Summa (Spi Cgil): “Nel decreto Pa persi gli ultimi argini democratici, è deriva autoritaria”
“Il decreto indebolisce la funzione e l’efficacia della pubblica amministrazione a partire dalla sanità”
“Questo Governo va contro i richiami del presidente Mattarella sull’abuso della decretazione d’urgenza, non garantisce le stabilizzazioni attese nella pubblica amministrazione e, cosa peggiore, elimina il controllo concomitante della Corte dei conti sui progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che potranno essere controllati solo dopo il loro completamento. Così non va”. A dichiararlo è il segretario regionale dello Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa, che parla di “deriva autoritaria e di rimozione degli argini democratici, che rischiano di far sguazzare nel fango dell’illegalità a chi opera nelle zone grigie”.
Per il segretario “questa non è la strada giusta per l’attuazione del Pnrr. Il decreto – spiega – doveva rafforzare il ruolo della pubblica amministrazione, invece lo indebolisce. Non prevede le stabilizzazioni attese che avrebbero consentito di ridurre l’eccessivo ricorso ai contratti atipici e di rendere la pubblica amministrazione attrattiva per quelle figure professionali e tecniche che continueranno a desertificare la pubblica amministrazione, favorendo il settore privato”.
Per il segretario dello Spi Cgil Basilicata “questo centrodestra sul Pnrr non sa dove mettere le mani. Due anni fa premeva per un controllo della Corte dei conti più stringente, oggi lo elimina. Avevano promesso stabilizzazioni, ma se prendiamo ad esempio la sanità del destino dei 63mila lavoratori e lavoratrici precari non ve n’è traccia. E questo avrà inevitabili ricadute anche sui livelli regionali, come in Basilicata, dove le condizioni del comparto sono allo stremo: manca il personale, non vengono aggiornati i piani dei fabbisogni, mancano medici, infermieri, oss. E continuiamo ad assistere alle manifestazioni degli “angeli del Covid”, che dopo essere stati assunti nel periodo della pandemia aiutando il sistema a reggere all’onda della pandemia, oggi si ritrovano ancora una volta a dover scendere in piazza perché non vengono stabilizzati”.
Secondo Summa “c’è anche da recuperare il ritardo accumulato sulle nuove strutture sanitarie previste dal Pnrr. Assistiamo a un sistema in completa paralisi e il Governo peggiora una situazione già critica mettendo a rischio i livelli territoriali, aumentando le disuguaglianze tra i territori e mettendo a rischio la credibilità del Paese”.
Nel Def, infatti, si programma una riduzione pesante della spesa sanitaria che nel 2024 scenderà del 2,4%, e sempre per usare le parole del ministro, un taglio di 3,3 miliardi di euro rispetto all’anno in corso per affossarla al 6,2% rispetto al Pil a partire dal 2025: il valore più basso degli ultimi decenni. “Una situazione insostenibile – conclude Summa – che se non affrontata porterà al collasso del sistema sanitario nazionale, minando irrimediabilmente il diritto alla salute. Per questo occorre fermare questo disegno di smantellamento della sanità pubblica. Il 24 giugno prossimo come Spi Basilicata saremo a Roma per manifestare per il diritto alla salute e all’assistenza per un servizio sanitario pubblico e universale. Questo è il tempo della lotta per riaffermare i principi costituzionali e tra questi il diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione”.