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Basilicata. Tempa Rossa, il far west della legalità e la morte della trasparenza

10 luglio 2023 | 15:21
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Basilicata. Tempa Rossa, il far west della legalità e la morte della trasparenza

“Quanti soldi sprecati per tenere a galla un sistema di malaffare”

C’è una zona della Basilicata, ideale per ambientare un “romanzo criminale”. Sotto molti aspetti isolata, ben nascosta dagli sguardi delle istituzioni, e dove la politica e l’amministrazione pubblica sono sottratte al controllo sociale. Una zona desolata che vive in una desolazione necessaria ai piccoli potentati locali. Una popolazione sottoposta ai ricatti e alle vessazioni e tuttavia complice, pronta a cedere in cambio di un osso in bocca. E’ la situazione ideale per il sistema “mafioncello” costruito intorno ai soldi del petrolio e delle risorse pubbliche in varie forme destinate ai piccoli Comuni. E’ questa la descrizione sintetica e immaginaria del contesto in cui si sviluppa questo nuovo capitolo del romanzo criminale che pubblichiamo oggi. Per chi non avesse letto i capitoli precedenti ciccare quie qui.

I luoghi e i paesaggi sono quelli dei Comuni interessati dalle attività estrattive della Total a Tempa Rossa: Corleto Perticara, Guardia Perticara, Stigliano, Cirigliano, Gorgoglione, Aliano e altri.

In questo nuovo capitolo il “romanziere” scriverebbe di un immaginario ex vicesindaco, sempreverde capetto politico che ostenta un tenore di vita incompatibile con le condizioni ufficiali di persona senza mestiere e senza reddito accertato. Auto costosa, casa lussuosa, vestiti firmati. In un paese di poche centinaia di anime, isolato e desolato, la fortuna bacia pochi cristiani. Gli altri osservano, sussurrano, borbottano, ma poi vivono nella speranza dell’osso in bocca o chiusi nel timore di ritorsioni.

In questo nuovo capitolo il romanziere scriverebbe di un immaginario sindaco che affida continuamente all’associazione del figlio l’organizzazione di eventi e altre diavolerie inutili. Migliaia di euro ogni anno, così senza che nessuno alzi la voce e pretenda un minimo di decenza.

E poi gli affidamenti diretti di lavori alle solite ditte le quali magari eseguono le opere con modalità massimo risparmio: alcune anche con il Durc irregolare. E dunque quella strada dopo pochi messi crolla. La stessa ditta prende in affidamento i lavori di ripristino e consolidamento. E se qualcuno fa notare che i lavori sono stati fatti male, il titolare gli ricorda che quei lavori gli sono costati qualche soldo di tangente proprio a chi contesta la regolarità dell’esecuzione. E allora tutti zitti.

In questo nuovo capitolo, nuovo si fa per dire, il romanziere scriverebbe che qualcuno dalle parti dell’impianto di Tempa Rossa continua ad affidare lavori milionari agli amici in cambio di qualche benevolenza. Nell’immaginazione dello scrittore la fantasia potrebbe prendere il sopravvento anche quando scriverebbe di alcune aziende che assumono su segnalazione dei capetti interni allo stabilimento di Tempa Rossa: avvisi “pubblici”, si fa per dire, tenuti nascosti per favorire parenti e amici. Ma il romanzo potrebbe prendere una piega ancora più stupefacente se lo scrittore volesse scrivere, sempre facendo ricorso all’immaginazione, che ad alcune aziende dell’indotto, sempre le solite, si offrono contratti con importi altissimi fuori mercato. Magari lo scrittore farebbe l’esempio, fantasioso, dei lavori appena conclusi per la fermata dell’impianto: soldi a gogò. E qui la fantasia volerebbe molto in alto: lavoratori impiegati per decine di giorni senza riposo, 12 ore al giorno, o anche H24. Alla faccia della sicurezza. Figurano 100 unità sul posto di lavoro, mentre a lavorare effettivamente ce ne sono 50, con indennità pagate fuori busta. Lo scrittore si chiederebbe: e gli altri dove sono? L’immaginazione gli darebbe una risposta: sono al lavorare nelle aziende dei titolari del contratto per i lavori della fermata. Un bel risparmio, vero? Incasso da Total e pago i lavoratori impegnati nella mia azienda.

Nel romanzo frutto della fantasia, lo scrittore parlerebbe di lavoratori vittime di “bullismo” aziendale. Vessati e minacciati perché qualche volta provano ad alzare la testa. O perché non dichiarano il falso a danno di altri colleghi non graditi ai capetti. Taluni strateghi dirigenti dell’impianto agiscono subdolamente per mettere in cattiva luce alcune aziende, le migliori, per favorirne altre, le peggiori. Scriverebbe di appalti misteriosi affidati ad aziende non in possesso delle certificazioni necessarie e obbligatorie.

Lo scrittore, con un maggiore sforzo di fantasia, arriverebbe a descrivere una situazione paradossale: la fornitura di bagni chimici. In questo caso il romanziere scoprirebbe che la Total paga due aziende: “una con il contratto ancora attivo, ma non gradita, e l’altra chiamata per sostituirla nonostante il contratto della prima scada tra un paio di anni.  I bagni forniti dalla prima sono chiusi, ma non rimossi, e quelli forniti dalla seconda sono aperti.” Certo è che la fantasia dello scrittore viaggerebbe lontano. E mentre viaggia penserebbe tra sé: quanti soldi sprecati, per tenere a galla un sistema di malaffare. Un sistema a copertura di faccende politiche e faccende politiche a copertura del sistema.

Viaggiando nella fantasia il nostro autore scriverebbe di un labirinto di compiacenze, di reciproche coperture e scambi di favori. E scriverebbe di “un sistema di controllo capillare sulle persone: se prendi un caffè con tizio o caio il primo a saperlo è uno dei mafioncelli. Immediatamente ti chiamano e ti chiedono: che ci facevi con tizio al bar?”

Lo scrittore farebbe un salto, ancora con l’immaginazione, dalle parti di Viggiano dove, glielo suggerisce la fantasia, ci sarebbero molti spunti per un altro capitolo del romanzo.

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