Meglio non fare i furbi, si rischia grosso
L’ombra delle bonifiche sugli insediamenti produttivi nell’area industriale di Ferrandina destinata a Zona Economia Speciale (ZES)
Con l’ennesimo Accordo Di Programma del 2020 la Regione si impegnava a concludere i procedimenti per la messa in sicurezza e bonifica dell’area industriale della val Basento. In particolare il procedimento avrebbe riguardato: l’acqua di falda del fiume Basento nel tratto di attraversamento della zona industriale; le aree pubbliche ed agricole colpite da inquinamento indotto; le acque superficiali del fiume Basento nel tratto di attraversamento della zona industriale.
Prevista anche la messa in sicurezza e bonifica della ex Liquichimica che, pur non essendo di competenza ministeriale rientrava in un accordo, del 2015, transattivo tra il Consorzio Industriale di Matera e la ex Syndial. In quella circostanza il ministero aveva accolto e validata l’istanza di caratterizzazione ed analisi del rischio sanitario e ambientale.
La caratterizzazione ha fatto emergere il vasto e profondo inquinamento da cloruro di vinile e mercurio in tutta l’area della ex Liquichimica di Ferrandina. Quest’area è contigua alla zona di competenza pubblica su cui dovrebbe insistere il “Centro intermodale”, la cui analisi del rischio presentata dalla Regione è stata respinta, bocciata, dal ministero. Anche in questo caso è tutto fermo. Ma c’è dell’altro. L’intervento di messa in sicurezza e bonifica dell’acqua di falda, di competenza pubblica, è al palo. Aggiungiamo che attigua all’area della ex Liquichimica insiste lo stabilimento della Greenswitch, anch’essa obbligata alla caratterizzazione. Qui i risultati hanno fatto emergere superamenti di cloruro di vinile e di altre sostanze pericolose.
L’Arpab, in una nota inviata il 19 giugno 2023, all’Azienda sanitaria di Matera, ha segnalato in quella zona un pericolo per la salute dei lavoratori. Sempre Arpab con una nota del 23 giugno 2023 indirizzata al Consorzio Industriale e alla Regione Basilicata, chiede che venga presentato un unico progetto di bonifica per l’intera area della ex Liquichimica.
Ebbene, date le condizioni appena descritte ci chiediamo se tutte le procedure fino ad oggi avviate per gli insediamenti Zes (Zona economica speciale) siano un passo più lungo della gamba. La zona sembra essere stata già perimetrata. Se guardiamo le planimetrie, gran parte delle aree destinate a insediamenti Zes, tra cui spicca la piattaforma intermodale, nell’area industriale di Ferrandina, sono sovrapponibili alle planimetrie che riguardano le aree ancora da bonificare.
Eppure è cominciata la corsa alla compravendita dei terreni, all’affidamento di consulenze, come nel caso di Ferrandina con un costo di 150mila euro. E magari è partita la corsa alle autorizzazioni per gli insediamenti. Qualcuno pensa che la Zes possa essere attivata in un’area non ancora bonificata? Qualcuno pensa di autorizzare insediamenti, di vendere terreni a qualche ignaro imprenditore in presenza di precisi impedimenti ambientali? Qualcuno pensa di dare per scontate bonifiche mai realizzate e dunque consentire insediamenti che metterebbero a rischio la salute dei lavoratori? Ecco, tutto questo non è chiaro, anzi.
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