Basilicata. Risorse pubbliche e confraternite di interessi: la “guerra” tra Piro e Timpone

26 maggio 2023 | 20:22
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Basilicata. Risorse pubbliche e confraternite di interessi: la “guerra” tra Piro e Timpone

Il Gal La Cittadella del Sapere, il Proximity Gect e le mani sulla gestione di 30milioni

Del Gal La Cittadella del Sapere abbiamo scritto in abbondanza. Allo stesso modo ci siamo occupati di Nicola Timpone, già tuttofare nello stesso Gal e nel circuito degli eventi. In attesa di ulteriore documentazione non abbiamo trattato la faccenda del Proximity Gect di cui oggi, grazie agli ulteriori approfondimenti, possiamo finalmente scrivere. Inquadrando la faccenda in un contesto enigmatico da cui emergono zone grigie di interessi contrapposti: politici ed economici.

Che cos’è il Proximity Gect

È un Gruppo europeo di cooperazione territoriale sancito con una convenzione tra Regione Basilicata – Italia e Regione dell’Epiro-Grecia che rappresenta per le due Regioni un progetto pilota europeo in ambito comunitario nella Macroregione Adriatico-Ionica (EUSAIR).

E’ dunque un organismo dotato di personalità giuridica pubblica costituito per facilitare e promuovere la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale tra i suoi membri, per il rafforzamento della coesione economica e sociale e comunque senza scopo di lucro

L’obiettivo del Proximity Gect è di massimizzare nell’ambito della Macroregione Adriatico-Ionica il potenziale della cosiddetta “Economia blu con l’utilizzo dell’innovazione tecnologica”: trasporto marittimo competitivo e sostenibile; turismo costiero e marittimo; pesca e acquacoltura; ambiente marino più sano; spazio marino più sicuro; attività di pesca sostenibile e responsabile. Il tutto legato alle azioni comuni transfrontaliere nell’ambito dei programmi d’iniziativa comunitaria e di tutti i programmi previsti dalla Programmazione UE 2014-2020 e future.

In ballo, secondo Nicola Timpone, 20-30 milioni di euro.

IL GIALLO DELLA FIRMA

Il presidente del Proximity Gect è Giuseppe Suanno, già esponente del Gal, già presidente di Confcooperative Basilicata, imprenditore nel settore della trasformazione delle carni. Domiciliato per la carica nella sede del Gal a Latronico. Suanno sarebbe stato designato dalla Giunta Pittella a seguire il progetto, con pieno mandato di rappresentanza anche a firmare tutti gli atti preliminari all’atto costitutivo, già nel 2016, ma la firma della convenzione è del 24 dicembre 2019. Si legge infatti nell’atto costitutivo: Suanno Giuseppe domiciliato a Latronico (Pz), presso il Gal – La cittadella del Sapere, contrada Calda, n. 8, che interviene al presente atto non in proprio ma nella qualità di legale rappresentante della Regione Basilicata, con sede in Potenza, via Vincenzo Verrastro n. 4, codice fiscale 80002950766, munito degli occorrenti poteri per quanto infra in forza del decreto del Presidente della Giunta di detta Regione n. 296 del 5 dicembre 2016. Lo schema di Statuto e di Convenzione del Gect “Promixity”, viene trasmesso dalla Cittadella del Sapere S.r.l. alla presidenza del Consiglio dei Ministri in data 23 ottobre 2018. A quella data è ancora in carica la Giunta Pittella retta da Flavia Franconi e Nicola Timpone governa di fatto il Gal. L’approvazione della partecipazione della Regione Basilicata al Gect “Promixity” arriva  il 28 giugno 2019 con decreto a firma dell’allora sottosegretario Giancarlo Giorgetti.

Nel frattempo cambia la Giunta, alla data del decreto del Governo e della firma della convenzione è Bardi il presidente. Si apre così un conflitto tra chi vorrebbe portare in “casa propria” il controllo del progetto e delle relative risorse e chi vorrebbe che il controllo resti nelle mani di Timpone, Suanno e compagni. La partita si gioca tutta tra esponenti politici del Lagonegrese nel quadro dei rapporti di forza nella nuova maggioranza di centro destra e tra questa e l’ex centro sinistra della Giunta Pittella-Franconi.

Nella maxi inchiesta della Dda di Potenza dell’ottobre scorso sulla “mala politica lucana” emergono i primi segnali di un conflitto con il giallo della presunta firma falsa su una nota della Regione Basilicata del 12 dicembre 2019 con cui Suanno sarebbe stato autorizzato alla firma della Convenzione. Tuttavia, l’atto costitutivo e la Convenzione sarebbero stati firmati da Suanno in forza del decreto del Presidente della Giunta regionale n. 296 del 5 dicembre 2016.  

Ad ogni modo i retroscena che hanno accompagnato l’evolversi della vicenda Gect Promixity sono emblematici delle modalità con cui certa politica e taluni personaggi si muovono dietro le quinte per realizzare probabilmente propositi personali. Alcuni dettagli significativi emergono nell’informativa della Squadra Mobile di Potenza depositata alla Procura della Repubblica l’8 marzo 2022, nell’ambito dell’operazione anticrimine “Zeus” relativa a un filone dell’inchiesta principale. Per inciso nell’oggetto si parla di operazione Pandemus, anche se sulla copertina è scritto operazione Zeus, relativa a un procedimento penale iscritto a modello 21 del 2019.  Quell’informativa, contiene deduzioni degli inquirenti abbastanza discutibili. Deduzioni a tratti forzate, non sempre riscontrabili nella trascrizione delle intercettazioni. Ad ogni modo l’informativa non darà seguito ad alcun procedimento. Quindi niente di penalmente rilevante, pare. Quello che ci interessa, invece, sono le modalità con cui alcuni esponenti della politica e delle istituzioni agiscono nel contesto della gestione delle risorse pubbliche.

LA GUERRA DI PIRO

Nicola Timpone tiene molto alla realizzazione del Gect, ma deve fare i conti con la nuova maggioranza che non ha alcuna intenzione di lasciare che siano lui e il suo gruppo a gestire i fondi. Perciò prova a battere tutte le strade possibili affinché il progetto vada a buon fine. Timpone si lamenta a telefono con un giornalista perché la nuova maggioranza ha disconosciuto il Gect per la sola ragione che si tratta di  un progetto partito con la Giunta Pittella: “abbiamo costituito il Gect, la cosa più grossa che c’è in Europa a disposizione della Regione, ieri hanno mandato una pec alla presidenza del Consiglio (dei ministri, n.d.r.) disconoscendo questa autorizzazione che loro avevano no? Su pressione di Puro e Cupparo al capo di Gabinetto…cioè ma tu Regione, area Sud, c’è un progetto di 20, 30 milioni di euro…si può gestire e tu? Siccome c’è in mezzo…è partita con Pittella questa cosa tu lo devi distruggere! Nel prosieguo della conversazione Timpone si lascia andare ad ipotesi di alleanze e tradimenti tra esponenti politici al fine di distruggerlo. In sostanza racconta al telefono, sempre al giornalista, che Francesco Piro (consigliere regionale di Forza Italia, n.d.r.) legato all’esponente di Forza Italia e sottosegretario all’editoria Giuseppe Moles, “si è venduto a Cupparo (Francesco Cupparo assessore regionale di Forza Italia, n.d.r.)… perché Moles e Cupparo sono da sempre contro…adesso per fottere Moles Piro si è andato a vendere a Cupparo…io ti do una mano a te, e tu devi dare una mano a me a distruggere Timpone, il Gal, Film Commission e tutto quant’altro!

Il 22 maggio 2020 Nicola Timpone parla con Giuseppe Suanno: …poi ti spiego tutto, ti posso solo dire una cosa…che l’operazione l’ha voluta Cupparo perché ha stretto un accordo forte con Piro (…) Piro ha chiamato Moles e gli ha detto che non è più con lui, è con…è con…è con Cupparo. Cupparo gli ha detto che gli darà una mano a cambiare Gal e Gect.

In effetti nel gennaio 2022 c’è un cambio ai vertici del Gal, entrano alcuni consiglieri legati sia a Cupparo sia a Piro. Nicola Timpone, almeno formalmente, non ha più incarichi. Come è andata a finire con il Gect? Ne parleremo.

L’ACCESSO AGLI ATTI

Quello che gli inquirenti nell’informativa definiscono “dossieraggio” in realtà non sarebbe altro che una richiesta di accesso agli atti con estrazione di copie per verificare la documentazione del Gal e – scrivono gli inquirenti – del Maratea Film Festival, (oggi Marateale, n.d.r.) e dei rapporti con la Lucania Film Commission. La richiesta di accesso, racconta Timpone al telefono con una funzionaria della Regione, è stata inoltrata con la “complicità di Piro”, da Maria Di Lascio e il fratello.

Nicola Timpone appare molto preoccupato per questa richiesta. Riceve una telefonata da parte di una funzionaria della Regione che lo informa sulla richiesta di accesso agli atti, per il periodo 2014-2020 inoltrata da Piro: “volevo solo dirti non fare cenno che abbiamo parlato della richiesta di accesso, altrimenti io devo cambiare Regione, hai capito? Vediamo cosa bisogna dare, che cosa non bisogna dare…sono 6 anni tra l’altro! 2014-2020.”In una telefonata al fratello Gianluca  Timpone, Nicola dice: …senti Gianlù, hai visto che ti ho girato quella…quella richiesta di accesso agli atti, no?… cioè possono chiedere tutti quegli anni dietro? Sei sette anni? Fraté. Se le carte sono in ordine Timpone non dovrebbe preoccuparsi così tanto.

Insomma, sembra che le cose si stiano mettendo male per Nicola Timpone. Ma qualcuno, un’altra funzionaria della Regione Basilicata, gli suggerisce una soluzione. Secondo gli inquirenti il consiglio è di “far entrare nel giro degli affari anche Francesco Piro”. Così parla la funzionaria regionale: no…ma tenendolo fuori distruggerebbe tutto comunque, Nicola! Tu, invece sei una persona intelligente, a quello (secondo gli inquirenti, Piro, n.d.r.) gli facciamo fare quattro interviste, due viaggi e…quattro manifestazioni nel territorio ed è felice e contento (…) ascoltami, ascoltami Nicò!…Troviamo una …un soggetto che possa fungere da mediatore, ci sediamo intorno a un tavolo e si raggiunge l’intesa!

QUALCHE CURIOSITÀ

Sono tante le curiosità che emergono nel corso delle intercettazioni. La confidenza con un carabiniere e con altri imprenditori della zona, finanche la conoscenza di qualche magistrato. Timpone riceve una telefonata da una persona che ha problemi e che gli chiede: “conosci qualche pm, qualche giudice?“La risposta è affermativa”, scrivono gli inquirenti. Ma l’episodio che più ci ha incuriosito, sfogliando l’informativa, riguarda la trattativa fra Timpone e un autore-regista che avrebbe richiesto un cachet di 6mila euro mentre la controproposta è di 3mila euro: io ti dico la verità pensavo intorno ai tre mila va bene o è poco? L’autore risponde che sono pochi. Timpone replica: tre e cinque dai tre e cinque dai… facciamo così vedo di fare tre e cinque e mi fai solo una ricevuta di cinquecento va bene?

Ci fermiamo qui. Questa storia, seppure raccontata in estrema sintesi e parzialmente, ci sembra emblematica di tante altre vicende che caratterizzano la politica e la gestione delle risorse pubbliche in Basilicata. Vicende di cui ci occupiamo da anni. (Continua)

Per correttezza qui alcuni link per conoscere i protagonisti di questo racconto nel quadro dell’inchiesta che li ha coinvolti

Maria Di Lascio, Francesco Piro, Francesco Cupparo 

https://www.basilicata24.it/2023/04/inchiesta-sanita-lucana-concluse-le-indagini-124367/

https://www.basilicata24.it/2022/10/inchiesta-sanita-il-riesame-annulla-le-misure-cautelari-torna-libera-la-sindaca-di-lagonegro-118896/

https://www.basilicata24.it/2022/10/inchiesta-sanita-piro-passa-dai-domiciliari-allobbligo-di-dimora-118985/

https://www.basilicata24.it/2022/11/consiglio-regionale-piro-ritira-le-dimissioni-e-cupparo-conferma-le-sue-119143/

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