Basilicata, Eni chiede nuove autorizzazioni per due pozzi

5 aprile 2023 | 19:28
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Basilicata, Eni chiede nuove autorizzazioni per due pozzi

La richiesta riguarda la località Civita di Marsicovetere. Associazioni No Scorie e Med No Triv: significativo impatto ambientale sulle idrostrutture di profondità e di superficie

Eni ha attivato al Ministero dell’ambiente e dell’energia in data 20 marzo scorso la procedura amministrativa preliminare, propedeutica all’istanza VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) per la realizzazione di area cluster per due nuovi pozzi in località Civita di Marsicovetere denominati
“Cerro Falcone 7” e “Sant’Elia 1” che insisterebbero sull’area di località Civita di Marsicovetere dove doveva essere ubicato il pozzo “Alli 5” bocciato dall’ex Giunta Regionale della Basilicatanel 2018 con procedimento archiviato nel 2019 dal Ministero dell’Ambiente, dopo le presentazione delle osservazioni opposizioni da parte delle Associazioni e Comitati.

A renderlo noto sono le associazioni NoScorie e Med No Triv che preannunciare le proprie osservazioni opposizione alla nuova istanza VIA per i pozzi “Cerro Falcone 7 e Sant’Elia 1” così come è stato fatto per il pozzo “Alli 5 “non appena verrà pubblicata la relativa procedura dal Ministero dell’Ambiente e dell’Energia, si chiede alla Giunta Regionale, al suo Presidente, Vito Bardi, all’assessore all’ambiente Latronico, al Sindaco del Comune di Marsicovetere e all’Ente Parco Appennino Lucano, di esprimere diniego amministrativo preliminare all’istanza.

L’area cluster con nuovi pozzi in località Civita, spiegato le due associazioni, avrebbe un significativo impatto ambientale sulle idrostrutture di profondità e di superficie sottese al sistema denominato “Torrente Molinara”, affluente del fiume Agri che presenta tra l’altro sorgenti che servono il locale acquedotto di Villa d’Agri, per il rischio sismico elevato e l’impatto sulle attività di aziende agrituristiche e biologiche ivi presenti e sull’area archeologica limitrofa della “Civita di Marsicovetere” che costituisce un emergenza ambientale ancora inesplorata, di grande rilievo scientifico, culturale e paesaggistico della Val d’Agri.