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Cerealicoltori lucani a Foggia per manifestare contro le speculazioni sul prezzo del grano

12 luglio 2023 | 17:33
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Cerealicoltori lucani a Foggia per manifestare contro le speculazioni sul prezzo del grano

Cia: Ormai si fatica a coprire i costi di produzione

Anche una folta delegazione di cerealicoltori lucani aderenti alla Cia ha partecipato oggi a Foggia alla manifestazione contro le speculazioni sul prezzo del grano. Non a caso è stata scelta come luogo per manifestare la Cittadella dell’Economia di Foggia, lì dove il prezzo del grano scivola sempre più giù. I cerealicoltori hanno sfidato i 40 gradi registrati in città per restituire dignità ai campi e al lavoro agricolo, quando ormai si fatica a coprire i costi di produzione. “Granaio Italia, Cun e sovranità dei prodotti italiani “subito” è il motto dei produttori. Simbolicamente, è stato distribuito mezzo chilo di pane ai rappresentanti delle istituzioni.

“Un chilo di pane corrisponde a 30 centesimi pagati agli agricoltori – sottolinea Leonardo Moscaritolo, dirigente Cia Basilicata – e questa è una vergogna che non possiamo più patire. Con il valore al ribasso riconosciuto per il grano duro e, di contro, il caro prezzi di pane e pasta, ci guadagnano solo gli speculatori, mentre le importazioni senza controllo mettono a rischio la continuità della produzione italiana. Come se non bastasse la mazzata dei danni per calamità, dopo i ripetuti attacchi speculativi dei mercati che hanno portato al tracollo dei prezzi dei cereali, in concomitanza con i costi di produzione altissimi e dopo l’entrata in vigore della nuova PAC, mai così penalizzante per tutto il comparto cerealicolo, è a rischio tutta la Filiera a partire da quella della pasta, eccellenza del Made in Italy.”

“Non contestiamo la necessità di importare una quota di grano dall’estero per coprire parte del fabbisogno industriale -aggiunge -, ma temiamo che quella quota si avvii a essere maggioritaria e che l’aumento incontrollato delle importazioni porti alle estreme conseguenze una dinamica già in atto: la riduzione progressiva della produzione di grano italiano, la chiusura di centinaia di aziende cerealicole e la perdita di migliaia di posti di lavoro. Per non parlare delle questioni attinenti alla sicurezza e alla salubrità degli alimenti”.