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Archeologia, riprendono gli scavi nell’insiediamento di Satrianum a Tito

6 luglio 2023 | 13:31
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Archeologia, riprendono gli scavi nell’insiediamento di Satrianum a Tito
La Totte di Satriano è l'area che sarà interessata dagli scavi

Dal 10 luglio archeologi dell’Uniba al lavoro affiancati dall’équipe francese dell’Università di Rennes II

Il 10 luglio prossimo riprendono gli scavi della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera – Dipartimento delle Culture europee e del Mediterraneo, Università degli Studi della Basilicata, presso l’insediamento fortificato medievale di Satrianum, in località Torre di Satriano a Tito.
La campagna di ricerche, diretta dalla professoressa Francesca Sogliani (titolare della cattedra di Archeologia tardoantica e medievale dell’Università degli Studi della Basilicata), grazie al contributo del Comune di Tito, proseguirà per 4 settimane, e si svolgerà con la collaborazione di studenti e studiosi dell’Università degli Studi della Basilicata, affiancati, per la seconda volta dopo la felice collaborazione dell’anno passato, dall’équipe francese dell’Università di Rennes II, coordinata da Dominique Allios, professore di Archeologia Medievale nell’Ateneo francese.

Satrianum -spiega una nota inviata dal Comune- non è soltanto la Torre che si scorge da lontano; sull’altura si conservano i resti di una vera e propria città, così ci ricordano le fonti ancora nella metà del XV secolo, quando l’insediamento a causa di conflitti e terremoti fu definitivamente abbandonato. A differenza di molti centri lucani tuttora abitati, Satrianum offre l’opportunità di rileggere da un punto di vista archeologico, alcuni importanti episodi della storia non soltanto locale, ma del Mezzogiorno d’Italia, preservati e sigillati da uno spesso strato di macerie. Dall’arrivo dei Normanni nella fine dell’XI secolo, che trasformarono Satrianum in sede di diocesi con la costruzione di un’importante e monumentale cattedrale dedicata a S. Stefano, ancora oggi conservata, la storia del sito arriva fino alle guerre civili che tormentarono il Regno di Napoli sul finire del XIV secolo tra Giovanna II d’Angiò Durazzo e i pretendenti al trono di altre dinastie francesi e spagnole. Un tempo di cavalieri di ventura, di truppe mercenarie pronte a cambiare casacca e a schierarsi in favore del migliore offerente. I territori subirono le sorti dei loro signori e Satrianum ne è uno degli esempi archeologici più significativi.

“Importanti novità e nuove iniziative attendono tutta l’équipe degli archeologi quest’anno- spiega la professoressa Sogliani. “Nuovi settori da scoprire e lo scavo dell’incendio che ha distrutto l’insediamento che finiremo di scavare e che ci restituirà le storie degli ultimi abitanti di Satrianum, i quali cercarono di resistere ai crolli e alle devastazioni degli inizi del XVI secolo”, conclude.

“Grazie a un finanziamento del Ministero della Cultura,-spiega il sindaco di Tito, Graziano Scavone- sono in corso degli interventi di conservazione, restauro e digitalizzazione che consentiranno la messa in sicurezza di alcuni punti del sito archeologico, quali la Torre e la Cattedrale, e una maggiore fruizione dei contenuti archeologici, storici e architettonici”. Diverse saranno le iniziative previste: da un workshop sul tema archeologia e arte contemporanea, che vedrà la presenza anche degli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, al tanto atteso ritorno, dopo lo stop causato dalla pandemia, dell’evento Festivalia. L’archeologia si racconta, format di divulgazione archeologica e archeologia pubblica, che si terrà giovedì 3 agosto e che, nelle passate edizioni, ha portato sulla Torre oltre 400 presenze.