Il caso Coiro/2 |
Basilicata
/
Cronaca
/

Angelo aveva solo 30 anni: “stiamo ancora aspettando di sapere come e perché è morto”

12 luglio 2023 | 12:31
Share0
Angelo aveva solo 30 anni: “stiamo ancora aspettando di sapere come e perché è morto”
Angelo con i suoi genitori

L’appello dei genitori e del fratello: ““Non ce la facciamo più, siamo disperati, diteci la verità”

Angelo viveva a Paterno, piccolo paese in provincia di Potenza, da 6 anni soffriva di disturbi psichiatrici gestibili, a parte qualche episodio più acuto di crisi. Era fortemente depresso per causa di una delusione che lo aveva segnato profondamente.

Siamo nei primi giorni di febbraio 2022 e Angelo, in seguito ad una crisi per causa della sua malattia, viene ricoverato nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Villa D’Agri. I medici suggeriscono il trasferimento in una comunità residenziale per persone con disturbi mentali. Il 25 febbraio il ragazzo viene accompagnato in una struttura a Taranto, gestita da Sorgente S.r.l. Due giorni dopo arriva una telefonata ai familiari: Angelo è morto. La telefonata parte dalla sede legale della società di gestione della struttura, Lecce. Cos’è successo il 27 febbraio 2022?

Nelle prime ore gli operatori della Sorgente avrebbero ipotizzato un infarto. Tuttavia Giovanni, il fratello di Angelo, ci spiega che secondo i primi racconti il ragazzo sarebbe stato in preda ad una forte agitazione che avrebbe costretto gli operatori a bloccarlo con la forza e a trattenerlo sul pavimento. Angelo sarebbe morto subito dopo. Sul corpo del ragazzo sarebbero stati riscontrati ecchimosi alla spalla destra, sangue dal naso con probabile frattura, sangue sulla testa e internamente nella zona del cervelletto. “Insomma, ci dice Giovanni, “il nostro medico legale dubita che Angelo sia morto di infarto proprio.”

L’ipotesi di omicidio colposo

Il pm della Procura di Taranto, Francesco Ciardo, il primo marzo 2022, apre un fascicolo a modello 21 con l’ipotesi del reato di omicidio colposo: indagati 4 operatori della struttura Sorgente S.r.l. Persone offese i genitori e il fratello di Angelo. Lo stesso giorno il pm dispone l’autopsia del cadavere da eseguirsi l’8 marzo nell’ospedale SS. Annunziata di Taranto. Ebbene, da quella data i familiari di Angelo non hanno più avuto notizie dell’autopsia fino a quando il medico legale di parte della famiglia informa che non può concludere la relazione perché non gli sono stati consegnati alcuni esami autoptici fondamentali.

L’autopsia sempre in corso

A questo punto la famiglia si chiede: perché il medico legale incaricato dalla Procura non ha ancora consegnato la relazione? Trascorrono alcuni mesi e finalmente la famiglia riceve copia del referto autoptico, siamo alla fine di novembre 2022. Ma dalla relazione del medico legale della Procura si capisce che gli esami effettuati non sono sufficienti.

Il 27 dicembre 2022 su autorizzazione del pm viene data lettura dei vetrini relativi all’autopsia. Nella stessa data il pm autorizza “ulteriori colorazioni dei preparati istologici dei prelievi del polmone e dei tessuti cutanei e sottocutanei”. I medici legali e gli avvocati delle parti nello stesso verbale decidono di “sollecitare il pm affinché faccia effettuare una consulenza tossicologica sui campioni prelevati in corso di autopsia.

Ebbene ad oggi, 12 luglio 2023, tutto tace. Le risultanze autoptiche restano un mistero. A quasi due anni dal decesso di Angelo i familiari aspettano ancora di sapere come e perché il ragazzo 30enne è morto. Giovanni, il fratello di Angelo, si chiede: “dobbiamo ancora credere nella giustizia? Perché tanta burocrazia anche sui morti?

“Non ce la facciamo più, siamo disperati”

La famiglia è convinta del fatto che Angelo sia morto in seguito alla colluttazione con gli operatori della comunità, colluttazione che avrebbe provocato il soffocamento del ragazzo nel momento in cui sarebbe stato trattenuto con forza con il volto spinto contro il pavimento. Gli stessi medici legali, nella prima autopsia, sembrerebbero avvalorare l’ipotesi che non si sia trattato di morte naturale. “E se non si tratta di soffocamento – dice Giovanni – allora è probabile che il decesso sia stato causato da un trauma interno”. Tuttavia queste sono ipotesi che non possono essere confermate dall’autopsia proprio perché occorrono ulteriori esami. Per lo stesso motivo non può essere confermata la tesi degli operatori della Sorgente S.r.l. secondo cui Angelo sarebbe morto di infarto. “A noi – dice Giovanni – non interessa sapere di cosa è morto Angelo, ma vogliamo sapere come è morto, per quali cause, e perché”. Ha le lacrime agli occhi Giovanni, molto legato al suo unico fratello: “siamo disperati, viviamo in un’angosciante attesa che ci fa soffrire. “E poi – aggiunge – ci chiediamo anche perché a Villa d’Agri hanno deciso di mandare Angelo a Taranto: in Basilicata non ci sono strutture?”

Giovanni a sinistra con il fratello Angelo Giovanni e Angelo

©Riproduzione riservata