Il MES è utile ai burocrati e ai paesi più ricchi della UE

23 giugno 2023 | 13:43
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Il MES è utile ai burocrati e ai paesi più ricchi della UE

Io credo che l’Italia sia l’unico Paese in grado di opporsi alla ratifica del Meccanismo Europeo di Stabilità. E questo perché gli altri paesi del Mediterraneo, quelli che il MES pretende di tenere sotto controllo, sono troppo piccoli per resistere alle pressioni di Germania e Olanda. La Francia è afflitta dalla pretesa di grandeur e di governare l’Europa insieme alla Germania

La politica italiana si incaglia ancora sul Meccanismo Europeo di Stabilità (MES).  Argomento divisivo sia a destra sia a sinistra. In gioco la ratifica del nuovo trattato, se possibile ancora peggiore del precedente. Il più recente scontro sul MES c’è stato nell’ultimo semestre di vita del governo Conte 2.

Unico paese europeo dove si discuteva dell’utilizzo del MES cosiddetto sanitario e usato come una clava dal PD e da Renzi contro il M5S, salvo poi a scomparire dall’agenda politica appena dopo il giuramento di Mario Draghi.

Sul MES solo bugie, tanto da ignorare che il famoso MES sanitario, come documentato dall’allegato moduloal contratto di adesione, poteva essere utilizzato solo per le spese relative al COVID 19 e non per fare ospedali e trasformare la sanità italiana in un mondo di frutta candita come vagheggiato da Zingaretti, Renzi, Mentana e come raccontato dalla stampa di sistema. Tutti a suonare la grancassa,  a parte la mia povera vox clamantis in deserto e quella di un manipolo di economisti seri e titolati firmatari di appelli contro il MES su Micromega. Con Draghi al governo l’obiettivo di far cadere il Conte 2 era raggiunto e il MES passò nel dimenticatoio.

I precedenti del MES

Non era ancora il MES ma il 5 agosto 2011 il governo Berlusconi ricevette una lettera dal neogovernatore della BCE Draghi, cofirmata dal suo predecessore Trichet, in cui si prescrivevano un insieme di misure per ‘risanare’ le finanze pubbliche italiane.

In questa lettera, inter alia, si affermava: “Vista la gravità dell’attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di Settembre 2011. Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio.”

A tutti quelli che si riempiono la bocca di parole come libertà, democrazia, la costituzione più bella del mondo e a tutte le anime candide mi permetto di ricordare che la BCE è un organismo sovrannazionale, i suoi vertici non vengono eletti ma nominati con procedure non propriamente trasparenti, che, ancorché il governo in carica fosse quello di Berlusconi, il parlamento italiano era stato eletto a suffragio universale. Dulcis in fundo, per quelli che giustificano lo scempio dei governi tecnici evocando la crisi, lo spread e la finanza ricordo che in Costituzione non è prevista la sospensione delle regole democratiche in caso di crisi finanziaria e neanche che un organismo terzo possa imporre al parlamento alcunché.

Da quella lettera nacque il governo Monti, e fu un governo talmente deludente che lo stesso Monti sentì l’esigenza di fare qualche autocritica. Sul Corriere della Sera del 13 novembre 2021 scrisse: “In passato, l’Europa ci chiedeva tutto questo ma, anche spinta dalla Bce, in particolare con la lettera dell’agosto 2011 al governo Berlusconi, ci toglieva l’ossigeno finanziario per rendere più accettabili socialmente le riforme.”

Tra le altre cose quella lettera, come evidenziato nel Documento di economia e finanza del 2017 spedito a Bruxelles da Padoan, governo Gentiloni,  ci costò 300 miliardi di PIL tra il 2012 e il 2015.

Il MES, la Grecia e la Confessione del furbo Fubini

Andò peggio alla Grecia qualche tempo dopo. La cosiddetta Troika (BCE con Draghi, FMI con Lagarde e il MES con Regling) impose un piano di aiuti con effetti peggiori delle sanzioni applicate alla Russia. Inutile cercare una inchiesta decente sulla stampa italiana. Il Fiume Giallo del conformismo della stampa di sistema copriva ogni voce dissenziente.

Federico Fubini, vice direttore del Corriere della Sera, ci racconta: “Faccio una confessione, c’è un articolo che non ho voluto scrivere. Guardando i dati della mortalità infantile in Grecia mi sono accorto che facendo tutti i calcoli con la crisi sono morti 700 bambini in più di quanti ne sarebbero morti se la mortalità fosse rimasta quella di prima della crisi. La crisi e il modo in cui è stata gestita ha avuto questo effetto drammatico e ci sono altri dati che confortano questa mia conclusione, come i bambini nati sottopeso”. La confessione risale al 1° maggio 2019 su TV2000. Perché ha tenuta nascosta la notizia? Perché: “Ho deciso allora di non scrivere perché il dibattito in Italia è avvelenato da antieuropei pronti a usare qualsiasi materiale come una clava contro l’Europa e quello che rappresenta, cioè la democrazia fondata sulle istituzioni e sulle regole. Mi sono detto, se scrivo questo vengo strumentalizzato dagli antieuropei e ostracizzato dagli altri, la sostanza del problema si perde e dovrei perdere tempo a difendermi da attacchi sui social e non”.

Su Liberties, un’organizzazione che salvaguarda i diritti umani nell’Unione Europea, afferma che il compito di una stampa libera è: “quello di indagare sulle persone di potere, e soprattutto sul governo, di porre domande difficili e cercare di scoprire cosa sta realmente accadendo, indipendentemente dalle conseguenze politiche”.

A quanto pare in Italia la stampa libera latita, e quantomeno non alberga al Corsera. Meglio quindi andare su De Groene Amsterdammer, Olanda, e leggere l’inchiesta di Edward Geelhoed riportata per intero su l’Internazionale con il titolo ‘Come si distrugge un paese” al N° 1243 del febbraio 2018. Meglio ancora farsi due amare risate guardando la satira fatta su Die Anstalt (L’Istituto) della ZDF con degli attori e autori strepitosi (Uthoff, Wagner e Krauss). Coraggio: ci sono i sottotitoli italiani!

MES: una istituzione sputtanata

Fatto sta che il MES è un istituto super sputtanato, sponsorizzato solo dalle burocrazie europee e dei Paesi del Nord Europa. Di questo se ne rende conto benissimo il direttore generale Lucas Guttenberg, dell’Istituto Jaques Delors, mi pare difficile immaginare una istituzione più europeista, che titola un position paper del 12 novembre 2020 : Time to come home- If the ESM is to stay relevant, it should be reinvented inside the EU.

Come argomento principe della necessità di ratifica del MES da parte dell’Italia c’è la considerazione che tutti gli altri paesi europei hanno già ratificato.

Io credo invece che l’Italia sia l’unico Paese che si può opporre alla ratifica perché gli altri paesi del Mediterraneo, quelli che il MES pretende di tenere sotto controllo, sono troppo piccoli per resistere alle pressioni di Germania e Olanda. La Francia è afflitta dalla pretesa di grandeur e di governare l’Europa insieme alla Germania.

L’Italia è grande a sufficienza per mettersi alla guida di paesi che contestano la costruzione del MES come organismo sovrannazionale che pretende di commissariare i paesi in crisi di debito facendo proprie le osservazioni di Lucas Guttemberg e quindi più che sottoscrivere il nuovo MES dovremmo chiedere le riforma del MES chieste dalla Fondazione Delors.

Insomma l’Italia dovrebbe essere capofila dei paesi che chiedono che l’Europa sia una associazione tra pari, dove il singolo cittadino greco conti come il singolo cittadino tedesco e dove non sia possibile alcuna cessione di sovranità non accompagnata da processi di delega democratica. Discorso lungo e complesso ma da veri europeisti e in giro, nel PD e nella sinistra delle ZTL, per non parlare della destra, in giro se ne vedono pochi.