Ex Fiat-Sata, Melfi: 18 milioni buttati nell’oblio?

4 maggio 2023 | 18:50
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Ex Fiat-Sata, Melfi: 18 milioni buttati nell’oblio?

Simonetti: Il Campus, impianti compresi, fu consegnato alla Fiat nel 2017 dalla Regione. A distanza di 13 anni dall’investimento, 6 dalla consegna, quasi nessuno si chiede se funziona. Tutto coperto da una aureola di segretezza. Giovani laureati e formati con una spesa di 900mila euro fuggiti

Doveva essere la “fabbrica dei talenti”, un centro di eccellenza per la innovazione e ricerca allocato nel sito della Sata di Melfi. 18 milioni investi nel 2010, dei quali circa 15 dalla Regione Basilicata. Anche un corso di formazione per 20 laureati e 10 diplomati, felpa nera con la scritta “Academy”. Formazione con finanziamento di 900 mila euro.

Il Campus, impianti compresi, fu consegnato alla Fiat nel 2017 dalla Regione dopo un laborioso appalto del Comune di Melfi. A distanza di 13 anni dall’investimento, 6 dalla consegna quasi nessuno si chiede se funziona, cosa si è ricercato e innovato nel sito. Tutto coperto da una aureola di segretezza.

Una vicenda tipicamente lucana. La memoria corta ed il ricorso improprio allo “storico “per segnalare un taglio di nastro, una delibera, una normativa di bandiera senza posta finanziaria.   Nei giorni scorsi grande giubilo per il riconoscimento di “area di crisi complessa per il sito Stellantis allargato con la striminzita risorsa finanziaria,20 milioni, decisa da Governo.

Intanto la fabbrica si svuota: circa 2000 lavoratori via con incentivi, fino ad 80.000 euro. Altri si preparano a candidarsi per lo stesso percorso dopo gli accordi sindacali, contrastati dalla sola Fiom. Altri 250 lavoratori sono in trasferta in altri stabilimenti.

Al netto di queste cifre avremo, forse, uno stabilimento di 3500/4000 unità e un forte ridimensionamento dei fornitori esterni, che inciderà sul complesso degli occupati. In questa situazione, dove brilla l’incapacità e l’inerzia del governo locale e nazionale, abbiamo verificato il destino del Campus.

E ‘chiuso e sigillato.Su questa vicenda, silenzio assoluto da parte di FIAT, Regione e Comune di Melfi. Per non parla della Api-Bas che dovrebbe gestire le aree industriali, recuperare capannoni e aziende chiuse, attrarre investimenti, che adesso si occupa di bollette del gas.

I ricercatori sono andati via gradualmente, pochi i rimasti nelle linee di produzione dell’ex SATA ora Stellantis. Adesso forse occorre, non un” tavolo” oppure un “tavolino”, ma una iniziativa anche della Corte dei Conti per valutare i danni erariali e quindi una iniziativa parlamentare.

Non solo. E ‘necessaria una qualche azione delle parti sociali per il riutilizzo del capannone e degli impianti prima che i soggetti criminali che si nutrono di furti di rame, sanitari, in questo caso anche di macchinari e tecnologie, entrino in azione nel capannone per prendere il bottino.

Questa vicenda illumina il quadro delle capacità dei Governi ad affrontare la ristrutturazione del comparto e dell’assenza totale di politica industriale assegnata a dirigenti e assessori dilettanti. Dopo la manifestazione del 1°Maggio diventa essenziale la messa a punto di una nuova vertenza Basilicata che unifichi la lotta per il lavoro, una buona spesa pubblica e l’uso ottimale delle risorse europee e nazionali.

Pietro Simonetti – CSERES