Stellantis Melfi. “Incentivo? A 52 anni no grazie”

1 marzo 2023 | 20:19
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Stellantis Melfi. “Incentivo? A 52 anni no grazie”

Impazza il dibattito tra i lavoratori dopo l’annuncio dell’Automotive di tagliare oltre il 4% della forza lavoro, in Italia, con incentivo. A Melfi altre 300 possibili fuoriuscite, su base volontaria

Impazza il dibattito tra i lavoratori dopo l’annuncio dell’Automotive di tagliare oltre il 4% della forza lavoro, in Italia, con incentivo. A Melfi altre 300 possibili fuoriuscite, su base volontaria. Il racconto.

“Ma mi dite a 52 anni come si può accettare una elemosina del genere, siamo vecchi per Stellantis e per il mondo del lavoro e giovani per andare in pensione”. Da quando Stellantis nei giorni scorsi ha annunciato la sforbiciata del 4% alla forza lavoro in Italia il dibattito è aperto tra i lavoratori. I toni sono ancora più accesi al Sud e a Melfi, dove Stellantis era e resta il ‘motore’ di un’economia debole.

“Diciamocela tutta, solo chi è vicino alla pensione può accettare l’accordo Stellantis, per tutti gli altri non c’è convenienza – assicura un lavoratore di lungo corso che opera a Melfi – Basta fare il conto di quanto si guadagna in un mese, poi in un anno e moltiplicarlo per 10, che sono gli anni che mancano a me e a molti altri per andare in pensione. Cosa ce ne facciamo di 55mila euro?”. A Melfi, a partire dal prossimo 3 marzo, la nuova misura toccherà massimo 300 persone (su base volontaria) che si sommano ai 1110 che già hanno accettato nell’ultimo anno e mezzo e sono fuori dall’azienda. ”

Per ora l’incentivo l’hanno preso soprattutto giovani, chi aveva in famiglia altre attività e molti che se ne sono andati proprio dalla Basilicata”, precisa la nostra fonte. Ed eccoci ad un altro nodo. “Il lavoro c’è dall’Emilia in sù, qui non ce n’è – suggerisce l’operaio – Chi accetta di andarsene con l’incentivo in tasca molto probabilmente non investirà neanche per un’attività qui in Basilicata dove c’è sempre più il deserto e la fuga di giovani e non solo”. E ancora, questa volta chiamando in causa proprio la politica. “Se il piano era quello di disincentivare il lavoro, Stellantis ha posto le basi e la nostra classe politica regionale pare non aver capito qual è il dramma di posti di lavoro in meno, meno economia e altre fughe fuori. Un deserto. Qualche politico lucano che abbia qualcosa da dire in merito?”

Il lavoratore, quindi, vede “un definitivo disincentivo al lavoro” in Basilicata e “nessuna convenienza ad accettare” l’offerta da parte dello zoccolo duro che opera a Melfi, la maggior parte “sopra i 50”. Più si scende con l’età, inoltre, meno viene garantito in termini economici a chi lascia, in base al nuovo accordo. “Sembra che la classe politica, proprio qui in Basilicata non abbia capito il dramma, sta in silenzio e fa il gioco di Stellantis che vuole spendere la metà e guadagnare il doppio alle nostre spalle”. Duro il commento anche sui sindacati.

“Al di là dei tavoli di facciata qualcuno dei nostri rappresentanti ha capito quali sono le intenzioni di Stellantis qui a Melfi? Se vuole dimezzare la forza lavoro, qual è il piano dei sindacati, continuare a firmare in bianco ogni cosa che l’azienda gli mette sotto il naso?”. E poi conclude, sulle “peggiorate” modalità di lavoro. “E’ già da due anni che tra cambi mansione, carichi di lavoro, peggioramento delle condizioni sull’unica linea rimasta, l’azienda sta provando in tutti i modi a disincentivarci a lavorare, a mandarci a casa. E c’è un vuoto politico e sindacale di idee e programmi che sta facendo il resto. Come operai ci sentiamo soli, sfiduciati, allo sbaraglio”.