Rettifica Uici Basilicata su ragazza molestata via WhatsApp

3 aprile 2023 | 10:01
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Rettifica Uici Basilicata su ragazza molestata via WhatsApp
Maria Buoncristiano, presidente Uici

La replica della presidente Buoncristiano

Riceviamo e pubblichiamo la nota della presidente dell’Uici Basilicata, Maria Buoncristiano, che chiede rettifica in merito all’articolo da noi pubblicato in data 30 marzo scorso in cui una socia dell’Unione denunciava di essere stata molestata attraverso WhatsApp

Gent.ma Direttrice, in riferimento all’articolo pubblicato sulla testata www.basilicata24.it e consultabile al seguente link: https://www.basilicata24.it/2023/03/matera-ragazza-non-vedente-molestata-su-whatsapp-123978/ le preciso alcuni aspetti importanti della nostra Associazione che probabilmente non conosce e chiedo di rettificare la notizia in alcune sue parti al fine di evitare fraintendimenti e giudizi di merito errati anche lesivi dell’immagine dell’associazione stessa che rappresento.

A lei che dirige una testata faccio presente, per dovere di informazione, i seguenti aspetti, oggettivamente verificabili consultando il nostro Statuto al sito: https://www.uicbasilicata.it/

L’UICI è una organizzazione ultracentenaria diffusa su tutto il territorio nazionale con sezioni territoriali di carattere provinciale a cui si iscrivono i soci e i consigli regionali che hanno funzione di coordinamento e di indirizzo. Quando Paola nel suo articolo scrive, riferendosi alla socia in questione “…. anche lei come me socia dell’Uici Basilicata” non corrisponde al vero dal momento che Paola è iscritta alla sede territoriale di Matera e giammai potrebbe all’UICI di Basilicata che non si occupa di iscrizione degli associati.

L’articolo 9 dello Statuto recita, fra l’altro, testualmente “Le sanzioni disciplinari che possono essere irrogate ai soci sono: la censura, la sospensione fino a tre anni e, in caso di recidiva, la sospensione fino a cinque anni. La censura viene adottata quando vengano commesse mancanze lesive dell’UICI, dei suoi Organi o di soci”. Di conseguenza il principio sanzionatorio si applica agli Organi e associati dell’UICI e non a persone estranee ed esterne alla nostra associazione come nel caso del molestatore di cui parla Paola.

L’unica azione che il Presidente della sezione di Matera, che legge in copia, avrebbe potuto esperire e che per altro ha già messo in atto è quella di richiamare l’altra socia, che ha inserito impropriamente il numero di Paola in una chat privata, a non adottare tali comportamenti lesivi della privacy. Di conseguenza anche “….la presa di posizione nei confronti della socia che l’aveva inserita nel gruppo” come scrive Paola è prontamente avvenuta con la doverosa riservatezza che il caso “specifico” impone, ritenendo sproporzionata la richiesta di una eventuale sanzione disciplinare da presentare al collegio dei probiviri (organo di controllo interno all’UICI).

Mi preme, inoltre, sottolineare che nel passaggio in cui Paola afferma “la presidente regionale è intervenuta con un messaggio scritto dicendomi che non avrei dovuto condividere quella chat nel gruppo ‘Confrontiamoci Uici Bas’, non corrisponde esattamente al vero, poiché il messaggio di carattere generalizzato era rivolto a tutti con il preciso intento di ricordare le regole di comportamento nell’utilizzo di chat. Più volte, infatti, nella chat in questione sono state diffuse informazioni private e, quindi, potenzialmente lesive della privacy.

L’UICI ha espresso solidarietà a Paola ribadendo, però, l’urgenza di sporgere formale denuncia presso le forze dell’ordine, come è giusto che si faccia. Il carattere di tutela che l’UICI è chiamata a svolgere da Statuto nei confronti delle persone non vedenti non può sconfinare, infatti, in ambiti civilistici e penali che, ovviamente, attengono a Istituzioni specificatamente deputate a farlo.

Concludendo mi chiedo se in tutta questa bagarre il vero colpevole sia stato denunciato com’è giusto che fosse oppure no? In attesa di leggerLa in merito, attraverso la rettifica del testo pubblicato, saluto cordialmente. La presidente Maria Buoncristiano

Gentile presidente, solo per chiarezza d’informazione il richiamo all’articolo 9 dello Statuto fatto da Paola, chiedendone la sanzione, non si riferisce al molestatore ma alla persona che l’ha inserita nella chat esponendola alla minaccia sessuale ricevuta. Probabilmente non sono stata chiara nell’esposizione. Cordialità. Giusi Cavallo