Liste d’attesa sanità: “la soluzione c’è, ma è ben diversa dal pannicello caldo proposto da Bardi e Fanelli”

13 giugno 2023 | 09:51
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Liste d’attesa sanità: “la soluzione c’è, ma è ben diversa dal pannicello caldo proposto da Bardi e Fanelli”
Giovanni Vizziello

Vizziello (Basilicata Oltre): “Il decreto 124 del 1998 prevede l’obbligo per l’azienda sanitaria o l’ospedale che non rispetta i tempi previsti per l’erogazione di una prestazione sanitaria a far sì che il cittadino possa effettuarla in intramoenia o presso una struttura privata, con costi a carico del servizio sanitario”

“La soluzione all’annoso problema delle liste d’attesa sanitarie, il fenomeno che obbliga i cittadini ad attendere mesi o addirittura anni per effettuare una visita medica o un esame diagnostico, c’è e consiste nell’obbligare l’ospedale o l’azienda sanitaria che non rispetta i tempi previsti per l’erogazione di una determinata prestazione sanitaria a far sì che il cittadino possa effettuare quella prestazione in intramoenia o presso una struttura privata, con costi a carico del servizio sanitario, limitandosi l’utente al semplice pagamento del ticket. Una soluzione prevista dalla legge, il decreto 124 del 1998, oltre che dal Piano Nazionale di Governo delle Liste d’Attesa e che Bardi e Fanelli si guardano bene dal pubblicizzare preferendo somministrare ai lucani il classico pannicello caldo della maggiore appropriatezza prescrittiva o dell’uso responsabile dei servizi sanitari da parte dei destinatari e che non risolveranno mai il problema dei tempi biblici con cui le strutture sanitarie in Basilicata erogano prestazioni spesso salva vita”.

Ad affermarlo, in una nota, è il consigliere regionale di Basilicata Oltre Giovanni Vizziello, che commenta così la delibera sulla gestione delle liste d’attesa approvata dalla Giunta regionale nei giorni scorsi.

“La disposizione contenuta nel Decreto del 1998 è poco conosciuta e ben occultata dal management sanitario della nostra regione” -aggiunge Vizziello- “perché di fatto obbliga le strutture sanitarie regionali a riparare alla propria inefficacia gestionale, consistente nell’incapacità di garantire tempi ragionevoli per visite specialistiche ed esami di laboratorio, obbligandole a pagare considerevoli somme di danaro, derivanti dalla differenza tra il costo della prestazione che il cittadino effettua in intramoenia o presso una struttura privata e il ticket che lo stesso cittadino ha pagato.”

“Solo gli investimenti in risorse umane e nell’ammodernamento delle apparecchiature tecnologiche, secondo un modello organizzativo in grado di valorizzare il protagonismo delle strutture private accreditate, garantiranno anche in Basilicata l’abbattimento dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie” -conclude Vizziello-“consentendo ai cittadini di curarsi in tempi compatibili con le proprie esigenze di salute”.