Rocco Scotellaro, il Museo nazionale di Matera lo ricorda con un percorso espositivo
Allestito nella Chiesa del Cristo Flagellato, parte dell’Ex Ospedale di San Rocco, un tempo sede del carcere dove il poeta e politico fu detenuto
Il Museo nazionale di Matera ricorda, a 100 anni dalla sua nascita e 70 dalla morte, lo scrittore, poeta e politico lucano Rocco Scotellaro (Tricarico 1923- Portici 1953), con un percorso espositivo e performativo (dal 21 aprile al 5 giugno) che vuole leggerne l’opera e la personalità in modo innovativo, facendo dialogare materiali d’archivio e linguaggi del contemporaneo. Un omaggio doveroso a questa straordinaria figura di giovane intellettuale militante, cui è dedicato il grande telero “Lucania 61”, realizzato da Carlo Levi per le celebrazioni del centenario dell’Unità d’Italia a Torino, ed esposto proprio nel Museo di Palazzo Lanfranchi, insieme ai ritratti di Scotellaro e della madre, Francesca Armento, opera dello stesso artista e scrittore torinese.
Il percorso espositivo viene allestito nella Chiesa del Cristo Flagellato, parte dell’Ex Ospedale di San Rocco, un luogo emblematico nella biografia di Scotellaro in quanto un tempo sede del carcere dove egli fu ingiustamente detenuto per 45 giorni nel 1950.
La figura di Rocco Scotellaro è raccontata dapprima attraverso una serie di materiali giunti da diversi archivi: un busto in terracotta che lo ritrae, realizzato dall’artista Giuseppe Antonello Leone fra il 1949 e il 1950 (eredi Leone-Padula); lettere e cartoline postali indirizzate da Rocco Scotellaro a Leone e scambi epistolari tra la madre di Scotellaro, Francesca Armento, e la coppia di artisti Giuseppe Leone-Maria Padula, dopo la morte di Rocco (archivio Leone-Padula, Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Basilicata); fotografie che ritraggono Scotellaro con personaggi a lui legati in Basilicata e Campania (Archivio di Stato di Matera – Fondo Rocco Mazzarone); un video documentario realizzato nel 1963 per l’anniversario della scomparsa di Scotellaro, con testimonianze che ne ricordano la figura (Teche Rai Basilicata).
Questi materiali d’archivio vengono arricchiti da una serie di proposte artistiche legate ai linguaggi del contemporaneo: i fotocollage realizzati per l’occasione dal fotografo Mario Cresci; le tavole della riedizione ampliata del fumetto “Uno si distrae al bivio – la crudele scalmana di Rocco Scotellaro” dell’illustratore Giuseppe Palumbo; una galleria di “ritratti sentimentali” di Scotellaro opera dei giovani artisti visuali lucani Kalura, Antonio Poe, Gloria Pizzilli, Arturo Lauria, La Tram; alcune tele che raccontano il rapporto di Scotellaro con Carlo Levi, suo mentore e amico, e l’artista materano Luigi Guerricchio, che da Scotellaro fu fortemente influenzato.
Il percorso espositivo viene arricchito da una serie di appuntamenti collaterali fra talk, presentazioni di volumi, performance musicali, reading, disegno live, proiezioni, che intendono coinvolgere un pubblico trasversale, cui far scoprire in modo nuovo la vita e l’opera di Rocco Scotellaro. Fra questi appuntamenti, la proiezione in anteprima del documentario di Marina Resta, finalista del Premio Cesare Zavattini 2018/19, “Tracce di Rocco” e il dialogo fra i registi materani Giuseppe C. Stasi e Giancarlo Fontana, autori tra l’altro della serie “The Bad Guy” (Amazon Prime), Sergio Brancato dell’Università di Napoli e gli autori Maurizio e Matteo Camerini e Giuseppe Palumbo.