Quanti ritardi e quanta melina sulla gestione del sito Sin di Tito Scalo
Leggieri e Perrino (M5S): “Con il sequestro dell’ex Daramic per disastro ambientale un’altra tegola si abbatte sul già precario equilibrio ambientale del territorio lucano”
Un’altra tegola si è abbattuta sul già precario equilibrio ambientale del territorio lucano: l’area industriale ex Daramic di Tito scalo è stata posta sotto sequestro probatorio dalla Procura della Repubblica di Potenza. Ad affermarlo, sono i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Gianni Leggieri e Gianni Perrino.
“La bonifica dell’ex Daramic, ricordano i due pentastellati, è stata più volte al centro della nostra attività in Consiglio Regionale sin dalla scorsa legislatura. Ultima in ordine di tempo, un’interrogazione di gennaio 2021con la quale mettevamo in evidenza i solleciti della Direzione Generale per il Risanamento ambientale del Ministero dell’Ambiente che chiedeva alla Regione Basilicata informazioni aggiornate sull’area ex Daramic, rilevando diverse criticità in merito alla presenza di rifiuti e all’esigenza di provvedere alla bonifica del sito. L’allora Assessore Rosa, attuale Senatore della Repubblica, ci rispose in maniera piccataaddossando le responsabilità all’allora governo in carica, un modus operandi evidentemente radicato tra le file di Fratelli d’Italia”.
Anche nella scorsa legislatura, proseguono Perrino e Leggieri, avevamo evidenziato le criticità relative al sin di Tito Scalo sottolineando i ritardi della Giunta Pittella che avevano determinato il congelamento di circa 25 milioni di euro assegnati da una delibera CIPE per interventi nel settore ambientale e, in particolare, per 10 interventi di bonifica ricadenti nei Siti di Interesse Nazionale (SIN) sul territorio lucano. L’allora Assessore Pietrantuono puntò il dito sulle condizioni di straordinarietà dei SIN lucani (citando la radioattività rilevata nel sito di Tito) e fece riferimento a non meglio dettagliati intoppi burocratici sull’interpretazione delle norme del codice degli appalti.
Come spesso accade in questi casi, concludono i due consiglieri regionali, bisogna attendere l’intervento della magistratura per ristabilire un po’ l’ordine dei fattori. Facciamo nostro l’augurio del Procuratore Curcio che ha auspicato la massima cooperazione istituzionale da parte di chi di dovere per l’individuazione e il recupero dei rifiuti pericolosi che sono rimasti lì per anni nonché per un’efficace azione di trasporto e smaltimento.