Malcostume: “I pidocchi caduti nella farina”

14 luglio 2023 | 13:20
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Malcostume: “I pidocchi caduti nella farina”

Un profilo “lucanico” d’eccellenza: la Basilicata è piena di questi animaletti antropomorfi che scorrazzano tra le poltrone degli uffici pubblici

Lui non è niente, poca roba, neanche il diploma. Ma questo non è importante. Fatti suoi.  Sarebbe importante avere dignità, essere onesto, umile, magari prodigarsi per aiutare gli altri e avere l’aspirazione ad imparare. Si fa strada trasformandosi in affidabile zerbino di quel politico senza scrupoli. E così è. Dopo pochi mesi, non si sa per quale miracolo, lui è in un ufficio pubblico, in un ambulatorio dell’ospedale, o in qualche altra postazione magari creata apposta per garantirgli uno stipendio. Anche questo potrebbe non essere importante, lo fanno in tanti. La faccenda si fa problematica quando lui, trovandosi in una posizione non meritata, comincia ad alzare la cresta a danno dei poveri cristi cittadini che si rivolgono al suo ufficio per prenotare una visita, per definire una pratica di pensione, per qualunque cosa egli debba servire al pubblico.

Eccolo che arriva in ufficio indossando vestiti firmati, orologio costoso, camminando in modalità sfilata fashion. Non guarda in faccia a nessuno, non saluta, si infila nella stanza, con un’ora di ritardo, e comincia la giornata. Il povero utente, che aspetta dalle 9, e sono le 10, finalmente può entrare e assistere alla prima telefonata del nostro uomo: “Ciao tesoro, tutto bene, io adesso sono arrivato. Il concerto di ieri sera è stato bellissimo, grazie per avermi portato…” Il povero utente è ancora lì che aspetta, imbarazzato. La conversazione telefonica continua: “Sai amore? Oggi dovrebbe arrivarmi quel vestito che abbiamo visto in vetrina a Roma in quel negozio in via Condotti…” Intanto l’utente è ancora in piedi, nessuno lo ha invitato a sedersi. Fuori dalla porta dell’ufficio altri stanno aspettando, tra loro maledicono il malcapitato entrato per primo: “ma quanto tempo ci mette?”

Finalmente il nostro impiegato chiude il telefono, ma nel frattempo arriva una chiamata sul suo cellulare, l’interlocutore è il politico che lo ha beneficiato: “senti arriva un certo Ditammo, Ditammo Vincenzo, abbi riguardo, è un amico”. L’impiegato esce dalla stanza, ci sono dieci persone che aspettano dalle 9 del mattino: “Ditammo, Ditammo Vincenzo c’è?”. “Eccomi sono qui”. “Prego si accomodi.” Intanto invita, senza tanti complimenti, l’utente che ancora spetta di essere servito ad uscire per 5 minuti.

Anche questo modo di fare potrebbe non essere importante, appartiene a tanti “pidocchi caduti nella farina”. La faccenda si fa importante quando l’impiegato comincia a trattare senza alcun riguardo i cittadini utenti del servizio, quelli che in fondo lo pagano senza averlo scelto. Quel giorno, ma è sempre così, tratta tutti gli utenti, tranne Ditammo Vincenzo, con uno spiacevole atteggiamento arrogante, scostumato, prepotente. In fondo si può perdonare tutto, ma non la cattiveria di un pidocchio caduto nella farina e per questo diventato mugnaio. In fondo si può perdonare tutto, ma non i cittadini che subiscono e non reagiscono a queste nefandezze.

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