“Col fatto che è una bella donna ritiene di poter dire tutto”

27 maggio 2023 | 10:59
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“Col fatto che è una bella donna ritiene di poter dire tutto”
Falcone e Floris

“Caro Giovanni Floris, si renda conto dei danni prodotti al Paese da chi non sa più raccontarlo e soprattutto da chi lo spinge a una visione di comodo prodotta nella confort zone dove vi adagiate protetti dalla spessa coltre del pensiero unico dominante”

Caro Giovanni Floris,

lo so che non risponderà a questa mia lettera perché lei vive in un sistema autoreferenziale che si irrita quando riceve critiche e che perennemente si autoassolve. Eppure scrivo e spero. Spero che, ove mai legga queste mie righe, si renda conto dei danni prodotti al Paese da chi non sa più raccontarlo e soprattutto da chi lo spinge a una visione di comodo prodotta nella confort zone dove vi adagiate protetti dalla spessa coltre del pensiero unico dominante.

Mi riferisco non solo a lei. Scrivo però a lei perché un episodio, apparentemente marginale, avvenuto nella sua ultima trasmissione per me è emblematico del momento ed ha scatenato in me l’effetto madeleine.

Mi riferisco a quanto detto ad Anna Falcone da Massimo Magliaro: ‘Col fatto che è una bella donna ritiene di poter dire tutto’.

Una affermazione che sorprende perché incongrua con i tempi e sembra dissepolta da una cultura e una visione del mondo vecchia di almeno 50 anni, che sembrano inutilmente decorsi, e che implica una mentalità asfittica e ottusamente chiusa negli stereotipi di un mondo dove dominano stratificazioni di genere, sociali, pregiudizi e certezze apodittiche. Un rilancio di una società fatta da classi sociali impermeabili e tetragona al cambiamento e alla parità di rapporti non solo di genere ma sociali. Cinquanta anni di battaglie civili e sociali buttati alle ortiche in un fiat.

Richard Florida

Ed ecco quindi, tornando alla madeleine, che mi vengono alla mente le teorie degli anni ’80 del sociologo americano Richard Florida che spiegava il successo di alcune aree urbane (Silicon Valley, Baltimora , la Route 128 di Boston ,  Seattle , Bangalore , Dublino eccetera) affermando che “le regioni metropolitane con alte concentrazioni di lavoratori tecnologici, artisti, musicisti, lesbiche e gay, e un gruppo di ‘alti bohémien’, mostrano un livello più elevato di sviluppo economico”. In sintesi riteneva che ci fosse una correlazione tra libertà di pensiero, libertà individuali e libertà sociali e lo sviluppo economico di alcune aree metropolitane. Un ambiente mentalmente aperto e libero attrae più persone creative e maggiore sviluppo economico.

Cosa è una stampa libera

È sempre con la mia madeleine in mano mi interrogo sul ruolo di una stampa libera in una democrazia moderna e di come il ‘pensiero libero ’ possa circolare in una società per comprenderne i limiti e le opportunità.

Secondo Liberties “Lo scopo di una stampa libera è quello di assicurare che il popolo sia libero di ricevere e diffondere informazioni che non siano manipolate o al servizio di una particolare persona, organizzazione o interesse. Il suo compito, infatti, è spesso quello di indagare sulle persone di potere, e soprattutto sul governo, di porre domande difficili e cercare di scoprire cosa sta realmente accadendo, indipendentemente dalle conseguenze politiche”. Con questi due filtri (Florida e Liberties) la mia madeleine mi porta alla memoria come sono stati trattati alcuni temi fondamentali per il nostro Paese. Alcuni esempi.

La guerra in Ucraina: Ho avuto la fortuna di avere come docente di storia e filosofia al liceo classico Filippo Gentiloni, un gesuita che si innamorò di una sua allieva di molti anni più giovane e che sposò, dopo aver ottenuto lo stato laicale. Un pensatore di livello da cui Paolo Gentiloni, suo nipote, si è allontanato non poco.

Saltava sempre i capitoli delle guerre e delle descrizioni delle battaglie perché sosteneva che ancora più importanti per comprendere la Storia erano i capitoli introduttivi, generalmente titolati: cause prossime e remote del conflitto. La logica ‘invaso e invasore’, ‘pace giusta’ ‘liste di putiniani’ e via dicendo mi paiono dei pensierini da terza elementare.

Il MES: Sono iscritto alla mailing list del ESM. Allegato al term sheet di sottoscrizione del cosiddetto MES sanitario c’erano indicate chiaramente le regole per sottoscrivere il prestito. In sintesi erano finanziabili tutte le spese dirette e indirette sostenute dal sistema sanitario dei singoli paesi ma solo quelle legate al Covid 19. Il resto è pura fuffa dozzinale. A parte lo studio di Guttemberg, della Fondazione Delors, condiviso anche da Davide Sassoli, sulla necessità di rivedere uno strumento così ‘sputtanato’ dalla crisi greca come il MES e di porlo all’interno della giurisdizione del parlamento Europeo e ignorato in tutti i vostri dibattiti.

Draghi: Nomine, da Bernardo Mattarella a Fuortes, democrazia e rispetto del parlamento, il trasformismo di Razzi-Di Maio, la gestione del PNRR, la ventennale storia di Mario Draghi che di danni al Paese ne ha fatti a iosa ma mai analizzati, dalle privatizzazioni alla lettera del 2011 al governo Berlusconi, che, stando all’allegato al PNR di Paolo Gentiloni della primavera del 2017 costò all’Italia 300 miliardi di PIL, la Grecia e la Troika, dove si è consumato il concetto base di ogni comunità politica: l’uguaglianza dei popoli e dei cittadini che ne fanno parte. Il delirio da panegirico arrivò sulle pagine del Corriere a dire che un clochard considerava Draghi sensibile ai propri problemi e che grazie a Draghi avevamo vinto gli europei di calcio. Credo che la reputazione della stampa italiana abbia toccato il punto più basso con il governo Draghi ma l’assenza dell’analisi critica del suo operato ci impedisce di vedere strade e soluzioni diverse per il Paese.

L’Autonomia differenziata: che nasce dal presupposto culturale e logico che il problema del Sud sia antropologico e quindi irrisolvibile. E mai una seria analisi delle ragioni di questo divario che è aumentato enormemente negli ultimi 162 anni grazie a un enorme differenziale di spesa pubblica e investimenti. Ma c’è molto altro, come la difesa del liberismo e l’aver lasciato che la sinistra facesse quello che neanche la peggiore destra si sarebbe mai sognata di fare.

Avete in sintesi distrutto il confronto civile e libero che si nutre di pensiero critico, di fatti e non di propaganda, di ragionamenti e non di anatemi, di individualità e non di categorizzazioni come: interista, milanista, populista, sovranista eccetera. Ragionate per schemi ottusi, per affermazioni apodittiche e prive di elaborazione culturale, senza nessuna curiosità intellettuale di capire i problemi nella propria essenza profonda. Date ragione alle persone in funzione della appartenenza e non alle idee e al ragionamento. Proprio come Magliaro.

Un vero guaio! Questo ha prodotto un Paese privo di idee e di visione, con un banale e scontato conformismo intellettuale e privo di quella ‘classe creativa’ definita da Florida. C’è una unica via da percorrere: una seria autocritica per come avete trattato i temi da me enunciati, e tanti altri, almeno dal 2018 ad oggi, senza questa autocritica in questa epoca di destra dominante apparite quello che siete: zero in credibilità e fiducia. Ogni volta che farete una critica alla destra vi sarà ricordato cosa avete detto in circostanza analoghe a Draghi o a PD o al, e del, presidente Mattarella.

Per gli stessi motivi servirebbe una seria autocritica dei partiti di sinistra per quanto fatto almeno dal 2018 ad oggi con una montagna di scuse quantiche al proprio elettorato. Ma credo che nessuno chiederà scusa e nessuno farà autocritica: ‘’io sono Giorgia’ può dormire tra quatto guanciali e noi dovremo rassegnarci alla politica ‘seria’ di Calenda e Renzi.