare le pericolose lungaggini è sufficiente eliminare i pazienti

Siamo alle solite soluzioni stravaganti. Una strada diroccata è pericolosa? La soluzione è un bel divieto di accesso o di transito, con buona pace degli automobilisti costretti a fare il giro delle mulattiere ancora transitabili. Ripararla no? Certo, ma non si sa quando. Perché non intervenire con la giusta manutenzione ex ante anziché con le chiusure ex post? E chi lo sa.

E’ lo stesso approccio utilizzato nel tentativo di ridurre le liste di attesa per le visite specialistiche e altro. L’ultima genialità dell’assessore Fanelli punta a “minacciare” i medici di base affinché evitino di prescrivere visite “inutili” o superflue o, come si usa nel linguaggio burocratico, “inappropriate”. La tattica della Regione prevede a danno dei medici di famiglia la “sospensione dell’attività prescrittiva, da applicare sia in caso di mancata adesione ai percorsi assistenziali, sia laddove si verifichino episodi ripetuti e non motivati di prescrizione di prestazioni non appropriate”. Insomma si tratta di sanzioni nei confronti di chi dovesse aver disposto prestazioni non indispensabili per i suoi pazienti. Cambio di paradigma: anziché fornire agli utenti servizi in grado di ridurre le liste di attesa nelle strutture sanitarie pubbliche, si mette una barriera all’ingresso dei servizi: “vietato entrare, se non è necessario”. Riducendo il numero delle prestazioni e dei pazienti – questo è il ragionamento geniale – i tempi di attesa dovrebbero ridursi. E’ come dire “per evitare che la gente mangi troppe uova, uccidiamo le galline.  Chi decide se una visita specialistica è necessaria? Quasi sempre il medico di base o il pediatra di famiglia. Vogliamo sindacare sulla lealtà e la competenza dei dottori di famiglia? Li usiamo come capro espiatorio del fallimento della sanità pubblica? E a chi spetta la decisione di stabilire se la visita o la prestazione specialistica prescritta dal medico di base sia inappropriata o appropriata? In che modo, con quali formule?

La salute è un diritto, nessuna prescrizione medica è inutile quando, sempre, chiunque è nell’angoscia di sapere se ha o non ha una patologia. E’ lo stesso principio del garantismo giudiziario: meglio un colpevole fuori che cento innocenti in galera. Meglio una prescrizione specialistica che a valle si rivelerà superflua che una prescrizione evitata a monte e causa di decessi misteriosi. La salute è un diritto, non ha costi, ha semplicemente un valore inestimabile.