“Ci hanno fregati con l’ok dei sindacati”

12 giugno 2023 | 18:40
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“Ci hanno fregati con l’ok dei sindacati”
Regione Basilicata

La denuncia di alcuni dipendenti della Regione Basilicata per un accordo tra sigle di categoria e Consedin che ha tagliato i premi di produttività ad oltre 100 lavoratori. “E’ lecito quell’accordo?”, si chiedono.

“Ad essere presi in giro così dall’azienda, con l’ok dei sindacati proprio non va giù”. A parlare, alcuni dipendenti regionali, che fino a qualche mese fa rientravano nell’ampia platea dei precari della Regione Basilicata. Tutti laureati, tutti operanti nei Dipartimenti, ma pagati, con fondi europei, dalla società esterna Consedin, più altre società associate.

“Lo scorso anno dopo tanti anni siamo stati assunti dalla Regione – spiegano alcuni di loro – ma nel frattempo siamo venuti a sapere di questo brutto accordo tra Consedin e sindacati di categoria del terziario, con cui hanno tagliato i nostri premi di produttività tra 2021 e 2022”. In sostanza, a seconda della data del passaggio dalla società in questione alla Regione, ciascuno di loro ha perso cifre variabili. “Qualcuno ha perso 700 euro, qualcun altro 1000, qualcun altro ancora 1500 euro”. Moltiplicato per il numero di lavoratori, tra i 100 e i 115, la cifra diventa notevole.

“Quanto ha risparmiato la società, che tra l’altro si appoggia su fondi europei? E’ tutto lecito?”, si chiedono. L’accordo in questione che avrebbe ridisegnato e ‘tagliato’ le spettanze di questi dipendenti è datato 15 febbraio 2023. E il “trucco” è nascosto in poche righe del ricco verbale. “Il premio di risultato sarà corrisposto al personale operante nel territorio della Regione Basilicata in forza al 31 dicembre 2022”, si legge in un passaggio. Proprio nel 2022, dicevamo, oltre un centinaio di lavoratori sono passati  alla Regione, e quindi non rientrano più tra i titolari del ‘diritto al premio’. Un bel risparmio per la società che gestisce milioni della Comunità europea, con il placet dei rappresentanti sindacali. Con l’ombra di una discriminazione piuttosto palese.

“E poi come fare a non prendersela con i sindacati, presenti anche loro a qual tavolo e quell’accordo – attaccano i lavoratori – Le nostre sigle sindacali non dovrebbero tutelare noi, invece di accettare tutte le condizione del privato?”. Ad accendere altri dubbi, sempre sull’universo sindacale di riferimento, un altro episodio. “Guarda caso proprio all’indomani dell’accordo, le nostre sigle hanno indetto finalmente le elezione per nominare le Rsu (rappresentanze sindacali unitarie)”. Come dire, “oltre al danno, anche la presa in giro di una ritrovata democrazia. Ma quando dovevano tutelarci hanno chiuso un occhio, offrendo un vantaggio con risparmio alla Consedin e un danno e una presa in giro a noi”. E concludono: “Da un’azienda te lo aspetti che faccia i propri interessi, ma da un sindacato ti attenderesti una tutela, gli paghiamo una tessera per essere tutelati”.