Rosa Sinisi, presidente della Corte d’Appello di Potenza, andrà ai vertici del ministero della Giustizia

4 maggio 2023 | 10:04
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Rosa Sinisi, presidente della Corte d’Appello di Potenza, andrà ai vertici del ministero della Giustizia
Sinisi e Nordio (Foto, Il Fatto Quotidiano)

Il Fatto Quotidiano: “la giudice che raccomandava gli amici a Palamara nominata da Nordio, via libera del Csm”

Lo apprendiamo dal Fatto Quotidiano di ieri 3 maggio. Il Consiglio superiore della magistratura ha approvato con 14 voti favorevoli, nove contrari e sette astenuti l’autorizzazione all’incarico fuori ruolo per Rosa Patrizia Sinisi, 66enne presidente della Corte d’Appello di Potenza, scelta dal Guardasigilli Carlo Nordio come vicecapo del Dog (Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria), la struttura ministeriale che da Roma gestisce l’immensa macchina della giustizia italiana. Il via libera è arrivato al termine di un’accesa discussione che ha spaccato il plenum di palazzo dei Marescialli. Sull’opportunità della nomina, infatti, pesavano le chat imbarazzanti della giudice con Luca Palamara, acquisite agli atti del primo processo di Perugia a carico dell’ex ras delle correnti, che scoperchiò un sistema definito da Nordio “un verminaio“.

Nei messaggi, la giudice raccomandava colleghi a lei vicini per i vertici degli uffici giudiziari di tutta la Puglia, da Taranto a Brindisi, da Bari a Lecce: per questo motivo, appellandosi al prestigio della magistratura, la maggioranza dei consiglieri del Csm ha scelto di non dare il proprio assenso all’incarico. Ma la proposta favorevole è passata comunque, grazie alle astensioni del gruppo “moderato” di Unità per la Costituzione (Unicost) lo stesso a cui appartiene Sinisi e apparteneva Palamara. Hanno votato contro sette consiglieri delle correnti progressiste (cinque di Area, Mimma Miele di Magistratura democratica e Roberto Fontana), il togato indipendente Andrea Mirenda e i laici Roberto Romboli (in quota Pd) e Michele Papa (in quota M5s). A favore, invece, tutti i laici eletti su indicazione del centrodestra, il renziano Ernesto Carbone e i togati di Magistratura indipendente, la corrente conservatrice (compresa la prima presidente della Cassazione Margherita Cassano, membro di diritto).

E’ quanto scrive Paolo Frosina sul giornale di Travaglio, che aggiunge: “Ma quali erano di preciso i rapporti tra Palamara e la neo-dirigente del ministero? Per capirlo è utile leggere gli atti del procedimento per incompatibilità ambientale nei confronti di Sinisi, aperto nel 2020 dopo la trasmissione degli atti da Perugia. Nella relazione firmata dall’ex consigliere Nino Di Matteo si legge che la magistrata, “legata a Palamara da ragioni di militanza associativa, aveva in più occasioni interloquito con il medesimo sulle procedure di conferimento di incarichi, rivendicando addirittura in un caso “l’appartenenza” del posto” a Unicost: “È importante, il posto era nostro”, gli scriveva a giugno 2018, caldeggiando la nomina di un sodale a capo di una delle sezioni penali del Tribunale di Lecce.

A dicembre 2017 era stata altrettanto esplicita: “Caro Luca, mi potresti fare un regalo di Natale? Circola voce che in questa settimana verranno decisi i posti di presidente sezione civile dei Tribunali di Lecce e Taranto. C’è molta attesa tra i nostri colleghi”. “Volentieri, dammi i nomi”, rispondeva l’ex pm. Che poi le riferiva sugli sviluppi delle pratiche: “Grande vittoria sul filo di lana, ennesimo bel successo ma faticosissimo… Per gli altri posti ti aggiorno prontamente…”. “Non unanimi ma blindati… accordo tra noi e Area” (la corrente progressista). “Siamo in plenum… tutto sotto controllo”. A sua volta la giudice consigliava all’ex pm come votare secondo i desiderata del territorio: “Se puoi almeno astieniti per evitare brutte figure”, “L’importante è dissociarsi”. Per l’articolo completo clicca qui