Ospedali non chiudono ma il 57% dei medici salta i riposi settimanali
La federazione degli internisti Fadoi fotografa l’emergenza estiva per la carenza di personale acuita dalle vacanze. In Basilicata un terzo dei medici va in ferie, la qualità dell’assistenza è compromessa. Problema carenza personale e disorganizzazone
Tempo di vacanze anche per i medici, che negli ospedali italiani d’estate, per non lasciare senza assistenza i pazienti, devono lavorare di più in quasi la metà dei casi per sopperire a carenze di organico che tra giugno e settembre diventano insostenibili, visto che circa un terzo di loro va in ferie. Così molti fanno ore in più per coprire i turni di notte e il 56,8% salta i riposi settimanali. A fornire il quadro degli ospedali italiani nel periodo estivo, quando le ferie rendono insostenibili i vuoti in pianta organica, è la survey condotta dalla Federazione dei medici internisti ospedalieri (Fadoi) in 206 Unità operative ospedaliere di medicina interna sparse in tutte le regioni italiane. Una situazione che rispecchia quello che avviene anche in larga parte dei dipartimenti di altre specialità mediche.
“Pur riducendo le attività d’estate, se gli ospedali non chiudono per ferie lo si deve ai sacrifici sostenuti dai medici per coprire la carenza di personale già di per sé cronica”, evidenzia la Fadoi. Da giugno a settembre il 44,7% dei medici è obbligato a coprire i turni notturni con attività aggiuntive, mentre il 28% è chiamato a garantire anche i turni in pronto soccorso (il 4,4% solo nel periodo estivo), con un numero di ore compreso tra le 12 e le 60 a settimana nel 56% degli ospedali, mentre nel 10,5% dei casi il numero di ore trascorse nei Ps è addirittura superiore a 90″.
Secondo il presidente nazionale di Fadoi, Francesco Dentali, “nelle medicine interne le carenze di organico che vanno ad accentuarsi nel periodo di riposo estivo vanno a rendere più critico il quadro per via del fatto che i nostri reparti sono ancora erroneamente classificati come a ‘bassa intensità di cura’, cosa che implica una minor dotazione di tecnologie, medici e infermieri per posto letto, che diventa esplosiva nel periodo estivo”. Cosa che tra giugno e settembre, secondo l’indagine Fadoi, “avviene per totalità dei medici della Basilicata che usufruiscono dei 15 giorni di ferie e la riduzione degli organici in reparto varia di un terzo”. Il sondaggio ha evidenziato, quindi, come “per chi resta, il volume di lavoro aumenta e ciò incide sull’assistenza ai cittadini