La tenda degli ex Tis e Rmi “vogliono toglierla perché scomoda al potere politico che non ha saputo trovare soluzioni”

3 luglio 2023 | 09:21
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La tenda degli ex Tis e Rmi “vogliono toglierla perché scomoda al potere politico che non ha saputo trovare soluzioni”
Lavoratori e lavoratrici ex Tis e Rmi davanti alla tenda

L’appello dei lavoratori e delle lavoratrici da mesi in presidio sotto la Regione Basilicata

Di seguito il comunicato stampa dei lavoratori ex Tis e Rmi da mesi in presidio sotto la Regione Basilicata

“Siamo una rappresentanza dei 1800 nuclei familiari collocati in progetti di inserimento sociale/lavorativo, meglio conosciuti come lavoratori TIS (tirocinanti di inserimento sociale) e RMI (reddito minimo di inserimento). Siamo lavoratrici e lavoratori della Basilicata impegnati da anni in progetti di pubblica utilità, collocati nelle scuole, nei tribunali, nei comuni, nel verde pubblico e in tanti altri ambienti di lavoro della pubblica amministrazione, svolgiamo il nostro lavoro quasi gratuitamente e senza un regolare contratto di lavoro. Negli anni abbiamo acquisito professionalità e competenze riconosciute da tutti , ma formalmente e nei fatti non siamo neanche degni di essere chiamati “lavoratori”. Non abbiamo diritto alla malattia, ai contributi pensionistici, ad un giusto riposo, alla maternità, non abbiamo alcun diritto riconosciuto.

Sono passati decenni dal nostro primo inserimento in platee di pubblica utilità, ci hanno chiamati con i nomi più fantasiosi e disparati pur di tenerci sempre nel mondo sommerso del lavoro nero legalizzato dalle istituzioni. Assistiamo disabili, guidiamo pulmini dei comuni, visioniamo documenti e atti sensibili in comuni e tribunali, siamo presenti nelle mense scolastiche e tante altre mansioni. Percepiamo un sussidio più basso di un reddito di cittadinanza, solo 550 euro al mese pur lavorando, questa situazione ci sta distruggendo fisicamente e psicologicamente. Non riusciamo a pagare le bollette, a mantenere le nostre famiglie, a garantire un’istruzione ai nostri figli. Ci sentiamo umiliati e sfruttati a tutti i livelli dalle pubbliche amministrazioni, le quali si servono del nostro lavoro senza riconoscerne il merito e i diritti.

Sono mesi che abbiamo iniziato a farci sentire, è in corso una battaglia per conquistare dei diritti mai ricevuti e una retribuzione adeguata al lavoro svolto e sufficiente ad assicurare a noi stessi e alle nostre famiglie un’esistenza libera e dignitosa. Sono 120 giorni che siamo presenti insieme ai rappresentati sindacali della Cub e della Usb nei pressi del palazzo regionale con un presidio permanente e con una tenda ricevuta dall’associazione della Protezione Civile Gruppo Lucano, volontari delle sedi di Filiano, Avigliano e Potenza. Nella stessa tenda sono venuti anche i segretari regionali di Cgil-Cisl e Uil, insieme ai segretari di categoria , a sostenere le nostre ragioni.

Nei giorni scorsi siamo venuti a conoscenza del fatto che la tenda possa essere rimossa. Noi riteniamo che tale eventuale decisione vada esattamente nella direzione auspicata dalle istituzioni, poiché quella tenda, diventata un elemento scomodo da togliere di mezzo, è scomoda innanzitutto al potere politico che governa e che fino ad ora non ha saputo trovare soluzioni alla vertenza di noi lavoratrici e lavoratori Tis e Rmi. Quella che abbiamo ricevuto dall’Associazione Protezione Civile Gruppo Lucano, lasciata a terra e messa in piedi dagli stessi lavoratori TIS e RMI è una tenda datata, tutta bucata. Chiunque abbia dato indicazioni di smuovere la tenda farebbe il gioco di chi non riesce a smuovere il problema che i lavoratori Tis e Rmi hanno posto, la loro più che meritata stabilizzazione. Invitiamo quindi la Protezione Civile a non smontare la tenda situata nei pressi del Palazzo Regionale. La Protezione Civile ha decine di tende e non ha certamente bisogno di quella specifica, praticamente ormai inutilizzabile. Pertanto chiediamo che la tenda resti a disposizione di questa battaglia per i diritti finora negati.