La carica di Dionisio: “Ma io non mollo i campi”

18 maggio 2023 | 21:26
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La carica di Dionisio: “Ma io non mollo i campi”
Dionisio

Il racconto appassionato di un giovane cerealicoltore: “Si preannuncia una trebbiatura in perdita, il prezzo è sceso ancora, qualcuno vorrebbe che togliessimo il grano per piantare fiorellini, ma bisogna insistere e resistere. Io non mollo. Il mio futuro è qui”

DionisioD”Guardando le immagini dell’Emilia Romagna dispiace in primo luogo per per le vittime, e in secondo luogo mi rattista anche vedere migliaia di campi allagati. Da agricoltore, è una ferita ulteriore difficile da spiegare”. Dionisio, 26 anni, è un cerealicoltore di Altamura che coltiva grano tra le campagne lucane di Irsina e Genzano. “Studio Agraria – racconta – ma da quando ero ragazzino ho sempre seguito le terre, mi piace ed è il mio futuro, anche se qualcuno vorrebbe farci abbandonare i campi”.

Il periodo non è buono. “Martedì scorso al borsino di Bari il grano duro era quotato 33 euro al quintale, un prezzo bassissimo. Dovrei produrre 40 quintali per ettaro, solo così andrei in pareggio, ma è molto difficile”. Una vita complicata. “Da quando ti alzi la mattina – confessa – il primo sguardo va al cielo. Stamattina pioveva e di questi tempi la pioggia non va bene, perché dovremmo fare delle operazioni nei campi e non le possiamo fare. Se continua così anche la trebbiatura potrebbe slittare, e la maturazione tardare”.

Problemi su problemi. “Il grano oggi è remunerato di meno a noi produttori, ma tutti i costi restano alti – aggiunge – il costo dei concimi è salito proprio a gennaio che iniziava la concimazione. I mezzi agricoli oggi costano almeno il doppio di qualche anno fa. Se vuoi comprare un trattore nuovo non ne parliamo proprio…”.  Non ci sono elementi a favore, in questo frangente. Anche la politica europea, con la Pac, “quest’anno ci remunera di meno per ogni ettaro di terreno”. e poi “c’è qualcuno che vorrebbe seminassimo mellifere a novembre, cioè fiorellini per l’apicoltura”. E’ una sfida contro diversi nemici, in sintesi. “Il primo ostacolo è il clima – assicura Dionisio – ma è un problema di quest’anno, poi ci sono altri nemici più severi nelle leggi nazionali ed europee che non ci aiutano”. E fa un esempio, riferendosi alla concorrenza sleale dei grani esteri. “Nei porti di Bari e Brindisi  – spiega  – arriva grano dal Canada e da altri Stati con controlli blandi sulle micotossine, che sono tossine anche cancerogene che si sviluppano lì dove il clima è umido”.

Secondo Dionisio “basterebbe che a livello europeo si abbassasse il limite delle micotossine consentite e con un solo passo aiuterebbero i produttori locali e il consumatore, perché il Don (la micotossina di riferimento, ndr) è pur sempre una sostanza tossica”. Ma le leggi “non aiutano”, ripete Dionisio. Così la battaglia si fa sempre più dura, col passare degli anni. “Già sono sempre di meno i giovani che si occupano di grano, di cereali, se poi non ci sono politiche a favore, è facile che quei pochi che ci sono possano mollare”. Ma non è il suo caso. “La mia è una passione – assicura – me la porto dietro da quando ero bambino, me l’ha inculcata mio nonno  prima e mio padre poi. E’ questo il mio futuro”.

Già, un futuro con “gli occhi sempre protesi verso il cielo”, a controllare il meteo. E sperando “di poter racogliere i frutti della semina senza andare in perdita”. Ma nel frattempo si guarda già alla prossima semina, a novembre. “Di certo non seminerò fiorellini – insiste –  questa è una missione, se molliamo noi giovani, se non c’è ricambio generazionale, domani cosa arriverà sulle nostre tavole?”. E un in bocca al lupo al giovane Dionisio e alla sua “missione”, essenziale anche per noi consumatori spesso ignari di ciò che accade nelle filiere produttive dell’agroalimentare.

Dionisio

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