Banca Popolare di Bari, il sindacato Fabi scrive all’Ad di Mediocredito Centrale

10 maggio 2023 | 11:29
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Banca Popolare di Bari, il sindacato Fabi scrive all’Ad di Mediocredito Centrale

“Passata dalla gestione scellerata della famiglia Jacobini a quella draconiana del commissariamento, oggi la BPB è avvolta nelle spire gestionali di un management che, a più di un anno dal suo insediamento, non è stato ancora in grado di costruire una seria e credibile prospettiva di crescita”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che oggi, 10 maggio 2023, la segreteria provinciale di Potenza della Federazione Autonomia Bancari Italiani, ha inviato all’Amministratore delegato di Mediocredito Centrale, Francesco Minotti, sulla incresciosa situazione che ancora investa la Banca Popolare di Bari.

Egregio Amministratore,

come certamente a Lei noto, la storia della Banca Popolare di Bari è una delle più travagliate, tra quelle del sistema creditizio, degli ultimi anni. Passata dalla gestione scellerata della famiglia Jacobini a quella draconiana del commissariamento, oggi la BPB è avvolta nelle spire gestionali di un management che, a più di un anno dal suo insediamento, non è stato ancora in grado di costruire una seria e credibile prospettiva di crescita. L’ennesimo Piano Industriale, infatti, illustrato per grandi linee nella riunione del 12 aprile u.s., ancorché privo di indirizzi strategici, manca di quei segnali di discontinuità che sarebbero necessari per imprimere la giusta accelerazione ad un urgente processo di risanamento e rilancio.

Nessuna politica sul fronte dei ricavi e nessun correttivo di natura strutturale. Solo la ricerca spasmodica della massimizzazione del profitto, a scapito di qualsivoglia considerazione, è quella che meglio caratterizza l’attuale fase. Infatti, le scelte compiute appaiono ispirate, ancora una volta, dal ridimensionamento delle attività, dalla chiusura delle Filiali e dalla ossessiva politica di riduzione dei costi. Una mala gestio, quella attuale, i cui effetti negativi appaiono evidenti sia per gli scarsi deludenti risultati emersi dal bilancio 2022, sia, ancor più, per la scriteriata gestione del Personale e per il pietoso stato delle relazioni sindacali. I dati dell’esercizio 2022 evidenziano un preoccupante stato di stagnazione da cui emerge una perdita che, ancorché ridotta rispetto al 2021, ammonta ad oltre 45 mln. di euro. Praticamente ferma la raccolta diretta ed indiretta, mentre gli impieghi registrano l’incremento di un misero 4%. I costi operativi diminuiscono di oltre il 18%, (di cui il 35% riguarda le spese per il Personale), riveniente dal taglio delle retribuzioni per via delle giornate di solidarietà (16 annue), da quello alla previdenza complementare e, fino a raschiare il fondo del barile, dai risparmi conseguiti con il rinnovo di polizze sanitarie sempre più penalizzanti.

I dati economici, pur nella loro gravità, si inseriscono però in un quadro di relazioni sindacali e di organizzazione del lavoro non solo profondamente deteriorato, ma ultimamente diventato esplosivo. Infatti, nonostante negli ultimi mesi le OO.SS avessero cercato, con grande difficoltà, di costruire un percorso che potesse portare al superamento dei problemi, le diverse delegazioni aziendali che si sono alternate nel corso dei pochi ed infruttuosi incontri si sono sempre mostrate sorde alle ripetute richieste di dialogo ed arroccate nella loro granitica arroganza. E si sono pure meravigliati che il Sindacato abbia reagito a questa loro supponenza con una sacrosanta giornata di sciopero che ha registrato una altissima adesione. Ora, anziché sedersi al tavolo e cercare delle soluzioni per ristabilire un sano clima aziendale, fanno gli offesi, tengono il broncio, come fossero incolpevoli dello stato imbarazzante in cui versa la Banca, e, per di più, pretendono ancora sacrifici per i lavoratori. E pensare che nel corso della riunione del 12 aprile avevano assicurato che già il giorno successivo allo sciopero avrebbero convocato un tavolo di confronto.

Quello attuale è, senza dubbio, il punto più basso finora raggiunto nelle relazioni sindacali per colpa di un management insipiente e inaffidabile, il cui unico merito è stato quello di aver provocato il primo e storico sciopero dalla nascita della BPB. Ma se i dati di bilancio e le relazioni sindacali languono, sul fronte dell’organizzazione e della gestione del lavoro la situazione è drammatica. Nel corso degli ultimi mesi molti colleghi hanno lasciato l’ attività lavorativa per accedere alle prestazioni del Fondo di Solidarietà o per aver maturato i requisiti pensionistici Ebbene, la mancata risposta in termini di turn over a questo esodo che continuerà anche nei prossimi mesi, ha ulteriormente aggravato la già preesistente e cronicizzata carenza di personale, mettendo in seria difficoltà l’attività degli uffici e l’ operatività delle agenzie, molte delle quali rischiano quotidianamente di non aprire i battenti e alcune risultano addirittura prive del Responsabile già da moltissimi mesi. Si opera in un continuo stato di emergenza tra mille difficoltà e disagi, ben lontani dai normali standard lavorativi che dovrebbero assicurare e garantire il corretto andamento dei servizi.

I colleghi delle filiali, sottoposti a carichi e ritmi di lavoro intollerabili, faticano a soddisfare le esigenze della clientela, ne consegue un significativo detrimento della qualità del servizio offerto il quale risulta sensibilmente disallineato rispetto alla concorrenza. Esposti a continui rischi operativi e patrimoniali, vengono costantemente assillati dalle solite, odiose pressioni commerciali e, in molti casi, costretti ad operare in precarie condizioni di igiene e sicurezza ambientale. Il disagio dei lavoratori della BPB continua ad aumentare sempre di più, spaventati dall’ arrivo di ulteriori cambiamenti che si immaginano ancora più negativi di quelli già verificatisi. Una situazione generale oltre il limite del possibile in cui serpeggia una sfiducia generalizzata nei confronti di una Azienda percepita sempre più lontana e di un futuro incerto di cui non si intravede l’orizzonte. Alla luce di un contesto così deteriorato, è fortemente auspicabile che il nuovo board di MCC si renda consapevole del grave stato economico, finanziario e gestionale le in cui versa la BPB, assumendo ogni iniziativa utile a riscontrare l’attendibilità dei fatti narrati che, per esigenze di sintesi, rappresentano solo in parte le tante e severe patologie che permanentemente affliggono i vari settori dell’attività aziendale. Cordiali saluti. La Segreteria Provinciale di Potenza della Federazione Autonoma Bancari Italiani