Parco del Vulture: Il Consiglio di Stato respinge la richiesta di sospensiva presentata dalla Regione

28 aprile 2023 | 13:40
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Parco del Vulture: Il Consiglio di Stato respinge la richiesta di sospensiva presentata dalla Regione

Con ordinanza pubblicata oggi 28 aprile 2023. A questo punto che succede?

Il ricorso presentato il 25 marzo scorso chiedeva l’annullamento e/o la riforma, previa sospensione della sentenza del TAR per la Basilicata, che aveva disposto l’annullamento della deliberazione del Consiglio regionale n. 440 del 26.07.2022 e del D.P.G.R. n. 206 del 24.11.2022 nella parte in cui indicano Presidente del Consiglio Direttivo del Parco Regionale del Vulture il rag. Donato Sperduto”.

Il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta con ordinanza pubblicata oggi 28 aprile 2023. A questo punto che succede?

RIPERCORRIAMO LA VICENDA

La vicenda del Parco Regionale del Vulture non sarebbe così confusa come appare, ma di più. Interessi forti si sarebbero messi in moto sin dalle origini. Ricostruiamo e sintetizziamo la storia della nomina del presidente. Il Presidente dell’Ente Parco è nominato dal Consiglio regionale, sulla base di un elenco di cinque persone designate dalla Comunità del Parco. Il Presidente del Consiglio Regionale pubblica l’Avviso per il conferimento dell’incarico e richiama requisiti prescritti dalla legge regionale e dallo Statuto dell’Ente Parco.

La Comunità del Parco propone al Consiglio regionale una rosa di cinque nomi: i sindaci dei Comune rientranti nel perimetro del Parco tra i quali Donato Sperduto, sindaco di San Fele. Siamo nell’ottobre 2020 e si aprono le polemiche politiche.

Infatti, la Prima Commissione consiliare regionale, alla quale spetta la valutazione e la verifica tra i requisiti posseduti dai candidati il 28 ottobre 2020, esprime parere sfavorevole su tutti i nomi indicati dalla Comunità del Parco, per mancanza dei requisiti. A questo punto il Consiglio regionale chiede alla Comunità del Parco di proporre altri nominativi in possesso dei requisiti.

La Comunità del Parco, propone cinque nomi: tre sindaci (Biagio Cristofaro, Antonio Murano e Donato Sperduto) e due tecnici, e successivamente una terna composta dal sindaco di San Fele (Donato Sperduto) e dagli stessi due tecnici.

La Prima Commissione Permanente del Consiglio Regionale, nella seduta del 30 giugno 2022, esprime parere favorevole in merito alla candidatura dei due “tecnici” e ribadisce il parere negativo, sempre per mancanza di requisiti, alla candidatura del Sindaco di San Fele (Donato Sperduto). Quali sono i requisiti fondamentali? “Competenza ed esperienza in amministrazione pubblica o privata in materia di tutela, valorizzazione e gestione dei patrimonio naturalistico ed ambientale, che conoscano il territorio e le sue problematiche e che si siano distinte per la loro attenzione in tema di tutela dell’ambiente”.

E INVECE?

Ciò nonostante, il Consiglio Regionale sottopone alla scelta elettiva il candidato Sperduto che, all’esito della votazione, 13 favorevoli su 18, ottiene il maggior numero di suffragi e viene nominato presidente del Parco con deliberazione del C.R. n. 440/2022.

La scelta si rivela del tutto contraddittoria con l’orientamento già assunto dal Consiglio Regionale con la precedente deliberazione, espressione della condivisione del parere della Prima Commissione Permanente in ordine alla mancanza di requisiti (anche) in capo al Sindaco Sperduto.  Quella deliberazione si rivelerebbe anche illegittima poiché il Consiglio Regionale, in procinto di tener ferma la candidatura del Sindaco Sperduto, avrebbe dovuto riformulare, motivandola, nuova richiesta di parere alla Commissione Permanente. “La grave omissione è di per sé bastevole a supportare l’invalidità della nomina e il suo annullamento per via giurisdizionale”, scrive Paolo Appiano, uno dei tecnici allora designati alla nomina di presidente del Parco, nel suo ricorso al Tar per l’annullamento della deliberazione n. 440/2022. Il Tar di Basilicata l’8 febbraio 2023 decide: il sindaco di San Fele Donato Sperduto non può fare il presidente del Parco Regionale Naturale del Vulture.  Qui la sentenza

MA PERCHE’ TUTTO QUESTO INTERESSE PER LA NOMINA DI SPERDUTO?

A sorpresa dunque la Regione Basilicata ricorre al consiglio di Stato affinché la sentenza del Tar venga annullata. Perché? In vista delle prossime elezioni amministrative e regionali il Parco rappresenta una pedina fondamentale di voti. Il gruppo a sostegno di Sperduto è a questo risultato che punta. Che il sindaco di San Fele sia in grado o meno di gestore un ente così importante per lo sviluppo del territorio è una questione marginale per la politica. La partita tuttavia si gioca anche sul campo delle risorse destinate a quel territorio. La posta è altissima: ben 20 milioni di euro del Pnrr per il Borgo Lanari di Monticchio, oltre agli altri progetti in corso e alle connessioni con le risorse delle aree interne e del Gal. Intorno a questo “malloppo” ruotano personaggi che hanno mani e piedi dappertutto: nei partiti, nelle istituzioni locali, nell’imprenditoria in chiaro e in quella “sommersa”. Perché alcune nostre fonti del posto ci segnalano tentativi di “legittime pressioni” affinché nulla cambi circa la nomina di Sperduto a presidente dal Parco? Perché nulla dovrebbe cambiare? E a proposito della deliberazione del Consiglio regionale n.440 del 26 luglio 2022, quella impugnata dinanzi al Tar, chi ha convinto Bardi e gli altri a nominare Sperduto nonostante tutto? Con quali argomenti? E chi ha convinto il presidente della Regione a ricorrere al Consiglio di Stato?

Fatto sta che oggi è stata pubblicata l’ordinanza con cui il Consiglio di Stato respinge le istanze cautelari formulate dalla Regione Basilicata e dal sindaco Donato Sperduto. Qui l’ordinanza del CdS

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